No alla megadiscarica del Formicoso sul confine con la Basilicata
Formicoso. Si chiama così l’altopiano che domina la Valle dell’Ofanto e dell’Alto Calore confinante con la Basilicata, in particolare modo con i Comuni di Pescopagano e Rapone. Terra di lotte contadine e di terremoti. Terra di lavoro e di speranze, terra sofferente e mai dimenticata dai migranti Irpini, terra devastata dalle promesse e dall’ipocrisia dei potenti, terra occupata dalle lobby industriali che speculano sull’eolico, terra dalle grandi risorse idriche, terra del vino e del grano, perennemente, accarezzato dal vento, terra di colori e ricordi, terra offesa. Ma anche terra irpina chiamata alla lotta contro un governo duro con i deboli e generoso verso i potenti.
Così come la Basilicata è oggetto di tentativi, spesso riusciti, di occupazione e devastazione ambientale, dove le lobby industriali eoliche hanno già procurato sfregio a quei paesaggi attraverso una pretestuosa politica energetica, rivelatasi fallimentare per le popolazioni del luogo ma efficacissima per le lobby speculatrici, favorendo un loro spropositato arricchimento a danno delle popolazioni e del paesaggio. Il Decreto del governo Berlusconi n. 90 del 2008 - il famoso Decreto risolutore della “monnezza” italiana - ha individuato vari siti di smaltimento dei rifiuti campani e di Napoli, per lo più concentrati nell’Alta Irpinia, tra questi vi è Formicoso, dove in località Pero Spaccone nel Comune di Andretta (Av) si sta realizzando la megadiscarica di rifiuti campani e di Napoli. E’ un altopiano abitato da numerose aziende agricole confinante con la Basilicata con il fiume Ofanto che ne divide i territori. Proprio come a Vietri e Caggiano lo scorso anno, sul confine di due regioni, oggi il governo decide - servendosi dell’esercito - di recintare il sito dove sarà realizzata la megadiscarica e dichiararlo zona invalicabile di pertinenza strategica e militare.
Insomma, la schifezza italiana deve essere confinata in gran segreto e senza alcun disturbo ovunque, purché stia lontana dai centri costantemente ripuliti dal presidente-spazzino e dalle zone di potere, sotto il dominio delle lobby finanziarie. La cosa è di una gravità impressionante se si considera che il sito occuperà spazio per 3.000.000 di metri cubi di rifiuti e darà il definitivo colpo mortale ad un territorio ricchissimo di falde acquifere, grande produttore di grano e vino e proiettato nel tempo - grazie all’impegno dei suoi amministratori locali - ad essere Il centro di un progetto per il turismo eco-compatibile. No, a loro questo non interessa, il presidente-spazzino si è impegnato con i suoi elettori di ripulire la Nazione, come e con quali strumenti non è importante, tanto c’è la sua tele-informazione spazzatura a rimettere le cose a posto. Le megadiscariche sono necessarie. Se poi vengono individuate al Sud, tanto meglio, così si evita di dare spiegazioni ai “benpensanti”. Lo scorso mese di agosto il famoso cantautore Vinicio Capossela, nativo del luogo, chiamò a raccolta tutti i cittadini per protestare contro l’arroganza del governo. Migliaia di persone si riunirono nella zona del sito e sognarono con la musica di Capossela la liberazione da un incubo: questo, purtroppo, non è avvenuto rendendo necessarie altre lotte, altre sfide.
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - solidale con i cittadini Irpini, è cosciente di tutto quello che sta avvenendo, ed invita anche i cittadini lucani ad unirsi agli Irpini che hanno già ricevuto sostegno e solidarietà dalla Chiesa e da molte Amministrazioni comunali ed associazioni che, come a Scanzano, chiedono che i cittadini possano vivere in pace sulla propria terra.
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