Anche noi stiamo dalla parte di Bradley!
Bradley Manning è un militare e informatico statunitense di 25 anni che rischia decine di anni di carcere e forse l'ergastolo. L'imputazione è di aver passato al sito Wikileaks documenti riservati che attestano, tra le altre cose, crimini di guerra commessi da militari statunitensi in Iraq. Il più noto è il video nel quale un elicottero statunitense attacca e uccide almeno undici civili iracheni, tra cui due giornalisti della Reuters, e ne ferisce gravemente altri, tra cui due bambini.
Oltre al video “Collateral Murder”, il soldato scelto Manning è accusato di aver passato a Wikileaks gli “Afghan War Diaries” -- decine di migliaia di cronache dal campo di battaglia che raccontano esplicitamente di uccisione di civili e di insabbiamenti, di ufficiali corrotti, di collusione con i signori della guerra, e di un fallimentare sforzo bellico USA/NATO.
“Abbiamo saputo che questi crimini hanno avuto luogo solo perché ci sono addetti ai lavori che li hanno denunciati con grande rischio personale...Gli informatori del governo sono parte di una democrazia sana e devono essere protetti dalle conseguenze delle loro azioni”, osservava Barack Obama durante la campagna elettorale del 2008. Il Presidente faceva riferimento al reclutamento illecito, da parte dell'Amministrazione Bush, di impiegati delle società telefoniche americane per spiare illegalmente i cittadini del proprio paese. Ma queste parole di elogio andrebbero rivolte innanzitutto – e soprattutto -- al soldato Manning. Perché nel corso del suo lavoro negli archivi dell'esercito, egli divenne poco a poco convinto, leggendo i documenti che doveva catalogare, che, nella conduzione delle guerre in Iraq e in Afghanistan, erano stati commessi un gran numero di crimini. E che qualcuno nell'esercito aveva coperto e insabbiato quei reati. Dopo aver fatto vari tentativi per far aprire un'inchiesta interna seguendo i canali ufficiali dell'esercito, ma senza successo, e dopo aver cercato di interessare i suoi parlamentari al caso, ugualmente senza successo, Manning ha deciso, alla fine, di ricorrere alla denuncia pubblica, spinto dalla propria coscienza e dalla convinzione che la sua prima lealtà doveva essere, non ai comandanti responsabili degli insabbiamenti, bensì al suo paese e alla giustizia.
E' tragicamente ironico che, dopo undici anni di guerra in mezzo mondo condotta dall'esercito americano in nome della democrazia, un giovane soldato – proprio di quell'esercito – debba dimostrare eroicamente i limiti della democrazia che si vuole esportare – a costo, poi, di centinaia di migliaia di vite irachene e afghane, oltre alle vite dei miliari alleati. Ma la storia è piena di improbabili eroi.
Se il processo stabilisce che Bradley Manning è effettivamente la fonte dei documenti apparsi sul sito Wikileaks, il suo paese non lo dovrebbe punire: lo dovrebbe ringraziare. Chiediamo dunque tutti quanti, al Segretario dell'Esercito, l'Onorevole John M. McHugh, e al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito degli Stati Uniti, Generale Raymond T. Odierno, di liberare il soldato Manning e di far cadere le accuse contro di lui.
Egregio Ambasciatore Thorne,
ad oggi, ci sono negli Stati Uniti oltre 25.000 firmatari dell'appello a favore di Bradley Manning (www.standwithbrad.org), promosso dal Bradley Manning Support Network.
Anche l'Italia sta seguendo il processo Manning con grande preoccupazione.
Noi firmatari di questa lettera, aggiungiamo la nostra voce a quella dei Suoi concittadini, per dire che è intollerabile che venga considerato un criminale chi ha osato svelare un crimine di guerra. Il vero criminale è chi nell'esercito ha commesso quel crimine e chi quel crimine lo ha coperto. Lo stesso vale per gli illeciti del Dipartimento di Stato rivelati (secondo l'accusa) da Bradley Mannning su Wikileaks: va punito chi ha commesso gli illeciti e chi in seguito ha cercato di coprirli, non chi li ha denunciati pubblicamente quando tutti i canali interni di denuncia e di ricorso si sono rivelati bloccati.
In Italia abbiamo una lunga storia di casi di “testimoni di giustizia” che spesso non vengono sorretti dallo Stato e che quindi pagano tragicamente le conseguenze delle loro denunce e del loro coraggio.
E' per questo che non possiamo tollerare che chi denuncia misfatti venga lasciato solo, o addirittura venga messo sotto processo per reati punibili dall'ergastolo, come sta accadendo a Manning.
Sua Eccellenza, l'Italia attende dagli Stati Uniti un trattamento diverso per Bradley Manning, più consono ai valori che da sempre il Suo paese proclama.
Per aderire all'appello all'ambasciatore Thorne, invia una mail a: info@peacelink.it
Primi firmatari:
- Alessandro Marescotti - PeaceLink
- Patrick Boylan - Rete No War/ PeaceLink
- Alessio Di Florio
- Giacomo Alessandroni
- Laura Tussi
- Antonella Recchia
- Luciano Manna
- Fulvia Gravame
- Giovanni Matichecchia
- Fabio Petrosillo
- Tiziano Cardosi
- Daniela Patrucco
- Francesco Antonio Terracina, Senise.
- Loris Lonardi
- Maria Caviglia
- Paolo Bertagnolli, Bolzano
- Alessandra Mecozzi, FIOM CGIL
- Aldo Zanchetta, Gragnano (Lu)
- Brunella Fatarella, Gragnano (Lu)
- Luca Rasoti
- Pio Castagna
- Lucia De Sanctis
- Giuseppe Bruzzone
- Simonetta Salinari, Castellaneta (TA)
- Stefano Fragasso, Trani(BT)
- Marco De Luca, Milano
- Gabriele Cometa
- Ferdinando Piezzi
- Maria Carla Biavati, Rete Corpi Civili di Pace
- Maurizio Cucci, Rete Corpi Civili di Pace
- Nadia Redoglia
- Enzo Brandi, ISM e Rete NoWar
- Rossana De Simone
- Maria Teresa Puliti, Spinadesco (CR)
- Giovanni Sarubbi, direttore IlDialogo.org
- Maurizio Prisco, Ciampino (Roma)
- Sergio Bergami
- Piero Donati
- Antonino Drago
- Ernesto Celestini
- Paola Canarutto
- Domenco Aloi
- Bassi Laura
- Forlivesi Cesira
- Pollini Luigi
- Loretta Mussi, Un Ponte Per...
- Stefania Russo, Rete No War- Associazione Italia Cuba, circolo di Roma
- Francesco Santoianni, Napoli
- Francesco Fantozzi, Belluno
- Adriana N. Filip, Vinovo(To)
- Maurizio Casetta, Vinovo(To)
- Emanuele D'Angelo
- Ester Fano, Roma
- Valeria Strada, Music for Peace
- Pierangelo Monti, Ivrea
- Loretta Fernando
- Alessandro Capuzzo
- Maria Ravazzolo
- Rosa Lucia Tiberio, Casalbordino(Chieti)
- Maria Anna Carelli
- Antonio Mazzeo, giornalista e peace researcher
- Angelo Baracca
- Renzo Di Biase, San Salvo(Chieti)
- Patrizia Benfenati
- Ugo Giannangeli
- Carmine Miccoli, Lanciano (CH)
- David Lifodi, Siena
- Luca Frattura
- Annamaria Rivera
- Stefano Mencherini
- Monica Zoppè
- Elio Rindone
- Ennio Romolo Epifania
- Anna Polo, Mondo senza guerre
- Annamaria Garelli
- Elena Strummiello
- Giovanni Dazzi, Reggio Emilia
- Anna Bucca, Arci Sicilia
- Giuseppe Fusco
- Cosimo Coro, Montemesola - TA
- Piergiorgio Rosetti
- Fedele Sposato
- Paola Magillo, Genova
- Nara Zanoli, Cavezzo
- Massimo Bongallino
- Rodolfo Loffredo
- Lorenza Erlicher, Trento
- Laura Favro Bertrando, S. Antonino(TO)
- Italo Pent, S. Antonino(TO)
- Giovanni Russotto -Comitato per la Pace "Rachel Corrie"-Valpolcevera (Ge-Bolzaneto)
- Luigi Lacchia, Biella
- Mauro Castagnaro
- Giuseppe Bramè
- Giovanni Borsa
- Gianni Brianese
- Giulio Cengia
- Luciano Leoni
- Ugo Sturlese, Cuneo
- Spartaco Vitiello, Padova
- Giorgio Rossi, Chioggia
- Letizia Pizzutto, San Mauro Torinese (To)
- Haidi Gaggio Giuliani, Genova
- Rita Trinchieri
- Fiorenza Corsetti, Firenze
- Francesco Ricciardi
- Daniele D'Arpini
- Valentina Manca
- Pietro Galiazzo
- Consuelo Dosolini, Castelfiorentino (FI)
- Lidia Giannotti
- Flavio Mobiglia, Monza
- Giorgio Saglietti - ASTI
- Alessandro Gemmiti, Ciampino - Roma
- Flavia Donati
- Francesco Lamantia
- Andrea Guerrizio, Caritas Diocesana di Roma - Settore Educazione alla Pace ed alla Mondialità
- Valerio Francesco Borghi
- Lino Croce
- Vittorio Bellavite- Milano
- Laura Bellanti
- Davide Bertok - Mondo Senza Guerre e Senza Violenza
- Filippo Bianchetti
- Adele Moschettini
- Martina Pignatti Morano, Un ponte per...
- Carmine Di Filippo
- Rolando Tavolieri
- Marika Romano
- Irene Barbera
- Rosanna Fiorella Freitas
- Carlotta Busnello
- Rossana Grilli
- Haisam Moudarres
- Stefano Mazzucco
- Diana De Carlo
- Cinzia Lazzarini
- Piero P. Giorgi, Research Affiliate at the National Centre for Peace University of Otago (Dunedin, New Zealand) e Centro Europeo di Gargnano (Brescia, Italy)
- Maria Gabriella Guidetti
- Manuela Misuriello, Milano
- Diego Siragusa
- Flavio Scrimieri
- Rosangela Pesenti Cortenuova (BG)
- Francesca Pulitanò
- Noemi Del Vecchio
- Ornella Sangiovanni, Roma
- Gemma Jeva
- Vittorio Pallotti, Bologna
- Silvia Ferrante
- Franco Poli
- Matteo Torcoli
- Paolo Spunta, Bologna
- Chiara Sibona Passini, Bologna
- Sergio Dalmasso, Vernante (CN)
- Chiara Casella - Travo (PC)
- Marcello Canepa
- Marco Rivarolo
- Bruno Antonio Bellerate, Rocca di Papa (RM)
- Rachele Matteucci, Pistoia
- Anna Dallocchio
- Marco Mamone Capria
- Luigi Gardella, Camogli (GE)
- Antonello Boassa
- Simone Hardt
- Stefano De Guido
- Maria Grazia De Nardi
- Luisella Fantuzzo
- Mario Frusi
- Bernardo Veronesi
- Nicola Ronchi, Bovisio Masciago (Mb)
- Matteo Bortolon, Fucina per la Nonviolenza, Firenze
- Samuele Venturi, Bologna
- Isabella Horn, Fucina per la Nonviolenza di Firenze
- Anna Maria Livierato
- Angela Mancuso
http://www.livestream.com/peacelinkonair
Per tutta la giornata del 1 giugno, sarà trasmessa la versione integrale del video "Collateral Murder".
L'appello è anche su:
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/appelli/indice_1370609726.htm
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