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Bonifica dei terreni a Taranto. PeaceLink invita il Presidente della Provincia a emanare un'ordinanza nei confronti di chi ha inquinato il quartiere Tamburi

18 novembre 2014
Redazione Peacelink

il quartiere tamburi e l'ilva di taranto

In questi giorni si rincorrono voci di un imminente inizio di quelle bonifiche dei terreni delle scuole del quartiere Tamburi di Taranto che erano state più volte annunciate prima lo scorso anno e poi all'inizio di quest'anno.

Gli spazi verdi delle scuole e le aree gioco del quartiere Tamburi sono infatti contaminate sopra i limiti di legge.

La relazione ufficiale presente sul sito della "Cabina di regia per gli interventi urgenti di bonifica" (http://www.commissariodelegatoemergenza.it/taranto) attesta la "presenza di Metalli, Idrocarburi pesanti, PCB e IPA in concentrazioni superiori alle rispettive CSC (concentrazione soglia di contaminazione)".

Era prevista l'esecuzione della caratterizzazione, l'elaborazione dell'Analisi di Rischio sito specifica, la redazione del Progetto di Bonifica e l'esecuzione dell'intervento di bonifica per le seguenti aree:

COMUNE DI TARANTO - "Cimitero di San Brunone" Caratterizzazione, analisi di rischio e bonifica dei suoli
COMUNE DI TARANTO - "Scuola De Carolis, Scuola Deledda, ex Scuola D'Aquino" Caratterizzazione,analisi di rischio e bonifica dei suoli
COMUNE DI TARANTO - Bonifica del Quartiere Tamburi di Taranto

Nella documentazione ufficiale nel sito della Cabina di Regia per le bonifiche si legge:

"Le elaborazioni e le considerazioni effettuate in sede di Analisi di Rischio hanno evidenziato la effettiva contaminazione del sito (...) Il Top soil (0-0,1m) risulta contaminato da PCB che determinano rischio sanitario (cancerogeno) e Selenio che determina rischio ambientale. Il Suolo Superficiale (0-1m) risulta contaminato da Tallio che determina rischio sanitario (tossico) per il recettore bambino e rischio ambientale (per la risorsa idrica sotterranea), e da Selenio, Idrocarburi Pesanti, PCB e Zinco che determinano rischio ambientale".

In altre parti della documentazione emerge una grave contaminazione da piombo (inquinante neurotossico) che è estremamente pericoloso in quanto può provocare un danno irreversibile al cervello dei bambini. Le analisi effettuate su urine e sangue attestano una preoccupante presenza nel corpo dei tarantini di piombo, anche nei bambini.

In presenza di un accertato rischio per la salute, la Provincia di Taranto ha nel 2013 vietato agli studenti di scuola media superiore di andare nei locali scolastici del quartiere Tamburi: il Commissario prefettizio bloccò infatti il trasferimento del Liceo Artistico Lisippo presso la scuola Deledda.

Contemporaneamente il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, ha consentito ai bambini di scuola elementare di frequentare le scuole nel quartiere Tamburi.

Taranto è la città dei paradossi: nel quartiere Tamburi possono andare a scuola i bambini ma non i ragazzi. Per i primi non ci sarebbe pericolo, per i secondi sì.

In una situazione così anomala, erano più che mai attesi gli interventi di bonifica dei terreni inquinati.

Le attività di bonifica delle aree pubbliche del quartiere Tamburi erano previste dal ”Protocollo d’intesa per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto” del 26 luglio 2012.

Vi è tuttavia un grave problema che a nostro parere non è stato risolto e da cui dipendono gli stessi interventi di bonifica.

Ci chiediamo infatti se la Provincia e il Comune di Taranto abbiano individuato i responsabili del superamento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione in applicazione dell’art. 244 del D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., come da noi richiesto all'allora Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, nell'incontro del maggio 2013. A seguito di quella richiesta l’avv. Maurizio Pernice del suddetto Ministero inviava all'Amministrazione provinciale di Taranto il 23/05/2013 una richiesta di provvedere ai sensi dell’art. 244 e cioè di individuare i responsabili prima di procedere ai lavori di bonifica.

Tale missiva del Ministero dell'Ambiente è stata da noi consegnata durante durante una seduta della Cabina di regia per le bonifiche a tutti i presenti ed in particolare ai referenti istituzionali considerato che da notizie informali avevamo appreso che non ancora non era stata ricevuta.

In sostanza il rischio è che si avviino lavori di rimozione del terreno per la bonifica dei Tamburi modificando lo stato dei luoghi e impedendo l’accertamento delle responsabilità degli inquinatori. Ricordiamo che le risorse che si stanno utilizzando per i lavori sono pubbliche e che quindi non stiamo applicando il principio “Chi inquina paga”; e aggiungiamo che ciò, oltre ad essere una violazione di una norma, è anche una scelta assurda in un periodo in cui le risorse pubbliche sono ancora più scarse del solito. Le bonifiche vanno fatte a carico di chi ha inquinato, non del contribuente.

Rendiamo pubblico al nuovo Commissario per gli interventi urgenti di bonifica di Taranto, Vera Corbelli, che tutta la documentazione l'abbiamo consegnata alla Procura della Repubblica.

Facciamo accoratamente presente anche al nuovo Presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano che alla Provincia spetta l'attuazione dell'articolo 244 del D.Lgs. 152/2006 che recita:

1. Le pubbliche amministrazioni che nell'esercizio delle proprie funzioni individuano siti nei quali accertino che i livelli di contaminazione sono superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione, ne danno comunicazione alla regione, alla provincia e al comune competenti.

2. La provincia, ricevuta la comunicazione di cui al comma 1, dopo aver svolto le opportune indagini volte ad identificare il responsabile dell'evento di superamento e sentito il comune, diffida con ordinanza motivata il responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del presente titolo.
3. L'ordinanza di cui al comma 2 è comunque notificata anche al proprietario del sito ai sensi e per gli effetti dell'articolo 253.

Al nuovo presidente della Provincia Martino Tamburrano facciamo presente che a lui spetta il compito di diffidare "con ordinanza motivata il responsabile della potenziale contaminazione", così come prevede la legge. Se questo non viene fatto l'Italia incorrerà nelle conseguenze della procedura europea di infrazione. Non solo: le stesse amministrazioni potrebbero dover rendere conto di fronte all'autorità competente della ragione per la quale a Taranto non viene applicato il principio "chi inquina paga".

Invitiamo pertanto il Presidente della Provincia a emanare un'ordinanza nei confronti di chi ha inquinato il quartiere Tamburi al fine di applicare - come richiede la legge italiana e la normativa europea - il principio "chi inquina paga".

 

Per PeaceLink

 

Fulvia Garvame - responsabile nodo PeaceLink Taranto
Alessandro Marescotti - presidente nazionale di PeaceLink
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