Carattere politico dei movimenti di contestazione
I movimenti di conservazione della natura, dei beni culturali, e di lotta agli inquinamenti sono nati in ambiente essenzialmente borghese, di "classe media". E' questa l'estrazione della comunità ecologica accademica, delle prime associazioni di difesa della natura, di Italia Nostra, del WWF, del Club di Roma. Le persone che si sono mobilitate hanno riconosciuto che si affacciavano nuovi diritti: il diritto all'aria pulita, il diritto degli animali e dei vegetali a vivere e ad essere protetti da molte violenze dovute alla speculazione, all'arroganza del potere economico.
Per un certo periodo di tempo la "sinistra", e soprattutto la sinistra "operaia", hanno visto con sospetto la nuova passione per l'"ecologia", accusata di essere reazionaria, di sostenere una operazione anti-industriale e anti-moderna, che minacciava di mettere in pericolo i posti di lavoro. Meriterebbe a questo proposito di essere analizzata la stampa dei movimenti della sinistra e soprattutto della sinistra extra-parlamentare, quella che in qualche momento ha definito l'ecologia la "scienza delle contesse".
Per inciso il rigetto della sinistra e della classe operaia per l'ecologia è risultata coincidente con il rigetto organizzato dalla stampa industriale ed economica che ha, con lungimiranza, intravvisto il pericolo che la contestazione ecologica diventasse un nuovo movimento "cartista" o "socialista" o "luddista", comunque sovversivo.
Un capitolo importante, per il peso che il partito ha avuto nella politica e nei rapporti con intellettuali e studiosi italiani, riguarda l'attenzione del Pci e dei suoi dirigenti verso i problemi ambientali (nucleare, caccia, pesticidi, inquinamenti), in un periodo in cui pure molti comunisti si sono sforzati di "leggere" o rileggere gli scritti di Marx, Engels, Lenin, alla ricerca di una "anticipazione" dell'attenzione marxista per la natura. Sarebbe interessante studiare i volti di questo eco-marxismo, oltre che in Italia, in Germania, nei paesi anglosassoni, nei paesi comunisti (Unione sovietica, Cina, forse Polonia e Cecoslovacchia), nonchè nei paesi latino-americani.
Finora ho esaminato il problema della storia della nascita dell'attenzione per l'ecologia e l'ambiente praticamente nei paesi industriali occidentali. Ancora da esplorare sono la nascita e lo sviluppo della stessa attenzione nei paesi del Sud del mondo. In un primo tempo c'è stata una forma di rigetto per un'ecologia che veniva interpretata come una nuova forma di imperialismo e colonialismo dei paesi ricchi del Nord del mondo, con i loro "buoni" consigli di fermare lo "sfruttamento" della natura, i consumi e l'aumento della popolazione. Esempi di questi conflitti si sono avuti in occasione della campagna per la "difesa" dell'Amazzonia, con molti riflessi anche in Europa e in Italia.
Successivamente ci sono state numerose iniziative di nascita di una ecologia dei paesi del Sud del mondo, anche con varie forme di eco-femminismo. Le fonti di questa storia si possono cercare nei documenti dei gruppi partecipanti ai vari convegni di organizzazioni non governative che hanno affiancato le conferenze delle Nazioni Unite.
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