Non si toccano i due pastori. Storia di ordinaria censura italica
C’era una volta il pastore. Un omone grande e grosso con la barba bianca che, ogni mattina si alzava all’alba e conduceva il gregge. Amava il suo lavoro e il suo gregge e, se perdeva anche una sola delle sue pecore, si disperava per ritrovarla. Questo è il nonno di Heidi, ricordate il cartone animato?
Bene, dimenticate il barbuto signore svizzero perché con la storia di oggi non ha nulla a che spartire. Tranne che si parla comunque di pastori. Parliamo di due pastori ma non hanno la barba bianca e neanche la rassicurante voce del nonno più amato dai bambini di tanti anni fa. Uno di questi pastori è specializzato nello sculacciare gli adulti, l’altro … non si è specializzato.
Joseph Ratzinger e Walter Veltroni, papa Benedetto XVI e il leader del Partito Democratico dalle “sorti magnifiche e progressive”. Ratzinger fu definito “il pastore tedesco” dal Manifesto il giorno dopo la sua elezione al soglio petrino. Il quotidiano, giocando sulla nazionalità del Sant’Uffizio(oggi pare si chiami in un’altra maniera ma siccome è troppo lungo e non vogliamo farvi perdere tempo nella lettura ci accontentiamo del vecchio nome, tanto è cambiata solo la legna per i roghi …), raccontava le aspettative per un papa che molti attendevano come conservatore e ligio all’ortodossia, severo e duro. Veltroni invece fu definito “il pastore romano” il giorno dopo il discorso al Lingotto di Torino col quale ha dato inizio alla campagna elettorale per le Primarie del PD. Ecumenico fino al midollo, capace di dire tutto e il contrario di tutto, in un discorso fiume da cui tutti possono attingere quel che gli pare …
Cosa unisce i pastori del nostro vivere sociale? Alcuni giorni fa è accaduto che un solerte pretore, in quel di Trani, abbia fatto ritirare dalle edicole tutte le copie de “Il Mucchio Selvaggio”, una rivista musicale che in queste settimane compie 30 anni e sul quale, tra i tanti, viene ospitato anche Riccardo Orioles, storico presidente di PeaceLink e oggi direttore della rivista antimafia Casablanca. Ora dovete sapere che i ragazzi del Mucchio oltre ad essere simpatici e a scrivere cose interessanti e con cognizione di causa, che non è poco al giorno d’oggi, hanno uno spiccato talento per la satira. Diciamo pure che la loro irriverenza non sfigura davanti ad Andrea Rivera, il ragazzo riccioluto che il 1° maggio ha detto che alla Chiesa non piace l’evoluzione perché non si è mai evoluta. Ora, cosa è accaduto. Alcuni mesi fa i nostri ragazzotti hanno dedicato una copertina allo scandalo dei preti pedofili disegnando un prelato con “un evidente stato di erezione”(parole della redazione del Mucchio). Non vi fu nessuna reazione. Nell’ultimo numero invece tornano i nostri eroi, Veltroni e Ratzinger, entrambi fotografati in copertina con il secondo che tiene in mano la testa mozzata del primo. Dopo pochi giorni, come scrive TgCom[1](stranamente l’unico nella grande stampa ad occuparsi del caso, sarà un caso nell’Italia pullulante di stampa indipendente e libera?), tutte le copie sono state ritirate per “oltraggio alla religione”. Nell’intervista a TgCom la redazione de “Il Mucchio Selvaggio” spiega che la copertina voleva affermare la totale inutilità della nascita in pompa magna di un nuovo Partito se le fila della politica le tirerà sempre il fondamentalismo cattolico del Vaticano. Aggiungono poi “Strano che il pretore in oggetto non abbia avuto nulla a che ridire su una copertina molto più forte di qualche mese fa che, a sostegno di un articolo su gli scandali pedofili della Chiesa di Roma, metteva in copertina un prete con un evidente stato di erezione sotto la tonaca ma lì, in effetti, c’era poco da arrabbiarsi visto che ogni giorno esce fuori la notizia di un prete che non sa tenere le mani a posto.”
Chissà magari un pastore solo si può pubblicare, due no. O forse la religione offesa non è quella di Santa Romana Chiesa Apostolica ma un’altra …
In ogni caso ancora una volta la libertà di espressione e di stampa viene pesantemente attaccata utilizzando la clava del reato d’opinione. Ancora una volta la “libera e progressista” stampa italica non si accorge di cosa è accaduto nonostante siano passati diversi giorni dopo.
Rivolgendosi ai suoi colleghi Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita[2], alcuni giorni fa si chiedeva “ma ci interessano i soldi e le posizioni di rendita o un'informazione davvero libera e plurale?”
Davanti all’immenso silenzio sulla vicenda del Mucchio Selvaggio ce lo chiediamo anche noi …
Ma non è la prima volta che la redazione de “Il Mucchio Selvaggio” viene attaccato per copertine che dissacrano i “sacri palazzi del potere”. L’anno scorso Parrini, responsabile della distribuzione nazionale, si rifiutò di spedire la rivista per una copertina che ironizzava, in tempi di elezioni, su Silvio Berlusconi e Forza Italia. Scrisse nell’occasione Antonella Serafini, collaboratrice anche di PeaceLink, sul suo sito[3] “Se si va con la memoria indietro nel tempo a copertine, molto piu' feroci e provocanti, di giornali come il "Male", "Frigidaire" o "Cuore" ci si rende conto di come e' peggiorato il rapporto tra la stampa e il potere e di quanto la liberta' di espressione sia sempre meno garantita.”
Parole sante verrebbe da dire se non fosse che in questa pagina l’odore dell’incenso è già aleggiato abbastanza …
[2] http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=85543&H=stampa
[3] http://www.censurati.it/index.php?q=node/3375
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