Autorizzati 4 nuovi pozzi nel Parco della Val d'Agri

Mentre la gestione del Parco è "congelata" dai ricorsi incrociati della Regione Basilicata e del Ministero dell'Ambiente, la Giunta autorizza la messa in produzione di 4 pozzo ricadenti nel perimetro del Parco stesso.
22 gennaio 2009
OLA | Organizzazione Lucana Ambientalista

Focus paesaggio Val d'Agri Mentre la gestione del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d'Agri-Lagonegrese è "congelata" - dai ricorsi incrociati della Regione Basilicata e del Ministero dell'Ambiente - sul nome del Commissario, la Giunta Regionale della Basilicata - con proprie recenti Deliberazioni del 29 e 30 Dicembre 2008 - ha autorizzato la messa in produzione di 5 nuovi pozzi petroliferi, di cui 4 ricadenti nel perimetro del Parco Nazionale, in cui vige il "divieto di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi, nonché di attività petrolifere nell'area parco" ai sensi dell'art. 3, lettera "n" del DPR 8 Dicembre 2007.

La Giunta Regionale della Basilicata – fa notare la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini – ha, infatti, autorizzato la messa in produzione di 4 nuovi pozzi ENI denominati "Agri 1OR-A", "Agri 1 OR-B", "Cerro Falcone 6 OR", e "Cerro Falcone 9OR", nel territorio comunale di Marsiconuovo.

In proposito, la nostra Organizzazione ha chiesto alla Direzione Protezione della Natura del Ministero dell'Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare di intervenire con urgenza sulla Regione affinché verifichi la correttezza formale delle procedure seguite dagli Uffici del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, sospendendo di conseguenza l'efficacia dell'autorizzazione in oggetto.

La Regione Basilicata – per valutazione della OLA - avrebbe aggirato i vincoli imposti dal Decreto Istitutivo del Parco ricorrendo all'espediente dell'accordo sottoscritto nel 2001 fra Ministero dello Sviluppo Economico e Regioni, per la concessione di coltivazione di idrocarburi in Val d'Agri (ex Volturino), in cui non risultano inclusi i nuovi pozzi petroliferi autorizzati. Inoltre, la Regione Basilicata non ha richiesto il parere obbligatorio del Ministero dell'Ambiente, essendo le nuove “attività petrolifere incluse nell’area Parco”.

E' fatto assolutamente gravissimo che la Regione aggiri le misure di salvaguardia del Parco Nazionale, negando che all'interno del perimetro dello stesso vi siano pozzi petroliferi, nonostante l'Ufficio Tutela della Natura della stessa Regione Basilicata - in un proprio report - indichi in 11 i pozzi petroliferi situati nel Parco, a cui oggi vanno aggiunti i 4 nuovi pozzi autorizzati nel mese di Dicembre. E tutto questo, mentre si profilano ulteriori autorizzazioni nell'area protetta nell'ambito dei permessi di ricerca denominati "Satriano" (ENI - Valle del Melandro), "Anzi "(ENI - Val d'Agri-Val Camastra), "Pignola" (Shell - Val d'Agri), "La Cerasa" (Shell - Valli dell'Agri-Melandro), "Grotte del Salice" (Shell - Val d'Agri-SIC/ZPS Timpa San Lorenzo), "Monte Cavallo" (Shell - Val d'Agri - Cilento Vallo di Diano/Salerno).

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