Latina

Conflitto agrario nel Bajo Aguán

Honduras: “È urgente che il mondo apra gli occhi di fronte a questo progetto di morte”

Delegazione conclude la sua missione di osservazione nel Bajo Aguán
12 dicembre 2010
Giorgio Trucchi

Conferenza stampa a Tocoa, dipartimento di Colón (Foto G. Trucchi)

Più di novanta membri di organizzazioni dei diritti umani e giornalisti di organi di stampa nazionali e internazionali hanno terminato la loro missione di osservazione nel Bajo Aguán, in Honduras. Durante una conferenza stampa nella città di Tocoa non hanno nascosto la loro preoccupazione per la costante violazione dei diritti fondamentali delle famiglie contadine, l'impunità e la mancanza di giustizia e per il progetto di morte promosso dai gruppi egemonici del paese, da una classe politica corrotta e dalle forze di repressive dello Stato. 
 
La grave violazione dei diritti umani e l'urgente necessità di promuovere azioni per contrastare il progetto di morte che esiste nella zona, sono stati i principali punti affrontati durante la conferenza stampa offerta dalla delegazione, che per quattro giorni ha visitato la zona del Bajo Aguán, nella zona Atlantica dell’Honduras. 
 
“Tutti credono che il conflitto nella Valle dell'Aguán si riduca allo scontro tra latifondisti produttori di palma africana e i contadini del MCA, Movimento Contadino dell'Aguán, del MUCA, Movimento Unificato Contadino dell'Aguán e del MARCA, Movimento Autentico Rivendicatore dei Contadini dell'Aguán,- ha detto Gilberto Ríos di FIAN Honduras -. 
 
Tuttavia, nella zona ci sono ben undici conflitti aperti e sono già 35 i contadini assassinati negli ultimi anni. Questo dà un’idea di come si cerca di risolvere i conflitti agrari in questa zona. 
 
Siamo venuti nell’Aguán non solo per difendere o tentare di accompagnare i contadini nella loro lotta per la difesa della vita, ma anche per cercare di capire la problematica esistente dal punto di vista economico e sociale, dal punto di vista della lotta di classe tra contadini e proprietari terrieri. 
 
Se non chiariamo a noi stessi questi elementi dello scontro, difficilmente potremo interpretare correttamente gli episodi di violenza, gli omicidi, la persecuzione e la tortura”, ha spiegato Ríos.
 
Durante la sua esposizione, Gina Rodríguez del CDM, Centro dei Diritti delle Donne, ha evidenziato l'importanza degli elementi sociali osservati in questi giorni. 
 
“C'è un aspetto umanitario in questo conflitto. Ci sono uomini, donne, bambini e bambine che stanno crescendo in mezzo al conflitto e che sono vittime, non solamente degli sgomberi - come quello recentemente accaduto nella comunità di Paso Aguán - ma anche delle conseguenze fisiche ed emozionali. 
 
La lotta dei contadini e delle contadine – ha continuato Rodríguez - significa toccare gli interessi dei grandi proprietari terrieri (palmeros) che tutti conoscono. Questo ha generato un clima di paura, di tensione, d’insicurezza che si denota per le poche denunce presentate dalle persone. 
 
Sono morti che lasciano vedove e orfani. Le donne stanno subendo violenza fisica, emozionale e sessuale da parte delle forze repressive. Tutta questa gente sta vivendo in un ambiente di costante pressione e intimidazione, senza accesso all'educazione, alla salute, a un'abitazione dignitosa, alla sicurezza alimentare”, ha affermato la rappresentante del CDM. 
 
Progetto di morte
 
Anche per il sacerdote Fausto Milla, membro della Commissione (Alternativa) della Verità, la situazione è allarmante. 
 
“In tutte le comunità che abbiamo visitato, mi hanno ripetuto la stessa cosa: in Honduras c'è una sola persona che comanda ed è uno straniero criminale che inganna i contadini per togliere loro la terra (Miguel Facussé Barjum). Un pirata straniero che viene in Honduras per distruggerci, per creare conflitti e che si impadronisce del paese. 
 
Nell'Aguán la gente lotta per un pezzo di terra, per potersi garantire la vita – ha continuato Milla - e in questa lotta abbiamo visto grandi quantità di persone che vivono sotto le palme (africane), in capanne fatte con teli di plastica, in mezzo a una grave situazione di denutrizione infantile. 
 
Una situazione di abbandono, emarginazione. Persone trattate come se non fossero esseri umani. Sono giunto alla conclusione che sebbene sia vero che esiste una forte persecuzione fisica contro questi settori della popolazione, è altrettanto vero che esiste una tortura permanente alla quale è sottoposta la maggioranza di bambine e bambini che nascono nella Valle dell'Aguán. 
 
Sono condannati alla denutrizione, alle malattie, alla miseria, all'abbandono, all'insicurezza permanente, alla fame, alla morte prematura. Non possiamo permetterlo e dobbiamo fare qualcosa”, ha affermato il membro della Commissione della Verità. 
 
L’intervento dell’avvocato e membro del MADJ, Movimento Ampio per la Dignità e la Giustizia, Víctor Fernández, ha inoltre evidenziato la totale impunità che esiste per i delitti commessi dai latifondisti della zona e dalle forse repressive dello Stato. 
 
“In questi territori lo Stato non esiste, non genera il benessere, bensì approfondisce il malessere ed è un fallimento totale. C'è una crisi che sorge dalla militarizzazione e dalla paramilitarizzazione promossa dal settore dei latifondisti. 
 
C'è un disprezzo assoluto per tutti i diritti contemplati nella Costituzione e in tutti gli Accordi internazionali ratificati dall’Honduras. E il primo diritto che si disprezza in questa zona è il diritto alla vita. Quando uno Stato non è capace, partendo dalla sua istituzionalità, di imporre la razionalità, ciò che si impone è la legge del più forte. 
 
Qui sta vincendo un progetto di morte e se vince in questi territori, se questo è il meccanismo per risolvere i conflitti, questo sarà anche lo strumento che si userà nel resto del paese”, ha concluso Fernández. 
 
Non siete soli 
 
Alla fine dell'attività e dopo l'intervento di Dina Meza del COFADEH, Comitato dei Familiari dei Detenuti Scomparsi in Honduras, i membri della delegazione hanno annunciato alcune delle sfide che si propongono per il futuro.

Hanno segnalato l'urgente necessità di creare un Osservatorio Permanente dei Diritti Umani nella zona, la redazione di una relazione completa della missione e la proposta di organizzare una sessione del TPP, Tribunale Permanente dei Popoli, nel Bajo Aguán. 
 
Allo stesso tempo hanno comunicato che quanto osservato verrà inviato all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e all'Osservatorio Internazionale dei Diritti umani. 
 
“Non abbandoniamo la zona e oggi più che mai siamo presenti, accompagnando la popolazione”, ha concluso Gilberto Ríos.

Galleria fotografica: http://nicaraguaymasespanol.blogspot.com/2010/12/fotos-g-trucchi-vida-en-los.html e http://nicaraguaymasespanol.blogspot.com/2010/12/fotos-g-trucchi-honduras-desalojo-de.html

Note: © (Testo e foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua www.itanica.org )

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