Pioniere a onde corte
Ma non e' diventato ricco, monsieur Lolli': "Piu' che soldi ho accumulato debiti - dice - perche' in Africa non riesci a farti pagare da nessuno". Pero' nessun rimpianto; il suo lavoro gli piace moltissimo: "Prendi un villaggio dell'Africa e mettici una radio, e' un'esperienza travolgente. Tutti vengono a vedere, a parlare al microfono; donne, bambini, militari, contadini. In poco tempo quel villaggio cambia".
Pioniere on air
Emiliano doc con alle spalle grandi lotte operaie, Giorgio e' un entusiasta, non ha potuto finire gli studi e a 12 anni lavorava gia' in cantiere; i mestieri li ha provati un po' tutti, ma sulla radiofonia nessuno lo batte: "Ricordo una volta, in Eritrea, installata l'antenna non avevamo il registratore da collegare, cosi' ho utilizzato la banda audio del mio videoregistratore, funzionava benissimo". Ringiovanisce di trent'anni monsieur Lolli', mentre racconta le sue avventure africane.
E come e' finita la prima radio libera del Mali? "È durata due settimane, poi l'hanno fatta chiudere, la liberta' d'informazione era ancora un sogno per l'Africa a quei tempi. Io sono dovuto tornare in Italia. Ma poi e' caduto Traore' ed e' iniziato un nuovo corso; mi hanno richiamato e ho impiantato la prima radio libera ufficialmente autorizzata; radio Bamaka, che significa 'il coccodrillo che parla'". E parla ancora oggi, quel coccodrillo, insieme alle centinaia di altre radio che Lolli ha contribuito a far nascere: non si tratta solo di un aumento di antenne e ricevitori, ma di cambiare il modo di fare radio. Quelle di Lolli, infatti, sono per lo piu' piccole emittenti, create dalle comunita' locali per parlare alle comunita' stesse. Trasmettono in lingua locale (abbandonando finalmente quelle coloniali) e parlano dei temi che interessano la gente: agricoltura, prezzo del bestiame, siccita', Aids.
Radio contadine
Come radio Penc-mi, la prima radio comunitaria senegalese, che in lingua locale significa Arbre a' palabre, ovvero l'albero sotto il quale tradizionalmente si sedevano gli anziani del villaggio per discutere i problemi della comunita'. Installata nel '96 (naturalmente da Lolli) trasmette nelle tre lingue della regione: se're're, wolof, poulaar. Dieci ore di trasmissione al giorno su tutti i problemi della vita rurale: le scadenze delle semine, le vaccinazioni, la malaria, ma anche i problemi politici, le feste e le ricorrenze locali, i canti e le immancabili contes, le leggende degli anziani. "Tutte le radio libere qui in Senegal sono state impiantate da monsieur Lolli' - ci dice Talla Dieng, il direttore, come fosse la cosa piu' naturale del mondo - senza di lui non saremmo riusciti a partire". Stesso ritornello in Mali, il paese che ha la maggiore pluralita' radiofonica d'Africa, dove al centro interregionale di radiofonia dell'Istituto Panos, che installa e forma tecnici radiofonici in tutto il Sahel, il responsabile chiarisce subito: "Lolli'? Ho lavorato con lui otto anni, e' da lui che ho imparato il mestiere. Ancora adesso per i pezzi di ricambio mi rivolgo solo a lui".
Imprenditore e missionario
A meta' tra l'imprenditore e il missionario, Giorgio Lolli per anni ha formato "i suoi ragazzi" nello scantinato di casa, quando ancora abitava a Bamako e insegnava totalmente gratis. "Non mi importava dei soldi, volevo che tutti potessero provare, mi bastava che fossero davvero motivati e imparassero a cavarsela da soli", racconta. "Pero' senza portarmi via di nascosto gli attrezzi mentre se ne andavano..." aggiunge sorridendo. Comunque dopo un certo tempo "mi hanno fatto chiudere, invidie, gelosie... insegnare gratis sembrava una grave violazione della legge". Ma Lolli non si e' scoraggiato e ora ha due scuole per tecnici radiofonici, una in Benin e una in Togo.
I tralicci delle radio, ad esempio, li produce in Togo: "Farli arrivare dall'Italia costerebbe uguale, il problema e' che se io li prendo dall'Italia non creo lavoro nel paese e non imparano il mestiere". A volte sono necessari degli adattamenti: "Per i tralicci ho pensato degli attacchi diversi da quelli che usiamo noi, piu' sicuri, perche' i ragazzi che lavorano con me... come dire... sono un po' sbadati". Molta attenzione anche alle istruzioni per la manutenzione degli apparecchi, scritte in lingua locale, diversa a seconda della zone in cui viene impiantata la radio. E riassume in sintesi la sua filosofia di lavoro: "Le cose per l'Africa devono venire, il piu' possibile, dall'Africa stessa".
Oggi anche molte ong internazionali hanno scoperto - con largo ritardo - l'importanza del ruolo che possono giocare le radio rurali per lo sviluppo del continente, rendendo protagonisti i contadini e la gente dei villaggi e permettendo la diffusione capillare di campagne di informazione che in altro modo faticano a decollare. Lolli se n'era gia' accorto, a modo suo, molti anni prima. Facendone la sua filosofia. E il suo business. Che, silenziosamente, sta cambiando il continente.
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