La Campagna "Un futuro senza atomiche" consegna le firme al Parlamento italiano
1. Il territorio della Repubblica Italiana, ivi compresi lo spazio aereo, il sottosuolo e le acque territoriali, è ufficialmente dichiarato “zona libera da armi nucleari”.
2. Il transito e il deposito, anche temporaneo, di armi nucleari e di parti di armi nucleari non è ammesso in nessuna circostanza sul territorio della Repubblica, così come individuato al comma 1.
3. Il Governo provvede ad adottare tutte le misure necessarie, sia a livello nazionale che internazionale, per assicurare la piena applicazione del presente articolo entro e non oltre il termine di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 2 - Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Della Repubblica.
La campagna "Un futuro senza atomiche" è stata promossa da 53 associazioni, reti e media italiani. La raccolta delle firme è stata fatta su moduli vidimati da Comuni e Tribunali; l'identità di ogni sottoscrittore è stata autenticata da pubblici ufficiali; infine, il Comune di residenza di ogni firmatario ne ha certificato la presenza nelle liste elettorali, allegando il numero di iscrizione.
Per proseguire questo lavoro, nei sei mesi stabiliti dalla normativa di legge (da ottobre a marzo), si sono costituiti oltre 90 Comitati locali.
Sono state raccolte firme in tutte le Regioni italiane ed in 64 Province. Tre Regioni hanno fatto la parte del leone: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna che, insieme, consegnano alla Camera dei Deputati oltre la metà di tutte le firme, circa 35.000. Il dato si spiega con motivi diversi: nel Veneto le associazioni e il mondo cattolico sono da molto tempo attivi per il disarmo, ed impegnati contro la costruzione della base Dal Molin a Vicenza. Nella sola Provincia di Vicenza sono stati oltre 5.000 i sottoscrittori, la stessa cifra della Provincia di Padova. In Lombardia, metà delle firme arriva dalla Provincia di Brescia, nel cui territorio si trova una delle due basi militari (l'aeroporto dell'Aeronautica Militare Italiana di Ghedi) ospitanti armi nucleari di cui questa proposta di legge chiede lo smantellamento. La Regione Emilia Romagna è guidata dalla sorprendente raccolta di firme avvenuta a Reggio Emilia, dove tradizionalmente associazionismo laico e gruppi cattolici di base si impegnano a promuovere una cultura di pace.
Gli scatoloni contenenti le firme certificate saranno accompagnati dagli elenchi delle adesioni alla Campagna provenienti da Parlamentari (una trentina) ed Enti Locali. I Parlamentari si impegnano così a proseguire nelle Commissioni ed in Aula il dibattito sull'approvazione della proposta di legge. Parallelamente circa 200 tra Comuni e Province hanno dimostrato - approvando mozioni di sostegno alla Campagna - di ben rappresentare la volontà di pace dei propri cittadini.
Ricordiamo che i primi due firmatari della proposta di legge d'iniziativa popolare, in una cerimonia avvenuta a Ghedi (Brescia) il 30 settembre, furono proprio i due sindaci di Aviano e Ghedi.
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