«Diaz, sono 28 i poliziotti colpevoli»
Genova. «Fu una spedizione punitiva» per i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini. E hanno chiuso la loro requisitoria chiedendo pene complessive per circa 110 anni per 28 poliziotti, tra cui i vertici della polizia, Francesco Gratteri (Direzione anticrimine centrale) e Giovanni Luperi (Servizi segreti) per il sanguinoso blitz nelle scuole Diaz e Pascoli, avvenuto la notte del 21 luglio 2001, durante il G8. Una sola la richiesta di assoluzione: è per il poliziotto, Alfredo Fabbrocini. La sentenza del tribunale, presieduto da Gabrio Barone, è prevista in autunno. Le richieste variano da 3 mesi a 5 anni di reclusione, ma per quasi tutti gli imputati sono state chieste le attenuanti generiche. «Così si accorceranno i tempi della prescrizione» commenta amaramente Stefano Bigliazzi, legale di parte civile. Per Luperi e Gratteri, accusati di falso ideologico, calunnia e arresto illegale (che ha sostituito l’abuso d’ufficio), chiesti 4 anni e 6 mesi per ciascuno. «Non sono rimasti dietro la scrivania ad aspettare - ha detto il pm Zucca - ma sono generali scesi in campo con casco e manganello al fianco della truppa. Comportamenti come questi minacciano la democrazia più del lancio di molotov». La pena più alta (5 anni) è stata chiesta per il vicequestore romano Pietro Troiani (l’accusa: calunnia, falso e porto di armi da guerra): secondo i pm con l’autista Michele Burgio (chiesti 4 anni) portò nella scuola le due molotov poi utilizzate come false prove contro i 93 noglobal presenti nella Diaz, picchiati, arrestati per associazione a delinquere, poi prosciolti dal Gip. E per i «falsi» verbali sottoscritti (l’accusa: falso, calunnia e arresto illegale) chiesti 4 anni e 6 mesi per Gilberto Caldarozzi all’epoca vice dello Sco, Filippo Ferri dirigente della Mobile della Spezia, Massimiliano Di Bernardini vicequestore romano, Fabio Ciccimarra vicequestore napoletano, Nando Dominici capo della Mobile di Genova, Spartaco Mortola all’epoca dirigente della Digos di Genova e Carlo Di Sarro vicequestore alla Digos di Genova, per Vincenzo Canterini all’epoca comandante del I reparto Mobile di Roma, per il suo vice Michelangelo Fournier (3 anni e 6 mesi) e per 8 capisquadra. Fournier fu il primo a descrivere ai pm come una «macelleria messicana» i pestaggi fatti dai poliziotti nella scuola ai quali si ribellò urlando «Basta» e togliendosi con rabbia il casco. Per il finto accoltellamento - altro episodio «sospetto» contestato alla polizia - dell’agente Massimo Nucera, avallato dal suo superiore Maurizio Panzieri, i pm hanno chiesto 4 anni a testa mentre per Luigi Fazio, sovrintendente Ps, accusato di percosse, 3 mesi. E ancora: chiesti 4 anni per il commissario capo Salvatore Gava (per l’irruzione arbitraria nella scuola Pascoli, sede del media center del Genoa Social Forum), per l’ispettore Massimo Mazzoni (Sco), il sovrintendente Renzo Cerchi e l’ispettore superiore Davide Di Novi. «I pm hanno fatto un ottimo lavoro, ma non sono contento» dice Mark Covell, il free lance inglese picchiato dai poliziotti davanti alla Diaz. «Il pm Zucca - afferma Lorenzo Guadagnucci, un altro giornalista picchiato alla Diaz - ha sottolineato un fatto importante: ”comportamenti” come questi minacciano la democrazia più del lancio delle molotov». Per l’eurodeputato Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum ai tempi del G8, «le richieste dei pm sembrano proporzionate all’estrema gravità dei fatti contestati ai rappresentanti delle forze dell’ordine».
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