Diritti Animali

Questo articolo è dedicato a tutti gli animali che nel corso della storia hanno perso la vita nei conflitti tra esseri umani. Possano queste vittime nascoste della guerra riposare in pace.

Animali:vittime nascoste della guerra

7 maggio 2005

. Un monumento alla sofferenza degli animali

Nel 2004, in occasione del novantesimo anniversario della I Guerra Mondiale, finalmente la Gran Bretagna si è messa alla pari con gli altri paesi del Commonwealth, innalzando un monumento sulla Park Lane in onore di tutti quegli animali che hanno sofferto e sono morti in guerra. La Fondazione in Memoria degli Animali in Guerra ha raccolto il denaro necessario alla realizzazione di una statua in bronzo e pietra, disegnata da David Blackhouse.(1)
Una storia di sofferenze nascoste

Viene spesso trascurato a proprio vantaggio il fatto che gli animali siano vittime innocenti della guerra.
Nella storia dei conflitti umani, gli animali sono stati usati come strumenti di guerra militare.
Già nel 300 a.C. Annibale usava i suoi famosi elefanti come aiuto nelle sue campagne. Da allora c’è stato un uso continuo, in guerra, di animali come cavalli, cani, gatti, piccioni, elefanti e polli.

Nella Prima Guerra Mondiale, i cavalli venivano usati per trasportare merci, i gatti venivano tenuti all’interno delle trincee per dare la caccia ai topi, e i piccioni erano impiegati per inviare messaggi tra le navi in mezzo al mare. Oggi, l’utilizzo degli animali in guerra continua più che mai, ma gli scopi del loro impiego sono i più disparati.

Cavalli in battaglia

“Nelle desolate, incerte ore d’attesa, Prima che il delirio Metallico abbia inizio, I cavalli gli mostrano poteri più nobili; Oh occhi pazienti, cuori arditi!”
‘Into Battle’ Capitano Julain Grenfall – Ypres 1915

Nel corso della storia, i cavalli sono stati spesso utilizzati dalle truppe militari in battaglia. Una delle guerre in cui essi furono adoperati in maniera più massiccia fu la Prima Guerra Mondiale.

Dopo poche settimane dall’inizio della Guerra, nel 1914, l’esercito Britannico aveva arruolato circa 200.000 cavalli. Questi animali venivano radunati in paesi come il Regno Unito, il Sud Africa, la Nuova Zelanda, l’India, la Spagna e il Portogallo. Venivano organizzati in squadroni di cavalleria e imbarcati per il Fronte Occidentale. A causa delle frequenti malattie e delle morti improvvise, l’esercito doveva comprare circa 15.000 cavalli in più ogni mese, il tutto, per mantenere costante in numero dei cavalli ‘attivi’.

I cavalli trasportavano munizioni, artiglieria, armi da fuoco e bombe, per non parlare degli stessi soldati. È stato stimato che il peso medio trasportato da un cavallo di cavalleria fosse di circa 57,15 Kg in armi e altri equipaggiamenti. Se a questo valore si aggiunge il peso medio di un cavaliere, si scopre che i cavalli erano costretti a trasportare sulle proprie spalle un peso superiore ai 127 Kg.
Nel corso della ‘Grande Guerra’ le truppe utilizzarono spesso anche i muli.
Questi animali sono più resistenti dei cavalli e questo permetteva loro di cavarsela leggermente meglio sul fronte.

Sul Fronte Occidentale, cavalli e muli erano abbondantemente denutriti. Ricevevano meno di un quarto della razione di cibo che avrebbero ricevuto in Gran Bretagna. Alcuni documenti dell’epoca riferiscono che spesso furono visti mentre cercavano di addentare le ruote dei carri perché troppo affamati. Quando la scarsità di cibo era molto diffusa venivano nutriti con ‘torte di segatura ’.

Solo nella Prima Guerra Mondiale, morirono circa 8 milioni di cavalli, muli e asini.

Sul fronte in Iraq

Almeno 75 delfini e 20 leoni di mare sono stati addestrati e impiegati dal Governo degli Stati Uniti in operazioni di guerra. Sopravvissuti a lunghi tragitti all’interno di maniche a vento piene d’acqua, sono stati impiegati sul fronte nel recente conflitto in l’Iraq, senza sapere di rischiare la propria vita per le truppe. I delfini, secondo quanto riferito dalla fonte militare dell’”Advanced Biological Weapons System”, sono stati usati dall’esercito Statunitense col compito di ricercare le mine, e questo sin dai tempi della guerra in Vietnam. La loro mansione più recente è stata quella di mantenere libere le linee marittime del Golfo.

Denutrizione

I delfini vengono tenuti sotto controllo attraverso la denutrizione. Quando sono sazi, sono molto difficili da ‘controllare’, perché non hanno più alcun incentivo che li spinga a ritornare. Così, quando vengono impiegati per la ricerca delle mine, vengono addestrati con quelli che sono conosciuti come ‘Anti-Foraging Devices’ (AFD) (‘Dispositivo anti-ricerca del cibo’) – un pezzo di velcro arrotolato intorno al muso che impedisce loro di aprire la bocca e catturare i pesci. Questo dispositivo li spinge a tornare alla base. Se un delfino abbandona la postazione senza il permesso dell’addestratore, viene emesso un ‘suono metallico di richiamo’ ad una frequenza che può essere udita solo dagli animali che si trovano a lunghe distanze. Se, dopo aver sentito questo suono, tornano indietro vengono ricompensati con la rimozione del velcro AFD e la consegna del cibo.
L’uso dei delfini come strumenti militari compromette anche la vita dei delfini indigeni di tutta l’area. I militari non sanno quali delfini sono utilizzati dal nemico e quali non lo sono. Questo significa che uccidono a caso tutto quello che incontrano.(2)

Negli ultimi 30 anni, i leoni di mare sono stati utilizzati in missioni di recupero. Ma la guerra del Golfo ha visto il loro primo utilizzo in missioni sulla linea del fronte. Il loro compito era di perlustrare la zona alla ricerca di sommozzatori nemici.

L’uso militare di questi animali viene salvaguardato ad eccezione di questioni riguardanti la sicurezza nazionale. Questo significa che l’esercito può usare gli animali quasi a suo piacimento e la verità su come vengano trattati realmente è difficile da scoprire.

Bombe e rilevatori di agenti chimici dannosi

Sulla terraferma, i cani vengono usati come guardie del corpo e rilevatori di bombe, mentre i piccioni e i parrocchetti sono utilizzati dai marines come dispositivi di rilevamento preventivo di sostanze chimiche dannose. Molti degli uccelli muoiono durante il trasporto a causa dello stress dovuto ai lunghi viaggi. I piccioni, che hanno preso il posto dei polli tra le specie preferite per questo ruolo, possiedono degli apparati respiratori molto sensibili, questo significa che in caso di un attacco chimico, iniziano a soffrire e trovano la morte molto prima che gli esseri umani vengano contagiati.

Tuttavia, gli esperti militari non credono che gli uccelli possiedano la stessa sensibilità dei nuovi sensori ad alta tecnologia, che possono rilevare nubi di gas ad almeno tre miglia di distanza; ciò significa che questa barbarie non può essere giustificata nemmeno da coloro che non sono interessati al benessere degli animali.

I Cani della Guerra

Anche adesso che la guerra contro il Regime di Saddam Hussein è finita, per i cani che sono stati usati dalle truppe del Golfo ci sono ancora molti pericoli in agguato. In Vietnam, 5,000 cani affiancarono le truppe Americane. Di questi, solo 150 tornarono a casa. E questo non perché gli altri morirono sotto i bombardamenti, ma perché furono lasciati là. Abbandonati a se stessi in Vietnam.(3)

Abbandonati al loro Destino

La guerra provoca immense sofferenze anche agli animali nativi che si vengono a trovare nel bel mezzo di una zona di guerra. Gli animali di compagnia e quelli d’allevamento vengono spesso abbandonati – sono lasciati morire di fame all’interno di recinzioni oppure vengono lasciati vagare per le strade alla ricerca di rifiuti. Gli animali non possono reagire alle sirene che annunciano i raid aerei e anche quelli che vivono insieme a delle famiglie non possono comprendere cosa stia accadendo e perché.

Nella guerra moderna le ‘bombe intelligenti’ lanciate dagli eserciti possono essere programmate per evitare di colpire gli ospedali, le scuole e altri obiettivi civili (anche se il più delle volte sono ben lontane dal riuscirci), ma queste considerazioni non vengono estese alle zone abitate dagli animali, che rimangono intrappolati e diventano dei bersagli immobili.

Negli ultimi anni, abbiamo visto la terrificante condizione degli animali intrappolati negli zoo, in stati dilaniati dalla guerra. In Bosnia, Afghanistan e in Iraq, gli zoo sono stati terreno di violente battaglie. Dopo il conflitto, gli animali venivano lasciati morire di fame all’interno delle loro gabbie. Nella recente guerra in Iraq, 300 animali sono scomparsi dallo zoo più importante di Baghdad. Molti sono stati rubati, altri vagano per le strade abbandonati a se stessi.4

Missione di Soccorso

Grazie all’Associazione Mondiale per la Difesa degli Animali (World Society for the Protection of Animals – www.wspa.org.uk) e all’Associazione per la Difesa degli Animali all’Estero (Society for the Protection of Animals Abroad – www.spana.org) c’è una speranza per queste vittime innocenti della guerra. Come conseguenza dei recenti conflitti, queste associazioni hanno mobilizzato una task force di veterinari col compito di perlustrare le regioni contaminate, in modo da aiutare gli animali d’allevamento, gli animali di compagnia e quelli abbandonati che si trovavano negli zoo. Tutti questi animali stanno morendo di fame ed hanno un bisogno disperato di assistenza veterinaria.(5)

"L’Arca Atomica"

Gli animali usati negli esperimenti militari non hanno alcuna speranza di essere liberati, nemmeno in tempo di pace. Questi esperimenti non sono una cosa nuova. Nel 1946 vicino all’Atollo di Bikini nel Sud del Pacifico, 4000 animali, comprese pecore e capre, furono mandati alla deriva su una piccola barca. Un’esplosione atomica venne fatta detonare sopra di loro in modo da valutare gli effetti di un attacco di questo tipo. Tutti gli animali rimasero uccisi o furono gravemente ustionati. L’esercito denominò il test ‘L’Arca Atomica’.6

Esperimenti di Laboratorio

Fatti saltare in aria, colpiti con armi da fuoco, avvelenati, contagiati, mutilati…

Nel bel mezzo del panorama della campagna dello Wiltshire, giace Porton Down*, il più grande centro di ricerca sulle armi del Regno Unito, che fa uso di animali. Sotto la protezione del Ministero della Difesa, ogni anno migliaia di animali sono soggetti alla sperimentazione, e il loro numero sta aumentando. Dall’ anno della sua apertura, nel 1916, milioni di animali hanno sofferto morti strazianti all’interno di quelle mura ad alta sicurezza.

Pecore, capre,topi, ratti, porcellini d’India, scimmie, cani e gatti sono usati ancora oggi per misurare il potere mortale di armi chimiche e biologiche, come pure l’efficacia dei loro antidoti. Sono stati sottoposti a deflagrazioni e a colpi di piccole armi da fuoco. Dopo aver subito esperimenti all’iprite, i maiali si sono ritrovati con enormi vesciche pendenti. Una volta esposti al velenoso gas soman**, i porcellini d’India si trovano in uno stato di defecazione incontrollabile e in preda alle convulsioni. Grazie agli agenti antisommossa i cani sono ridotti a delle carcasse tremanti.

La lista delle sofferenze inflitte è terribilmente lunga. Il massacro continua nonostante sia più che evidente che i risultati di questi test non possano essere applicati in modo attendibile alle persone, in quanto ci sono differenze biologiche cruciali tra specie diverse.

Sindrome della Guerra del Golfo

Anche l’Esercito ha Tradito

Sebbene gran parte del lavoro portato avanti a Porton Down sia top secret, sappiamo per certo che sin dalla Prima Guerra in Iraq, l’intento primario degli studi qui condotti sia la ricerca sulla Sindrome della Guerra del Golfo, in quanto hanno sottoposto ad una serie infinita di tormenti porcellini d’india senza peli e scimmie uistitì. Nonostante il Governo Americano, già nel 1994, abbia riconosciuto l’esistenza di questa sindrome, il Governo Inglese si rifiuta ancora di farlo. Tuttavia, a Maggio 2003, un tribunale della Gran Bretagna ha stabilito che un membro delle forze armate che soffre di osteoporosi può attribuire la sua malattia alle droghe somministrate durante la preparazione alla Prima Guerra del Golfo.(7) Nello stesso mese, ai soldati Britannici è stato comunicato (The Independent, 26 Maggio, 2003) di essersi ammalati a causa di vaccini multipli – tutti risultati ‘non dannosi’ dopo i test condotti sugli animali – che erano stati somministrati prima del più recente conflitto in Iraq.

Il Governo aveva precedentemente ammesso di non disporre di una documentazione completa sui vaccini e sulle sostanze anti-avvelenamento chimico e biologico somministrate ai soldati prima della prima Guerra del Golfo. Non esisteva neanche una documentazione a carattere nazionale dei sintomi che affliggevano i veterani dopo il loro rientro in patria. Tuttavia le autorità insistono nell’affermare che sia stato di vitale importanza testare queste sostanze sugli animali – test che si suppone abbiano ‘provato’ che tali vaccini siano sicuri.

Shockati a morte

Negli Stati Uniti le cose vanno altrettanto male. Nella Base Aerea di Brooks, nel Texas, c’è un simulatore di volo denominato ‘Primate Equilibrium Platform’.
Esso comprende una piattaforma che dondola e ruota simulando il movimento di un aereo. Le scimmie vengono legate a delle sedie sulla cima dell’aereo. Di fronte a loro c’è una leva di sicurezza che può essere usata per tornare ad una posizione orizzontale. Le scimmie vengono addestrate ad usare la leva per portare la piattaforma ad una posizione piana. Durante questo addestramento condizionante, le scimmie ricevono migliaia di shock fino a che non imparano ad adoprare la leva. La sofferenza dura giorni. Poi arriva il tormento dell’esperimento vero e proprio. Le scimmie sono sottoposte a dosi letali di droga, gas velenosi e radiazioni. La piattaforma continua ad oscillare mentre ci si aspetta che le scimmie utilizzino la leva per mantenere la piattaforma orizzontale al terreno, e intanto soffrono la nausea e il vomito causato dalle sostanze tossiche che gli sono state somministrate. Se il loro comportamento non risulta soddisfacente, vengono sottoposte ad ulteriori shock elettrici.(8)

Sotto la presidenza di G.W. Bush la situazione sembra esser peggiorata. La sua cosiddetta guerra al terrorismo si è trasformata in una guerra agli animali. Tre nuovi laboratori di ricerca su animali saranno aggiunti ai cinque già esistenti che effettuano ricerche sui diversi aspetti del bio-terrorismo.

Il Controllo Totale significa Nessuna Resistenza

In futuro, gli animali dovranno far fronte ad un’ulteriore minaccia, quella di essere trasformati in ibridi organismi cibernetici. Ciò viene fatto impiantando degli elettrodi all’interno del loro cervello. Attraverso questi elettrodi, gli scienziati possono controllarli secondo una metodologia simile a quella delle macchine telecomandate. Indifferenti alle enormi sofferenze patite dagli animali che saranno incapaci di opporre resistenza ai comandi ricevuti. Questa non è fantascienza. Gli scienziati Statunitensi hanno già creato quello che loro chiamano ‘Roborat’ – una creatura che descrivono come ‘un automa radio-controllato’. Hanno proposto di utilizzare il ‘Roborat’ per ripulire le zone coperte da mine antiuomo.(9) E questo è solo l’inizio. Se non ci si oppone ai responsabili di queste terrificanti sperimentazioni, i ricercatori arriveranno ad ideare metodi molto più elaborati per manipolare i corpi degli animali e quindi utilizzarli come strumenti nella guerra tra esseri umani. Questo provocherà ancora più sofferenza per gli animali indifesi e tutto in nome della guerra.

Note: Vedi anche Articolo e foto




Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MONIA

NOTE:

1 www.animalsinwar.org

2 Intervista con Ric O’Barry (former Flipper trainer) con Animal Rights Online

3 www.peta.org

4 ‘Nothing stops Baghdad zoo looters, except lions’ Reuters, April 22 2003

5 WSPA & SPANA April 24 2003, News Release - ‘Rescue team on standby to help animal casualties of the war in Iraq’

6 Regan, T 1985, ‘We are All Noah’

7 The Independent May 6 2003. ‘Gulf War Syndrome soldier wins claim’

8 forums.alternet.org: Singer, Peter 1990, ‘Animal Liberation’ p.25ff

9 New Scientist May 4 2002, ‘Say hello to the Roborat’

* Porton Down cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/Porton_Down (N.d.T.)

** Gas Soman: è un gas nervino, uno dei più difficili da trattare. Cfr. http://www.farmacologia.net/xagena e web.peacelink.it (N.d.T.)


Fonte: http://www.animalaid.org.uk/campaign/vivi/war1.htm
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