Petrolio e salute, quando non vengono tutelati i diritti dei cittadini
Con un esposto-denuncia inviato alla Commissione Europea ed ai Ministeri Ambiente e Beni e Attività Culturali, la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - ha chiesto la verifica delle prescrizioni allegate al Decreto Ministeriale del 5/2/1999 con la conseguente mancata applicazione delle Direttive Comunitarie in materia di Valutazione di Impatto Ambientale relativo al “giudizio positivo di compatibilità ambientale – progetto di ampliamento del Centro Oli Val d’Agri”.
Il parere VIA - rilasciato congiuntamente nel 1999 dagli ex Ministri Melandri e Ronchi –autorizzava, infatti, l’ENI all’ampliamento del Centro Oli Val d’Agri (Viggiano-Basilicata) prevedendo, in subordine, l’osservanza delle prescrizioni allegate al provvedimento. In specifico, dal 1999 ad oggi, non sono stati effettuati i monitoraggi e la diffusione al pubblico di tutti i dati ambientali delle sostanze inquinanti indicate e prescritte dal provvedimento ministeriale che ne specificava modalità di misurazione e tempi, come ad esempio l’H2S (Idrogeno Solforato), il benzene, gli IPA, i COV. Per queste sostanze, nonostante richiesti, i dati non sono mai stati resi noti.
A distanza di dieci anni, gravissime sono - quindi - le responsabilità degli Enti regionali competenti e dell’ARPAB, circa l’ottemperanza delle prescrizioni accluse al Decreto VIA del 1999 che mettono a repentaglio la tutela dell’ambiente, la salute di lavoratori e dei residenti. La OLA ha chiesto al Ministero dell’Ambiente di disporre con urgenza un’immediata verifica, attraverso tecnici dell’APAT, circa l’osservanza dei monitoraggi per tutte le sostanze indicate e prescritte dal citato parere VIA e, nel caso di inadempienze, adottare i necessari provvedimenti del caso tra le quali la sospensione cautelativa dell’attività produttiva.
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