Campagna: No al riarmo
Ai Parlamentari della Repubblica
Noi cittadini e cittadine vi scriviamo con profonda preoccupazione per la crescente pressione a incrementare le spese militari, una scelta che riteniamo dannosa per il nostro futuro.
La presidente della Commissione Europea ha presentato un piano di riarmo da 800 miliardi di euro (ReArm Europe) contro la Russia, dichiarando: "Dobbiamo urgentemente riarmare l'Europa".
Invitiamo i parlamentari italiani a respingere ogni ulteriore aumento del budget della difesa per le seguenti ragioni.
1. La narrazione dell’inferiorità delle spese militari dell’Europa è falsa. Non è vero che la Russia abbia superato l’Unione Europea nelle spese militari. Al contrario, i dati ufficiali del SIPRI e del database NATO (vedere la scheda tecnica) dimostrano che la somma delle spese militari di UE e Regno Unito è circa tre volte superiore a quella della Russia. Alimentare la percezione di un’Europa debole e impreparata è funzionale solo a giustificare una corsa al riarmo priva di fondamento.
2. Il riarmo impoverisce lo stato sociale. Ogni aumento delle spese militari aggiunge nuovo debito pubblico sulle spalle delle future generazioni e sottrae risorse essenziali a settori chiave come la sanità, l’istruzione, l'ambiente, la ricerca e il welfare. Siamo già testimoni di tagli nei servizi pubblici, con ospedali sottofinanziati, scuole con infrastrutture carenti e un sistema di tutele sociali sempre più fragile. La scelta di destinare miliardi in armamenti, invece che verso il benessere collettivo, è un passo verso il collasso dello stato sociale.
3. Più armi significa più guerra, non più sicurezza. La storia insegna che l’accumulo di armamenti non porta alla pace, ma alla prosecuzione dei conflitti e all’escalation delle tensioni internazionali. L’Italia - nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione - deve farsi promotrice di soluzioni diplomatiche e di riduzione delle spese militari globali, anziché alimentare una corsa agli armamenti che può solo aumentare il rischio di nuove guerre.
Chiediamo dunque al Parlamento italiano di:
- bloccare ogni ulteriore aumento delle spese militari;
- favorire il processo di pace in Ucraina;
- fermare l'ulteriore invio di armi in Ucraina;
- ripristinare un processo di dialogo e cooperazione internazionale;
- promuovere iniziative di disarmo e il ripristino del trattato di messa al bando degli euromissili;
- sostenere un'azione di diplomazia attiva per la risoluzione nonviolenta dei conflitti in corso;
– riorientare le risorse verso il lavoro, la sanità, la scuola e il welfare, pilastri della sicurezza sociale.
Un’Italia che sceglie la pace non può essere un’Italia che investe nelle armi a discapito del benessere dei suoi cittadini.
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