Conflitti

Diario di guerra

Carneficina a Tripoli

Una nave Nato ha attraccato vicino a Tripoli, consegnando armi pesanti. L’hotel, nel quale mi trovo, è sotto un tiro nutrito
22 agosto 2011
Thierry Meyssan (Intellettuale francese, presidente-fondatore di Réseau Voltaire)

CARNEFICINA DELLA NATO A TRIPOLI (Thierry Meyssan, http://www.voltairenet.org/Carnage-de-l-OTAN-a-Tripoli )

Sabato 20 agosto alle 20, all’ora dell’Iftar, la rottura del digiuno del ramadan, la Nato ha lanciato l’Operazione Sirena.
Le Sirene sono altoparlanti delle moschee che sono stati utilizzati per lanciare un appello di Al Qaeda alla rivolta. Immediatamente le cellule dormienti dei ribelli sono entrate in azione. Si è trattato di piccoli gruppi molto mobili, che hanno moltiplicato gli attacchi. I combattimenti nella notte hanno fatto 350 morti e 3.000 feriti.
La situazione si è stabilizzata nella giornata di domenica.
Una nave Nato ha attraccato vicino a Tripoli, consegnando armi pesanti e sbarcando jihadisti di Al Qaeda, inquadrati da ufficiali della Nato stessa.
 I combattimenti sono ripresi nella notte. Con grande violenza. I droni e gli aerei della Nato bombardano ovunque. Gli elicotteri mitragliano le persone nelle strade per aprire la strada ai jihadisti.
 In serata un convoglio di auto ufficiali che trasportavano personalità di primo piano del governo è stato attaccato. Si è rifugiato all’hotel Rixos dove alloggia la stampa straniera. La Nato non ha osato bombardare per non uccidere i propri giornalisti. L’hotel, nel quale mi trovo, è sotto un tiro nutrito.
Alle 23,30, il Ministero della Salute ha constatato che gli ospedali sono saturi. All’inizio della serata si contavano già  1.300 morti e 5.000 feriti.
La Nato aveva ricevuto per missione dal Consiglio di Sicurezza di proteggere i civili. In realtà, si stanno rinnovando i massacri coloniali.
Ore 1. Khamis Gheddafi è venuto personalmente a consegnare delle armi per difendere l’hotel. E’ ripartito. combattimenti sono molto violenti tutto intorno.
Note: Traduzione di Marinella Correggia

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