Lettera aperta ai vescovi e ai credenti
Al "Regina pacis" di San Foca, provincia di Lecce, sempre alcuni giorni fa l’ennesimo tentativo di fuga è finito ancora una volta nel sangue. Da una finestra simile a quella dove pochi mesi prima si è gettato un giovane moldavo rimanendo a vita senza l’uso delle gambe, hanno tentato la fuga altri migranti. Il risultato è stato lo stesso di sempre: repressione poliziesca e arresto di chi non voleva farsi nuovamente internare. Don Cesare Lodeserto, direttore del Cpt, ha partecipato come sempre negli ultimi anni alle fasi di repressione e, come in molte altre occasioni, è stato ferito leggermente (4 giorni di prognosi).
Sono solo gli ultimi drammatici episodi, altri ne sono accaduti e ne accadranno in altri Centri di permanenza temporanea di cui è già stata annunciata la proliferazione. Tutto mentre continuano gli sbarchi, le espulsioni e il calpestio dei diritti civili, spesso, anche di chi ha un regolare permesso di soggiorno.
A stare a fianco dei migranti, ci si accorge che la situazione peggiora sempre piu’ di giorno in giorno nel silenzio generale e tra l’agire dissennato di chi divide gli esseri umani con logiche e prassi che nulla hanno a che fare con la comprensione e la solidarietà. Per questo rivolgiamo in primo luogo ai nostri Vescovi, ma anche ai credenti e comunque a tutti i cittadini e alle istituzioni italiane, questo appello in forma di lettera aperta che continuerà a raccogliere adesioni e che nei prossimi mesi speriamo sarà accompagnato da molte altre iniziative. La lettera inizia con una citazione dal messaggio di Giovanni Paolo II, dello scorso anno, in occasione della novantesima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato:" Nessuno resti insensibile dinanzi alle condizioni in cui versano schiere di migranti! Nei campi dove vengono accolti sperimentano talora gravi restrizioni..."
Stiamo assistendo negli ultimi anni in questo Paese ad una gestione disumana delle politiche sull’emigrazione, puntate quasi esclusivamente sulla repressione, sull’esclusione e sull’espulsione dei migranti in fuga da guerre e carestie. Ciò influisce pesantemente, oltre che ovviamente sui diritti civili e religiosi degli stessi migranti, sul sentire dell’opinione pubblica condizionata anche da come i media e l’informazione trattano l’argomento: troppo spesso con accezioni negative, con notizie che enfatizzano (a volte anche erroneamente) fatti di cronaca nera in cui sono coinvolti stranieri. O addirittura nascondendo o minimizzando vicende anche gravissime di cui sono loro stessi ad essere vittime (pensiamo allo sfruttamento nel mondo del lavoro, agli internamenti nei "Centri di permanenza temporanea", al caso del Cpt "Regina pacis" -retto ancora oggi dalla Curia leccese- inquietante e drammatico esempio di contro-testimonianza, dove sino ad oggi sono stati rinchiusi oltre 70 mila migranti). E&rsquot; proprio per l’esistenza di questi centri, per l’agire di chi li gestisce e per le direttive del governo italiano che impongono la nascita di un nuovo "Centro di permanenza temporanea" in ogni regione, che ci appelliamo a Voi affinchè vi esprimiate in piena coerenza con il Vangelo e con le parole accorate del nostro Pontefice. Per questo vi chiediamo:
* un netto rifiuto della logica repressiva che incrementa razzismo e xenofobia e affronta la questione immigrazione quasi esclusivamente come un problema di ordine pubblico.
* un netto rifiuto dei "Centri di permanenza temporanea" dove, molto spesso in assenza dei piu’ elementari diritti umani, vengono internati con la forza e per 60 giorni i migranti che non hanno commesso alcun reato, solo perchè considerati irregolari in attesa d’espulsione.
* un deciso invito per stampa e televisioni al rispetto, nell’informazione locale e nazionale, della dignità e delle identità etniche e religiose dei migranti. Lo stesso invito al ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu e al governo in carica a rivedere decisioni che hanno il sapore di censure preventive, come quella di impedire ai giornalisti l’accesso nei "Cpt".
* un severo monito verso chi ancora oggi permette la gestione del Cpt "Regina pacis", ne prevede la "riconversione" in "Centro di identificazione per rifugiati" o chissà che altro nascondendosi dietro ai dettami di leggi disumane e dietro a regolamenti di attuazione che "non garantiscono i diritti dei richiedenti asilo" (come ha già dichiarato la Caritas italiana); verso chi continua a incamerare denaro sulla pelle dei migranti internati (decine e decine di tentativi di fuga repressi con la forza e gesti disperati di autolesionismo; un giovane moldavo rimasto senza l’uso delle gambe nel tentativo di scappare; le denunce di 17 internati sulle gravissime violenze che hanno messo sotto processo l’intero staff del "Regina pacis"); verso chi non ha mai pensato neppure di sospendere dalla direzione del Cpt, almeno sino a quando la giustizia terrena avrà fatto il suo corso, don Cesare Lodeserto (sotto processo oltre che per le gravi violenze fisiche e morali denunciate nel novembre del 2002, anche con la precedente accusa di essersi appropriato di fondi destinati all’accoglienza degli immigrati).
Don Angelo Cassano (parroco a Bari), don Alessandro Santoro (parroco a Firenze), p. Michele Stragapede (Comboniani Bari), don Albino Bizzotto (Beati costruttori di pace, Padova), p. Giorgio Poletti , p. Claudio Gasbarro, p. Franco Nascimbene (Comboniani Castel Volturno), don Luciano Saccaglia (parroco a Parma), don Andrea Gallo (Comunità San Benedetto, Genova), p. Cosimo Spadavecchia (Comboniani Messina)
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