Conflitti

L’Egitto scompare dall'internet

Grazie a tutti per gli interessanti commenti e domande; seguono alcune considerazioni sugli ultimi sviluppi sul lungo black-out Internet egiziano, inclusa un’analisi trace-based ed alcune osservazioni sui Paesi vicini. Entro stamattina concluderemo questo articolo ed aspetteremo che le connessioni vengano ristabilite, speriamo il prima possibile – Jim.
11 febbraio 2011
James Cowie
Tradotto da Susanna Valle per PeaceLink
Fonte: Renesys Blog - 27 gennaio 2011

Confermiamo quanto è stato riferito stasera: in un'azione senza precedenti nella storia della rete, il governo egiziano sembra aver ordinato ai provider di servizi Internet di disattivare tutte le connessioni internazionali. I fondamentali collegamenti in fibra ottica tra l'Europa e l'Asia attraverso l'Egitto sembrano non essere coinvolti finora. Ma in Egitto tutti i servizi, ogni tipo di attività, dalle banche ai siti Internet, ai bar, alle scuole, alle ambasciate ed agli uffici del governo che si basavano su uno dei quattro grandi provider per i loro collegamenti, sono ora tagliati fuori dal resto del mondo. Link Egypt, Vodafone/Raya, Telecom Egypt, Etisalat Misr e tutti i loro utenti e partner sono, per il momento, offline.

Alle 22,34 UTC (00,34 ora locale) Renesys ha rilevato la scomparsa virtuale e simultanea di tutti i collegamenti in rete dall'Egitto nel quadro dei collegamenti Internet mondiali. Circa 3500 singoli instradamenti BGP[1] sono scomparsi, senza lasciare percorsi validi attraverso i quali il resto del mondo possa continuare a scambiare informazioni con i provider egiziani. Praticamente tutti gli indirizzi internet egiziani sono impossibili da raggiungere, da tutto il mondo.

L’immagine si riferisce alla scomparsa delle reti egiziane in Gennaio 2011

L'immagine qui sopra si riferisce alla scomparsa delle reti egiziane in Gennaio 2011.

Si tratta di una situazione completamente differente dalla limitata manipolazione della rete avvenuta in Tunisia, dove sono stati bloccati soltanto alcuni collegamenti specifici, o dell'Iran, dove Internet è stato mantenuto ma in una versione a 'scartamento ridotto', progettata per rendere le connessioni insopportabilmente lente. Le azioni del governo egiziano stanotte hanno sostanzialmente tagliato fuori il Paese dalla mappa globale della rete.

Cosa succede quando un'economia moderna ed ottanta milioni di persone vengono scollegate da Internet? Cosa avverrà domani nelle strade e sui mercati del credito? Una cosa simile non è mai avvenuta e stanno sorgendo numerosi interrogativi. Continueremo ad indagare sull'evento, e daremo aggiornamenti appena possibile. Dal momento che a partire da venerdì sera il Cairo si trova in questo blackout comunicativo senza precedenti, cercate di non distogliere il vostro pensiero dalle sorti degli egiziani.

Aggiornamento (3:06 UTC Venerdì)

Una delle pochissime eccezioni a questo blocco è stato il gruppo Noor (AS0928) che ancora mantiene attivi 83 canali Internet su 83 per i suoi utenti, incluso il normale transito in entrata da Telecom Italia. Come mai apparentemente Noor non è stato toccato dall'ordine governativo di spegnere la rete in tutto il Paese? Al momento non si sa, ma osserviamo che il sito dell'Egyptian Stock Exchange[2] è ancora online al suo indirizzo presso Noor.

I suoi record DNS A[3] indicano che l'ESE è raggiungibile normalmente da quattro indirizzi IP[4], uno solo dei quali appartiene a Noor. La diversità della scelta dei canali è segno di una precisa pianificazione da parte dello staff informatico dello Stock Exchange, e sembra essere stata efficace. Il governo egiziano ha fatto in modo che Noor rimanesse attivo in modo che i mercati azionari possano aprire regolarmente la settimana prossima?

Aggiornamento (17:30 UTC Venerdì)

La situazione del routing in Egitto è tuttora sconfortante, con all'incirca il 93% delle reti egiziane al momento irraggiungibili. Renesys non ha notato miglioramenti o cambiamenti significativi nel routing internazionale egiziano, durante la notte.

Abbiamo esaminato quest'azione di oscuramento più da vicino, osservando la sequenza in cui i provider egiziani sono stati rimossi da Internet. Lo schema qui sotto mostra il numero di reti disponibili per ciascuno dei providers più importanti tra le 22:00 e le 23:00 UTC ieri sera (tra mezzanotte e l'una al Cairo).

Le reti egiziane raggiungibili globalmente (Gennaio 2011)

La novità è che non c'è stato un evento simultaneo a monte; ogni provider di servizi ha realizzato separatamente il compito di oscurare la propria parte della rete in Egitto:

  • Telecom Egypt (AS8452), il provider di riferimento a livello nazionale, ha iniziato il processo alle 22:12:43.
  • Raya si è unita un minuto più tardi, alle 22:13:26.
  • Link Egypt (AS24863) ha iniziato ad andare offline 4 minuti più tardi, alle 22:17:10.
  • Etisalat Misr (AS32992) ha agito due minuti dopo, alle 22:19:02
  • Internet Egypt (AS5536) sei minuti dopo, alle 22:25:10.

Prime impressioni: la sequenza fa pensare a persone che ricevano delle telefonate, una alla volta, con la richiesta di andare offline. Non si tratta di un sistema automatizzato che oscuri tutti i server in una volta, ma i provider di riferimento e successivamente gli altri seguono docili uno alla volta finché l'Egitto viene ridotto al silenzio.

Aggiornamento (14:00 UTC Sabato)

Il black-out dell'Egitto continua per il suo secondo giorno consecutivo, senza mutamenti sostanziali durante la notte. Il governo sembra essersi messo in una posizione difficile, visto che domani (domenica, N.d.T.) insieme alla settimana lavorativa in Egitto avranno inizio incredibili danni all'economia ed al rating del debito pubblico, in seguito alla perdita delle comunicazioni attraverso Internet ed i cellulari. Ogni ora che passa, il persistente blackout delle comunicazioni porta a conoscenza di tutti il fatto che è stato completamente mancato l'obiettivo di riprendere il controllo di questa situazione in continuo mutamento.

Distribuzione dei tempi di latenza nel traceroute tra New York e l'Egitto, 28 gennaio 2011

Distribuzione dei tempi di latenza nel traceroute tra New York e l’Egitto, 28 gennaio 2011.

Il tracciato mostra i ritardi in entrambe le direzioni tra New York e l'Egitto nei giorni precedenti il blackout. Lo sfondo blu mostra il numero di tracce che hanno raggiunto con successo la loro destinazione nel Paese. C'è qualche variazione nella latenza subito prima dell'oscruramento, ma non più di quanto venga considerato normale in Egitto. Non si vedono quindi prove di restringimento o congestione intenzionale delle connessioni Internet nazionali prima del blackout, ma sembra che si sia passati direttamente dal piano A (blocco di Twitter e Facebook) al piano Z (oscurare Internet) senza passare per alcuna soluzione intermedia. L'Iran ha scelto il più ingegnoso metodo del congestionamento e controllo delle linee dopo le elezioni, dall'esito dubbio, del 2009.

Ci è anche stato chiesto in più occasioni se altri Paesi nella regione stiano preparando uno "spegnimento forzato" e se ci siano già delle interruzioni, per esempio in Siria. La risposta è, per adesso, no. La connessione Internet della Siria sembra essere piuttosto stabile, come altre nella regione, e nessuno ha avuto significativi problemi di connessione finora.

Prevedo che l'esperimento di "spegnimento forzato" dell'Egitto servirà di lezione: i costi in termini economici e di immagine sono di gran lunga superiori ai benefici derivanti dal riguadagnare un totale controllo dell'informazione.

Facciamo anche notare che sembrano non esserci state significative interruzioni nel traffico Internet di altri Paesi attraverso l'Egitto, o sui collegamenti in fibra ottica come SMW-4[5] e FLAG FEA[6].

Come abbiamo notato in precedenza, la maggior parte delle connessioni tra l'Europa e l'Asia passa attraverso l'Egitto. Gli Stati del Golfo, in particolare, dipendono in maniera critica dal corridoio di fibra ottica egiziana per la connessione ai mercati mondiali. I commercianti di beni di consumo sono già preoccupati quanto all'impatto potenziale sui prezzi del petrolio di qualsiasi chiusura del canale di Suez, ma i rischi potenziali per la connettività globale attraverso l'Egitto sono ugualmente significativi, e molto meno ampiamente compresi.

Quelli che sono riuniti a Davos stanno pensando a queste cose? Dovrebbero.

Le reti egiziane raggiungibili globalmente (Gennaio 2011)
Note: 1] Il Border Gateway Protocol (BGP) è un protocollo di rete usato per connettere tra loro più router che appartengono a sistemi autonomi (Autonomous System, AS) distinti e che vengono chiamati router gateway. È quindi un protocollo di routing inter-AS, nonostante possa essere utilizzato anche tra router appartenenti allo stesso AS (nel qual caso è indicato con il nome di iBGP, Interior Border Gateway Protocol), o tra router connessi tramite un ulteriore AS che li separa.

2] La borsa egiziana.

3] Il DNS (Domain Name System) è il sistema che fa corrispondere un codice numerico assegnato ad un determinato sito internet in un testo. In breve è l'elenco telefonico dell'internet.

4] L’indirizzo IP è un numero univoco che identifica qualsiasi dispositivo collegato ad una rete informatica. Conoscendo tale indirizzo e l'ora in cui è stato utilizzato è possibile risalire alla macchina e alla sua locazione geografica.

5] Il progetto South East Asia-Middle East-West Europe 4 è un sistema di cablaggio sottomarino di ultima generazione che collega l’Asia meridionale all’Europa attraverso il subcontinente indiano ed il Medio Oriente.

6] Il Fiber-Optic Link Around the Globe (FLAG) è un cavo sottomarino di comunicazione, lungo 28.000 km e formato da fibre ottiche, che collega il Nord America col Giappone. Il cavo è gestito dalla società indiani Flag Telecom, sussidiaria di Reliance Communications. Il segmento Europa-Asia, installato nel 1990, è il quarto cavo sottomarino più lungo al mondo.
Tradotto da Susanna Valle per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
N.d.T.: Titolo originale: Egypt Leaves the Internet

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