No Nato: ecco i motivi per i quali urge firmare la petizione
La Rete NoWar e il Comitato No Nato hanno lanciato un appello congiunto per l’uscita dell'Italia dalla Nato, il cui testo ha già cominciato a circolare, raccogliendo subito migliaia di adesioni, tra cui molte di note personalità della cultura, pacifiste e religiose. Ora tutti i cittadini sono invitati a sottoscriverlo (il link per le firme appare alla fine di questo articolo).
Bisogna uscire dalla Nato, sostengono i due gruppi, perché questa organizzazione, nata in funzione difensiva euro-atlantica nel 1949, dal 1990-91 invece si è trasformata in uno strumento di aggressione planetaria. Ciò rende l'appartenenza, almeno per l'Italia, due volte anticostituzionale:
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la svolta del 1990-91, confermata poi formalmente a Chicago il 20-21 maggio 2012, prevede ineluttabilmente missioni di attacco all'estero e ciò viola l'art. 11 della Costituzione italiana;
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questa svolta da ruolo difensivo a ruolo offensivo non è stata ratificata da nessuna votazione in Parlamento e ciò viola gli artt. 72 e 80 della Costituzione, che impongono invece la ratifica formale di cambiamenti sostanziali nei trattati internazionali già stipulati.
Per la giustificazione di queste prese di posizione, vedi il dossier preparato dal giurista Claudio Giangiacomo per il convegno "Come uscire dal Patto Atlantico", tenutosi alla Casa Internazionale delle Donne a Roma l'11 ottobre scorso. Vedi anche gli altri documenti del Convegno, riassunti in un opuscolo distribuito ai partecipanti. N.B. In fondo ad ogni riassunto, c'è un link al documento originale integrale.
“Uscendo dalla Nato”, dicono i promotori della petizione No Nato nel loro manifesto, “l’Italia si sgancerebbe dalla nuova strategia di guerra permanente planetaria che, oltre ad essere anticostituzionale, danneggia i nostri reali interessi nazionali.” E' chiaro il riferimento alle recenti sanzioni autolesioniste imposte dalla Nato all'Europa allo scopo di erigere una nuova cortina di ferro all'Est, nonché all'enorme fardello finanziario supplementare imposto dalla Nato ai suoi membri lo scorso settembre nel Galles, in un periodo in cui le economie europee hanno difficoltà a riprendersi.
“Inoltre,” prosegue il manifesto, “uscendo dalla Nato e diventando neutrale, l’Italia riacquisterebbe una parte sostanziale della propria sovranità: sarebbe così in grado di svolgere la funzione di ponte di pace, sia verso Sud che verso Est.”
L’iniziativa della Rete NoWar e del Comitato No Nato si sposa con l’iniziativa istituzionale promossa in questi giorni da tre senatori del gruppo misto (la senatrice De Pin ed i senatori Pepe e Campanella) che presenteranno il prossimo 21 aprile un Disegno di Legge in cui si chiede l’uscita dell’Italia dalla Nato, possibilità prevista all’interno dell’articolo 13 dello stesso Patto Atlantico. Le due iniziative parallele saranno presentate in una prossima conferenza stampa in Senato.
Tra i primi firmatari della petizione NoWar-NoNato sono i giornalisti Manlio Dinucci, Gianni Minà e Giulietto Chiesa; il missionario padre Alex Zanotelli; gli attori Dario Fo e Ascanio Celestini; il magistrato Ferdinando Imposimato; il disegnatore Vauro; il sindacalista Giorgio Cremaschi e i filosofi Gianni Vattimo e Domenico Losurdo – per menzionarne solo una decina tra i nomi più noti.
Per firmare la petizione è sufficiente andare sul sito della Change.org (www.bit.ly/no-nato) oppure sul sito dello stesso Comitato promotore, www.noguerranonato.it.
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