Il Senato USA frena la RIAA

Oggi, per identificare un utente Internet, basta solo riempire un modulo e inviarlo al provider. Il Senato USA si dice pronto a modificare le norme e si dà sei mesi di tempo.
11 settembre 2003
Francesco Caccavella (f.caccavella@html.it)
Il Senato degli Stati Uniti potrebbe rivedere la legge sul copyright, il famigerato Digital Millennium Copyright Act (DMCA) che nei giorni scorsi ha permesso alla lobby delle case musicali di portare in giudizio 261 utenti Internet accusati di scambiare file protetti dal diritto d'autore sulle reti Peer to Peer.

L'indicazione emerge da un'audizione della Judiciary Committee del Senato americano tenuta ieri a Washington, presenti i rappresentanti della RIAA e del provider Verizon.

Al centro della controversia c'è la sezione 512 del DMCA. In questa parte si consacra il diritto di chiunque detenga diritti d'autore su una particolare opera di chiedere ed ottenere dal provider informazioni riservate di qualsiasi utente Internet, senza passare per la decisione di un giudice ma solo attraverso una procedura burocratica di autorizzazione.

«Basta riempire un solo modulo in cui si conferma la buona fede dei propri sospetti sulla violazione di un copyright e si può identificare chiunque utilizzi la rete Internet», ha dichiarato William Barr, consulente legale di Verizon.

Verizon è stato il provider che più di tutti si è opposto alle richieste di identificazione emesse dalla RIAA. Nella scorsa primavera fu costretta tuttavia, da una sentenza, a fornire i nomi di quattro suoi utenti accusati di violazione del copyright.

Lo stesso presidente della Judiciary Committee (una sorta di "Commissione Giustizia") ha dichiarato di trovarsi d'accordo con le perplessità esposte dal rappresentante di Verizon. Nei prossimi 6 mesi la commissione esaminerà gli atti del DMCA per verificarne l'applicazione pratica. Se dovessero emergere abusi nei confronti della privacy degli utenti il DMCA potrà anche essere corretto.

Articoli correlati

  • Derechos de autor, olè!
    CyberCultura
    Sentenza della Corte di Giustizia europea sul caso Promusicae-Telefonica: la tutela della privacy prevale sulla difesa del diritto d'autore.

    Derechos de autor, olè!

    Ma l'interpretazione della sentenza appare sibillina. IFPI non ci sta e dichiara: “la sentenza conferma che gli stati membri possono continuare a richiedere i dati degli utenti ai fini di procedimenti civili”. Ribatte Altroconsumo: “Il problema è un altro, trovare un nuovo modello per distribuire legalmente i contenuti online”.
    31 gennaio 2008 - Loris D'Emilio
  • CyberCultura

    Invidiando l'Inghilterra

    15 miliardi di euro di investimento in fibre e computer, per la rete delle meraviglie. L'ex monopolista britannico, BT, sta cominciando a costruire la rete convergente del XXI secolo. E comincia ad attivarla dall'«arretrato» Galles
    21 settembre 2006 - Franco Carlini
  • Il pedoporno e i pericoli del P2P
    CyberCultura

    Il pedoporno e i pericoli del P2P

    La pratica dei processi in Italia suggerisce una correlazione tra lo sharing di musica e film e la circolazione di pornografia infantile. E' bene sapere come stanno le cose, per evitare sorprese
    Avv. Daniele Minotti
  • CyberCultura

    Il Vaudeville offre una lezione di musica alla Sony BMG

    Qualche mese fa si è scoperto che la Sony vendeva dei CD in grado di spiare gli utenti e spedire le informazioni raccolte alla compagnia. Questo caso è emblematico del tentativo in corso di restringere le libertà digitali.
    Cory Doctorow
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)