Nicaragua - Da Fox alla Zetterberg passando per Zoilamérica. Continuano gli attacchi mediatici al governo nicaraguense
L'attacco sistematico all'operato del governo del presidente Ortega da parte dei principali mezzi di comunicazione del paese e di una buona fetta della cosiddetta "società civile", ha ormai valicato le frontiere e si è trasformata in una vera e propria strategia mediatica di disinformazione e di ingerenza esterna nella politica nazionale.
Una politica da sempre usata contro il governo cubano ed ora diretta contro i governi che hanno promosso politiche di cambiamento all'interno del continente americano, come sta accadendo in Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua e nelle ultime settimane, in Honduras, colpevole quest'ultimo di aver ratificato l'entrata nell'Alternativa Bolivariana delle Americhe (ALBA).
Il Nicaragua, poi, mostra tutta una serie di particolarità nell'applicazione di tale strategia. È indubbio infatti, che il governo nordamericano, di fronte all'inarrestabile crisi della sua egemonia nel continente, abbia iniziato ad utilizzare strategie diverse rispetto al passato, cercando di coinvolgere negli attacchi mediatici al governo non solo le docili "elítes criollas", ma anche quei settori della società civile e partiti politici, dal passato sandinista, che stanno diventando, coscientemente o meno, funzionali a questa stessa strategia (come interpretare altrimenti.la noncuranza con la quale MRS, conservatori, liberali, ong di varia estrazione ed impresa privata marciano insieme e fanno alleanze contro una fantomatica "dittatura"?).
Non è quindi un caso che negli ultimi mesi l'ambasciata statunitense in Nicaragua abbia messo a disposizione di queste organizzazioni centinaia di migliaia di dollari, per implementare progetti a favore del voto della cittadinanza durante le prossime elezioni di novembre. Non è nemmeno un caso che molte di tali organizzazioni siano sul libro paga di agenzie statunitensi come il National Endowment for Democracy (NED), il National Democratic Institute (NDI), la Agencia de los Estados Unidos para el Desarrollo (USAID), la Red PROBIDAD con l'auspicio del Instituto de la Sociedad Abierta / Open Society Institute (OSI) e il tristemente famoso International Republican Institute (IRI), della poco compianta Jeane Kirkpatrick, falco dell'era Reagan.
È quindi in questo contesto che si dovrebbero leggere le ultime apparizioni in Nicaragua dello scrittore Vargas Llosa e dell'ex presidente messicano Vicente Fox, gli insulti e gli attacchi personali a Ortega e Chávez da parte del famoso commentatore televisivo di origine peruviana, radicato negli Stati Uniti, Jaime Baily, l'aver nuovamente disotterrato e riproposto, come accade nel paese alla vigilia di ogni elezione, la storia della figliastra di Ortega, Zoilamérica Narváez ed alcune prese di posizione di personaggi della diplomazia europea, come nel caso dell'ambasciatrice svedese Eva Zetterberg.
Più delicato, invece, il tema delle reazioni di alcuni gruppi femministi del Paraguay e dell'Honduras, contro la presenza di Ortega nei loro paesi per partecipare all'insediamento alla presidenza di Fernando Lugo e per la firma dell'entrata dell'Honduras nell'ALBA. Reazioni di rifiuto enormemente ingigantite dai mezzi di comunicazione nicaraguensi, rispolverando, come detto, il caso delle presunte violenze contro la figliastra.
Anche su questo tema, ampiamente dibattuto nel passato, resta comunque la sensazione di una certa funzionalità alle strategie nordamericane e delle oligarchie centroamericane e viene da chiedersi come mai questi movimenti che oggi inveiscono contro il presidente nicaraguense, non l'abbiano fatto anni fa, quando la notizia ha fatto il giro del mondo.
Che l'attuale governo Ortega non sia tutto rose e fiori e che le strategie a volte adottate siano poco condivisibili od addirittura condannabili (vedi il caso della cancellazione della personalità giuridica a MRS e PC, quello della penalizzazione dell'aborto terapeutico, la lentezza nell'approvazione del Banco de Fomento o della Riforma Tributaria o il difficile equilibrio di aprirsi all'ALBA restando con un piede nel CAFTA, nell'Accordo di Associazione con l'Unione Europea, solo per citarne alcuni) l'abbiamo più volte detto nei mesi scorsi, ma ciò non toglie che il paese abbia imboccato un percorso diverso rispetto al passato e che stia lentamente (come sarebbe possibile il contrario?) cercando alternative che, per la prima volta in 17 anni, favoriscano veramente i settori più poveri della popolazione.
Contro questa alternativa, con un'irruenza paragonabile solamente a quella degli anni 80, questa volta però senza le armi, si è scatenata la campagna ideologica e mediatica della destra nazionale ed internazionale.
Vicente Fox è arrivato in Nicaragua per una conferenza finanziata dall'IRI sulla "Democrazia in America Latina". Durante la sua esposizione e nelle interviste a vari mezzi di comunicazione, Fox ha detto che "il mondo già non vuole capi di Stato che litigano con tutti, comprando mezzi di comunicazione per reprimere e controllare il popolo con l'inganno e la menzogna. Il governo sandinista - ha continuato nel suo intervento - sta dando chiari segnali di mancanza di democrazia, di sviluppo sostenibile e rafforzamento delle istituzioni. Il socialismo del XXI secolo che proclama Chávez è un'utopia fallimentare e sono deluso da quanto sto vedendo in Nicaragua perché non avverto un processo di sviluppo".
L'ex presidente del Messico ed ex gerente della Coca-Cola ha poi preso posizione a livello politico e di partito, dicendo che "i partiti democratici devono assicurarsi il maggior numero possibile di municipi e soprattutto la capitale, per evitare che Ortega resti ancora al potere. I democratici dell'America Latina seguiranno con molto interesse le elezioni di novembre, perché nessuno vuole tornare al passato", ha detto.
Di fronte a quest'atto di vera e propria ingerenza, le reazioni non sono certo state delicate. "È la solita commedia di menzogne, infamie e calunnie finanziata da governo potenti. Non solo dagli Stati Uniti, ma anche da alcuni governi europei", ha detto Ortega. "Ripropongono scenari di morte per spaventare la gente, affinché vada a votare con la pressione della paura, ma è ora che i nicaraguensi si facciano rispettare. Dice che è rimasto commosso dai bambini poveri nelle strade, ma si dimentica dei milioni e milioni di bambini poveri del Messico.
È davvero triste vederlo in questo ruolo di servo e di morto politico nel suo paese". Forti reazioni anche da parte di Rosario Murillo, coordinatrice del Consejo de Comunicación y Ciudadanía. "Fox ha distrutto l'industria petrolifera nel suo paese, ha dato il potere ai narcotrafficanti, ha moltiplicato la corruzione ed ora viene qui, pagato dagli Stati Uniti, a darci lezioni di democrazia". Intanto, il Pubblico Ministero ha deciso di accettare la denuncia contro l'IRI presentata nei giorni scorsi dal direttore di Atención a Partidos Políticos del Consejo Supremo Electoral (CSE), Julio Acuña. Secondo questa istanza elettorale, l'IRI viene accusata di aver promosso la visita di Fox, il quale avrebbe oltraggiato pubblicamente le autorità nicaraguensi, con velate accuse di terrorismo nei confronti del governo. L'attuale presidente dell'IRI è il candidato repubblicano Jhon McCain.
Anche il caso dell'ambasciatrice svedese Eva Zetterberg è sintomatico. L'ambasciata di questo paese chiuderà nei prossimi mesi, lasciando solo un ufficio tecnico che gestirà i progetti di cooperazione fino al 2010, poi la Svezia abbandonerà il Nicaragua dopo quasi trent'anni di relazioni molto intense tra i due paesi.
Zetterberg ha più volte ribadito che la scelta del suo governo non ha a che fare con l'attuale governo, ma con la decisione del suo paese di concentrare gli aiuti in altre zone del mondo, soprattutto in Africa. Forse perché ormai alla fine del suo mandato, l'ambasciatrice svedese sembra essersi voluta togliere qualche sassolino dalla scarpa (era già stata una delle più critiche al momento della penalizzazione dell'aborto terapeutico), venendo meno però a quelle che sono le regole della diplomazia.
Durante un'intervista a un canale televisivo locale, Zetterberg ha considerato esagerate le reazioni del governo al comunicato emesso un mese fa dal gruppo di paesi donanti in Nicaragua sul tema della cancellazione della personalità giuridica a due partiti. "Credo sia stata una restrizione, una grave limitazione alla democrazia, perché in democrazia bisogna accettare tutti i partiti e le spiegazioni che ci ha dato il Consejo Supremo Electoral non giustificano questa esclusione. In Nicaragua - ha continuato - ci sono segnali di autoritarismo da parte del governo e problemi strutturali. Qui si governa come un solo partito e non un'alleanza. Quando si vincono le elezioni, nel governo si cambia un sacco di gente, anche gli autisti e mi sembra una pazzia dato che ci sono pochi soldi". Anche in questo caso le reazioni sono state molto forti e colorite, tanto che il viceministro degli Esteri, Manuel Coronel Kautz, ha minacciato di dichiarare l'ambasciatrice non grata. "Si meriterebbe di essere espulsa per essersi immischiata nella politica interna del paese, ma non ne vale la pena perché tra poco se ne va ", ha detto Coronel.
Luis Aguero Wagner http://www.lavozdelsandinismo.com/nicaragua/2008-08-26/sandinistas-atacados-con-las-nuevas-armas-del-imperio/ ;
END e La Prensa http://www.presidencia.gob.ni/documentos/activos/descarga/El%20dia%20que%20Zoilamerica%20pidio%20perdon%20a%20Rosario%20Murillo.doc ); Fabian Escalante Font http://www.lavozdelsandinismo.com/nicaragua/2008-08-28/guerra-sicologica-o-destruccion-de-la-conciencia-social/ ).
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