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    Il governo Milei ha bandito il termine “femminicidio”

    Argentina: la distruzione delle politiche di genere

    Il presidente argentino continua a negare il diritto alla diversità delle identità sessuali, ma si vanta di aver ridotto il numero dei casi di omicidio delle donne.
    10 marzo 2025 - David Lifodi
  • Conflitti
    Smontiamo una paura infondata

    Putin e l’invasione dell’Europa

    L’Europa non è sotto minaccia di invasione. È sotto minaccia di una corsa agli armamenti che rischia di compromettere il futuro di tutti. Qualche dato per riflettere. E per non cadere nella propaganda a buon mercato che alcuni opinionisti e politici stanno diffondendo.
    10 marzo 2025 - Alessandro Marescotti
  • Editoriale
    Per un’Europa di pace

    Firma anche tu la petizione per dire no al riarmo

    Facciamo sentire la nostra voce. Perché un’Italia e un’Europa di pace sono una scelta che possiamo e dobbiamo fare oggi, per il bene di tutti. Trovi qui il link per firmare il no al riarmo. La tua firma arriverà ai parlamentari.
    10 marzo 2025 - Alessandro Marescotti
  • Disarmo
    Assemblea online mercoledì 5 marzo 2025 ore 20.30

    Petizione al Parlamento italiano contro l'aumento delle spese militari

    Il Coordinamento no armi in Ucraina discute la formulazione di una petizione ai parlamentari italiani perché fermino ogni aumento delle spese militari. Qui riportiamo la bozza di petizione e il link per firmare online la versione approvata.
    5 marzo 2025 - Coordinamento no armi in Ucraina
  • Europace
    Lettera aperta alle persone, associazioni e movimenti costruttori di pace

    In piazza per un’Europa libera, unita, solidale e di pace

    Questa nostra lettera è rivolta a tutto il movimento per la pace che – dopo l’appello lanciato da Michele Serra a scendere in piazza per l’Europa – si sta giustamente chiedendo di “quale Europa” stiamo parlando.
    9 marzo 2025 - Nicola Vallinoto

Campagna: No al riarmo

Promossa da: NO AL RIARMO - Campagna contro ReArm Europe
La presidente della Commissione Europea ha presentato un piano di riarmo da 800 miliardi di euro (ReArm Europe) contro la Russia, dichiarando: "Dobbiamo urgentemente riarmare l'Europa". Con questa petizione - ai sensi dell'articolo 50 della Costituzione - facciamo appello ai parlamentari italiani per contrastare le pressioni europee all'aumento delle spese militari.
Data di inizio: 7 marzo 2025

Ai Parlamentari della Repubblica

Noi cittadini e cittadine vi scriviamo con profonda preoccupazione per la crescente pressione a incrementare le spese militari, una scelta che riteniamo dannosa per il nostro futuro. 

La presidente della Commissione Europea ha presentato un piano di riarmo da 800 miliardi di euro (ReArm Europe) contro la Russia, dichiarando: "Dobbiamo urgentemente riarmare l'Europa".

Invitiamo i parlamentari italiani a respingere ogni ulteriore aumento del budget della difesa per le seguenti ragioni. 

1. La narrazione dell’inferiorità delle spese militari dell’Europa è falsa. Non è vero che la Russia abbia superato l’Unione Europea nelle spese militari. Al contrario, i dati ufficiali del SIPRI e del database NATO (vedere la scheda tecnica) dimostrano che la somma delle spese militari di UE e Regno Unito è circa tre volte superiore a quella della Russia. Alimentare la percezione di un’Europa debole e impreparata è funzionale solo a giustificare una corsa al riarmo priva di fondamento.  

2. Il riarmo impoverisce lo stato sociale. Ogni aumento delle spese militari aggiunge nuovo debito pubblico sulle spalle delle future generazioni e sottrae risorse essenziali a settori chiave come la sanità, l’istruzione, l'ambiente, la ricerca e il welfare. Siamo già testimoni di tagli nei servizi pubblici, con ospedali sottofinanziati, scuole con infrastrutture carenti e un sistema di tutele sociali sempre più fragile. La scelta di destinare miliardi in armamenti, invece che verso il benessere collettivo, è un passo verso il collasso dello stato sociale. 

3. Più armi significa più guerra, non più sicurezza. La storia insegna che l’accumulo di armamenti non porta alla pace, ma alla prosecuzione dei conflitti e all’escalation delle tensioni internazionali. L’Italia - nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione - deve farsi promotrice di soluzioni diplomatiche e di riduzione delle spese militari globali, anziché alimentare una corsa agli armamenti che può solo aumentare il rischio di nuove guerre. 

Chiediamo dunque al Parlamento italiano di: 

- bloccare ogni ulteriore aumento delle spese militari;

- favorire il processo di pace in Ucraina;

- fermare l'ulteriore invio di armi in Ucraina;

- ripristinare un processo di dialogo e cooperazione internazionale;

- promuovere iniziative di disarmo e il ripristino del trattato di messa al bando degli euromissili;

- sostenere un'azione di diplomazia attiva per la risoluzione nonviolenta dei conflitti in corso;

– riorientare le risorse verso il lavoro, la sanità, la scuola e il welfare, pilastri della sicurezza sociale.

Un’Italia che sceglie la pace non può essere un’Italia che investe nelle armi a discapito del benessere dei suoi cittadini. 

Aderisci:

Adesioni dal 7 marzo 2025: 366 persone , 20 associazioni

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