La Svizzera dice no alla macellazione islamica
7.09.04
Il consigliere federale elvetico Moritz Leuenberger ci ha provato, ma gli è andata male. In occasione di un seminario di teologia cattolica a Friburgo, ha invocato all’introduzione della cosiddetta macellazione islamica (macellazione rituale) giustificandola, more solito, con la difesa dei diritti delle minoranze e dei diritti di professare la propria religione. Un tempismo memorabile per discutere di macelli. Immediatamente la società dei veterinari svizzeri si è riunita e ha rigettato i propositi del consigliere federale che aveva dichiarato a Friburgo: “il divieto di macellazione rituale non è una misura di protezione degli animali, ma una limitazione della libertà di religione”.
I veterinari svizzeri hanno emesso un comunicato secondo cui è inaccettabile che un animale muoia nella sofferenza imposta dallo sgozzamento, senza essere previamente obnubilato o stordito mediante le moderne tecnologie in atto nel Paese. I veterinari svizzeri sostengono apertamente che tra la libertà di religione e la protezione degli animali, entrambe ampiamente previste dalla costituzione, non vi debba essere alcuna confusione di ruoli. Nessuno impedisce ai musulmani di rivolgersi verso La Mecca e pregare Allah, come piena libertà di professare il proprio credo religioso è riconosciuto in Svizzera a cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, scintoisti, induisti e chi più ne ha più ne metta. Solo i tagliatori di teste (e poche altre tribù con tradizioni religiose un po’ originali per il mondo europeo) non possono professare il loro credo o comunque la loro preferita consuetudine in quanto la costituzione elvetica vieta il rotolamento di teste per strada. Qualcuno potrebbe farsi male.
Mentre da noi, e in altri Paesi della UE, il buonismo democratico sinistrorso si affanna a fare a gara nella concessione di privilegi che fanno a pugni con le nostre tradizioni e soprattutto con le nostre leggi, in Svizzera non solo l’associazione dei veterinari, non solo gli esponenti della protezione degli animali, ma i contadini e i consumatori di tutti i cantoni hanno costretto il consiglio federale a fare marcia indietro sulle macellazioni rituali. In Svizzera gli animali vengono macellati con la minore sofferenza possibile. Niente se e niente ma. Punto e basta.
Ora il governo sta studiando l’attuazione del diritto di importare carne kasher e halal. Le comunità che professano tali religioni potrebbero acquistare nei negozi carne “trattata” secondo i propri dettami religiosi. Ho scritto potrebbero, perché la potente protezione degli animali elvetica ha depositato, già dall’anno scorso, un’iniziativa in cui chiede che tale importazione possa avvenire soltanto se sia accertato che gli animali abbiano subito un trattamento in linea con la legislazione svizzera. Della serie: qui siamo in Svizzera e chi viene qui è ben accettato, se lavora, ha una casa, si comporta con educazione e accetta, a sua volte, le nostre regole e le nostre leggi.
Prima di sciogliere la riunione, la società veterinaria elvetica ha pensato bene di rivedere in senso restrittivo (a favore del benessere animale) il proprio codice etico. Oserei concludere che, per fortuna, c’è ancora chi ha le palle.
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