"La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano
Esistono, infatti, nell'infinita serie dei numeri naturali, alcuni numeri speciali, chiamati "numeri primi", sono quei numeri divisibili solo per uno e per se stessi; essi se ne stanno, come tutti gli altri, schiacciati tra altri due numeri, ma hanno qualcosa di speciale, qualcosa di misterioso che cattura, ed ha catturato, l'interesse di generazioni di matematici...
Fra essi poi, ne esistono alcuni ancora piu' particolari e affascinanti, gli studiosi li hanno definiti "primi gemelli". Sono numeri primi separati da un unico numero, l'11 e il 13, il 17 e il 19, il 41 e il 43, e se si ha la pazienza di andare avanti a contare si scopre che queste coppie via via si diradano, ma quando ci si sta per arrendere, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, stretti l'uno all'altro nella loro solitudine.
Mattia e Alice, sono così, come due numeri primi gemelli, vicini, ma non abbastanza per sfiorarsi davvero... Si vedono, si "riconoscono".
Vedono l'uno le cicatrici dell'altra. Cicatrici ben piu' profonde e indelebili di quanto possano apparire sulla gamba di lei e sui polsi di lui. Cicatrici che sono li' a testimoniare un passato che non passa, ma che rimane con le sue conseguenze irreversibili...
Alice e Mattia riconoscono la propria solitudine l'una nell'altro e provano a camminare l'uno accanto all'altra; si sentono uniti da un filo elastico e invisibile, un filo sepolto sotto ansie, paure, fantasmi, fallimenti e angosce...
Un filo che ad un certo punto si spezzera' per "concedere" a Mattia di vivere le sue giornate una uguale all'altra e ad Alice di guardare il cielo terso e alzarsi da sola senza aspettare l'aiuto di qualcuno, come aveva invece fatto da bambina, tanti anni prima, quando, con una gamba rotta, in fondo ad un canalone innevato, mentre aspettava che qualcuno la trovasse, si era domandata se i lupi esistessero anche in inverno...
Elisabetta Caravati
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