Strage di Acteal: liberi quindici paramilitari
Ancora un insulto alle vittime del massacro di Acteal, un nuovo segnale recapitato alle comunità indigene per impaurirle ed intimidirle.
Alcuni giorni fa sono stati liberati quindici paramilitari che figuravano tra i responsabili della strage di Acteal, uno degli episodi simbolo della guerra sporca condotta dallo stato messicano nei confronti degli indigeni. Il 22 Dicembre 1997 quarantacinque appartenenti all'etnia tzotziles ed aderenti alla comunità di Las Abejas, riuniti in preghiera in una chiesetta situata nel municipio di Chenalhó (Chiapas), furono uccisi a sangue freddo da un commando di paramilitari che aveva come mandante l'allora presidente del Messico Ernesto Zedillo. La comunità indigena si trovava in un accampamento per rifugiati a seguito dell'operazione terra bruciata dell'esercito e dei paramilitari, decisi a dare una lezione alle comunità vicine alla causa zapatista, per quanto Las Abejas fosse solo un'organizzazione della società civile che non era base d'appoggio attiva come i municipi ribelli in resistenza. Tra i morti ci furono bambini e donne, quattro delle quali in stato di avanzata gravidanza. La liberazione di buona parte dei responsabili di quell'azione non può non preoccupare, anche perché, spiega il Centro per i Diritti Umani Frei Bartolomé de Las Casas (conosciuto popolarmente come Frayba), i quindici paramilitari sono stati riconosciuti da numerosi testimoni e sopravvissuti alla strage di fronte all'autorità giudiziaria. La grazia per i quindici si inserisce in una strategia volta a destabilizzare le già difficili condizioni in cui sono costrette a vivere quotidianamente le comunità indigene. Inizialmente i quindici accusati per la strage di Acteal erano stati condannati a 36 anni di prigione, poi progressivamente ridotti a 26 e successivamente a 18. Dalle accuse di omicidio colposo, lesioni volontarie, possesso ed utilizzo di armi da fuoco senza regolare licenza siamo passati alla sola incriminazione per un semplice caso di delitto semplice. Non si tratta del primo atto a favore dei responsabili della strage. Altri 29 autori materiali del massacro erano stati liberati tra Agosto e Novembre 2009, mentre il Frayba dalle informazioni in suo possesso denuncia l'alta probabilità che altri paramilitari coinvolti nei fatti di Acteal saranno liberati nei prossimi mesi. Sempre il Frayba chiama in causa i mandanti morali della strage, dal presidente Zedillo all'allora governatore del Chiapas Julio Cesar Ruiz Ferro passando per numerosi esponenti del governo priista, in quegli anni ancora al potere.
La protezione di cui tuttora godono i responsabili di questi crimini si spiegano con la volontà di far cadere nell'oblio quanto accaduto il 22 Dicembre 1997 e far passare nell'opinione pubblica l'idea che in Chiapas non esista alcuna guerra a bassa intensità.
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.
Articoli correlati
- Il sacerdote tsotsil è stato assassinato il 20 ottobre scorso dalla criminalità organizzata
Chiapas: padre Marcelo Pérez, un omicidio annunciato
Ispirato dalla Teologia della Liberazione, da sempre schierato a fianco degli oppressi e delle comunità indigene e contadine, aveva denunciato il legame tra narcotraffico e istituzioni e denunciato più volte paramilitari e multinazionali estrattiviste.26 ottobre 2024 - David Lifodi - La denuncia, presentata in sede Onu, arriva dal Frayba
Chiapas: torture e detenzioni illegali contro gli indigeni
Il Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de las Casas di San Cristóbal de las Casas che accusa il governo del Chiapas di torturare, fabbricare prove false e incarcerare illegalmente i lottatori sociali indigeni, in particolar modo quelli zapatisti.28 novembre 2023 - David Lifodi - Il Brasile dopo Bolsonaro
Trentotto ore per Lula
Maria Monteiro Gomes ha fatto un lungo viaggio per assistere all’investitura di Lula da Silva. È al settimo cielo. Ma cosa significa il neo presidente per il Brasile?7 gennaio 2023 - Niklas Franzen - Lo sciopero conclusosi il 30 giugno ha sancito risultati significativi per le comunità indigene,
Ecuador: vittoria indigena, ma Lasso resta in sella
Tuttavia il presidente è rimasto al suo posto e la sensazione prevalente è che le turbolenze politiche nel paese non siano concluse6 luglio 2022 - David Lifodi
Sociale.network