Costruire convergenze per la pace

Due campagne, un’unica voce contro il riarmo

PeaceLink aderisce alla campagna Stop Rearm Europe, promossa da ARCI e da altre realtà impegnate nella difesa della pace e dei diritti umani. Al tempo stesso fa parte di una precedente mobilitazione nata subito dopo la scellerata decisione della Commissione Europea di varare il piano di riarmo.
11 aprile 2025

L'UE si riarma

In un’Europa attraversata da crescenti tensioni internazionali e da un allarmante incremento delle spese militari, si moltiplicano le voci della società civile che si oppongono con determinazione alla logica del riarmo.

PeaceLink ha aderito con convinzione alla campagna Stop Rearm Europe, promossa da ARCI e da altre realtà impegnate nella difesa della pace e dei diritti umani. Una mobilitazione importante, che si inserisce nel solco della tradizione pacifista europea e rappresenta un appello chiaro ai governi: basta alimentare la spirale bellica, è tempo di investire nella diplomazia, nel disarmo e nella giustizia sociale.

Ma non si tratta di un’iniziativa isolata.

Fin dall’inizio di marzo - ne avevamo parlato sul bollettino Albert - ha preso forma un’altra campagna, che ha anticipato quella di cui sopra. E' infatti partita da una raccolta firme visibile su www.peacelink.it/noriarmo, che faceva riferimento alla Giornata Globale di Azione sulla Spesa Militare (GDAMS), promossa dall’International Peace Bureau (IPB).

E' una campagna nata come opposizione all'invio di armi in Ucraina e poi evolutasi in campagna contro il piano di riarmo europeo. Ha saputo aggregare attorno a sé una vasta gamma di gruppi e singoli attivisti pacifisti, con un approccio orizzontale e partecipativo. Questa iniziativa ha dato vita a una serie di incontri online molto partecipati, favorendo il confronto, la condivisione di idee e la costruzione di una rete viva e reattiva. Ne è nato un Coordinamento No Riarmo, che lavora per unire le forze contro le politiche di militarizzazione dell’Europa.

Le due campagne – pur nate in tempi e contesti diversi – possono convergere verso la costituzione di gruppi locali di coordinamento per promuovere iniziative contro il riarmo. Le due campagne sono due parti complementari dello stesso impegno: quello di chi non si rassegna all’inevitabilità della guerra e crede nella forza della cooperazione, della nonviolenza e del disarmo. È proprio dalla collaborazione di questi due coordinamenti - nati ognuno motu proprio - che può emergere una ricchezza di proposte, di linguaggi, di strategie. L’importante è continuare a costruire ponti di dialogo, spazi comuni di riflessione e azioni condivise, affinché il fronte pacifista non si disperda, ma cresca nella pluralità e nella coerenza.

In un tempo in cui il rumore delle armi sembra sovrastare le parole della pace, è fondamentale tenere accese le luci della speranza. Le campagne contro il riarmo, con tutte le loro articolazioni, stanno tracciando una strada. Starà a tutti noi – gruppi, associazioni, singoli cittadini – percorrerla insieme, con passo deciso e visione lunga.

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