Free Gabriele Del Grande

Il documentarista italiano è detenuto in Turchia da giorni (così come altri 150 giornalisti), non può nominare un avvocato e non è accusato di nulla. Il regista ha iniziato uno sciopero della fame per denunciare quel che gli sta accadendo, il 2 maggio manifestazione a Roma per la sua liberazione e la libertà di informazione
18 aprile 2017

Gabriele del Grande deve continuare a lavorare

Gabriele Del Grande è da lunedì gentile ospite delle autorità turche, fermato nella provincia di Hatay e in stato di fermo e, dicono fonti diplomatiche, in procinto di essere espulso perché non avrebbe avuto le carte necessarie per fare interviste al confine con la Siria. Gabriele era nella zona per scrivere parte del suo nuovo libro “Un partigiano mi disse“, in cui vuole raccontare la guerra in Siria e la nascita dell’ISIS.

Gabriele Del Grande è un giornalista e ricercatore diventato giustamente famoso per Fortress Europe, un sito e progetto di documentazione sui disastri dell’immigrazione clandestina, dei morti in mare e così via che ha prodotto e continua a produrre la “Fortezza Europa”. Nel 2014 è uscito col film “Io sto con la sposa” che racconta le vicende di profughi siriani che fanno finta di andare a sposarsi in Svezia. Un film di forte denuncia dei disastri dell’immigrazione clandestina e delle assurde leggi di limitazione delle possibilità di movimento degli Esseri Umani. Per approfondimenti leggere l’intervista di Anna Polo sul film.

Nonostante le notizie rassicuranti che sembrano arrivare in queste ore, non abbiamo notizia di iniziative diplomatiche di alto livello per chiedere alle autorità turche spiegazioni su questo fermo e sull’eventuale espulsione di un giornalista di alto valore, in prima linea nella difesa dei diritti umani.

Giunge voce in queste ore di un’ipotesi di interrogazione parlamentare sul caso al Ministro Alfano; va bene ma chiediamo piuttosto che Alfano informi l’opinione pubblica sullo stato della situazione e se intende ufficialmente protestare per come viene trattato il nostro connazionale; e questo nel contesto generale della libertà di stampa in Turchia, tema che abbiamo già abbondantemente trattato e ci preoccupa in modo particolare.

E che Gabriele non venga espulso ma possa invece continuare a svolgere il suo prezioso lavoro sul campo.

Chiediamo ai colleghi giornalisti di aderire a qusta richiesta e rilanciarla.

Sui social l’hashtag da rilanciare è #iostocongabriele

Olivier Turquet - https://www.pressenza.com/it/2017/04/gabriele-del-grande-continuare-a-lavorare/

 

 

#iostoconGabriele #freegabriele Il documentarista Gabriele Del Grande, detenuto illegalmente in Turchia, inizia uno sciopero della fame. La solidarietà per lui  e per tutti i detenuti politici
La Turchia non è lontana e il fastidio per la libertà di stampa, la libertà e il diritto di essere informati sta prendendo piede, nel resto d’Europa come da noi. Le voci critiche vengono additate come disturbatori, i cronisti minacciati e querelati, i servizi pubblici (anche il nostro) sono sempre più controllati dai governi e, quando si azzardano a raccontare vicende non opportune, soprattutto se coinvolgono politici o grandi aziende, vengono richiamati all’ordine, come sta accadendo in queste ore al programma d’inchiesta di Rai3 Report. Anche negli Stati Uniti dove il presidente Trump si permette di escludere le testate non applaudenti dalle proprie conferenze stampa.
Eppure proprio gli Stati Uniti ieri ci hanno dato una dimostrazione che le inchieste scomode premiano e vanno premiate, riconoscendo il premio Pulitzer al Consorzio internazionale di giornalismo investigativo per l’inchiesta sui Panama Papers.
Per riappropriarci, come cittadine e cittadini e non solo da giornalisti, del diritto a essere informati prima che a informare, in Turchia come in Italia, martedì 2 maggio, alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, con Fnsi, UsigRai, NoBavaglio e tante altre realtà, saremo insieme in piazza a Roma, e speriamo non solo a Roma: leggeremo i nomi degli oltre 165 tra croniste e cronisti turchi in prigione, invitando i parlamentari italiani ed europei a prendere posizione, sulla Turchia ma anche sui fatti di casa nostra: riaffermiamo insieme l’Articolo 21 della nostra Carta, difendendo il diritto di cronaca.

#Adottiamouncollegaturco: Nazli Ilicak, 73 anni, in carcere da 9 mesi

 

https://www.articolo21.org/2017/04/adottiamouncollegaturco-nazli-ilicak-73-anni-in-carcere-da-9-mesi/

 

Popoff Quotidiano. Del Grande digiuna nella prigione turca. Chi sta con Gabriele? (articolo con le ultime novità - al momento - sulla vicenda) http://popoffquotidiano.it/2017/04/18/iostocongabriele-freegabriele-gabriele-del-grande-sciopero-della-fame-erdogan/

 

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