Referendum sulle concessioni alle trivellazioni: IL 17 APRILE VOTIAMO SI'
Il 17 aprile è importante
recarsi alle urne e votare SI', anche se il quesito che ci ha consegnato la Corte Costituzionale è marginale rispetto alla problematica complessa che dobbiamo affrontare e risolvere:
- perché, come mondo, come Europa, e quindi come Italia, dobbiamo uscire dal sistema energetico fossile ed investire massicciamente nell'efficienza energetica e nelle rinnovabili, come deciso unanimemente a Parigi con l'accordo sul clima del 12 dicembre 2015
- perché vogliamo salvaguardare gli ecosistemi globali, perciò oceani e mari ed il nostro Mare Mediterraneo in particolare. Il riscaldamento globale è il pericolo di fondo
: con la guerra nucleare resa inevitabile dalla logica della "detererenza", è una spada di Damocle che pende sulla sopravvivenza della nostra specie. Ma anche le trivellazioni, qui ed altrove, mettono a rischio l'equilibrio del mare sotto casa: l'estrazione di idrocarburi è una attività inquinante, con un impatto rilevante sull'ambiente, sull'ecosistema, l'habitat e la fauna marina. Per la sua conformazione il mare Mediterraneo non potrebbe sostenere un incidente che provocherebbe un irrimediabile disastro ecologico drammaticamente irreversibile.
- perché lo sfruttamento del sottosuolo del nostro mare è un affare per i soli petrolieri. Il petrolio degli Italiani è tutt'altro: bellezza,paesaggio, turismo, pesca, produzioni alimentari di qualità, biodiversità, innovazione industriale nell'ambito dell'ecosviluppo,ed energie alternative. IOggi in Italia il settore delle fonti rinnovabili occupa 60.000 addetti tra diretti ed indiretti ed una ricaduta economica di 60 miliardi. Ma la conversione energetica ed ecologica dovrebbe essere un piano di lavoro comune per tutta l'area euromediterranea, da proporre in alternativa alle avventure militari per controllare le risorse petrolifere, proprio quelle dalla cui dipendenza abbiamo tutti ufficialmente deciso di liberarci a Parigi.
Il 17 aprile, quorum o non quorum (inutile nascondersi che la partita è stata truccata in partenza dal governo), conteremo
perciò chi, tra la cittadinanza, con più consapevolezza di altri, intende portare avanti una lotta di lungo periodo per la coerenza ecologica e per assetti di pace, in un contesto italiano e globale (vedi Carta dai diritti dell'Umanità da emendare con il riferimento al diritto al disarmo nucleare). Intendiamo difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre, il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile, il diritto dell'Umanità a sopravvivere e vivere senza le minacce alla Madre Terra.
Difendiamo, curiamo ed amiamo l'organismo comune, il Pianeta, prezioso e insostituibile cui apparteniamo e che ci rende sorelle e fratelli nella condizione materiale e nella responsabilità etica e politica.
Firma on-line l'appello che trovi su: www.petizioni24.com/ratificareparigi
Alfonso Navarra, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici, Alessandro Marescotti, Patrick Boylan
Parole chiave:
movimento pacifista, notriv
Articoli correlati
- Ricordate il referendum sulle trivellazioni? Il M5s dichiarava di volerle fermare. Adesso invece no
Notriv contro governo e M5s
Le associazioni Notriv contestano il nuovo approccio pentastellato finalizzato a ‘monetizzare il danno’. E aggiungono: “L’on. Liuzzi (M5s) si è ben guardata dal proporre un aumento royalties dell’80%. In proporzione addirittura uno stabilimento balneare paga molto di più di una società petrolifera”.1 dicembre 2018 - Redazione PeaceLink - Voto del 17 aprile sulle trivellazioni
Peacelink: "Referendum, diamo voce alla sovranità popolare"
L’astensionismo e l’inerzia civile potrebbe avere gravi conseguenze. L'invito del presidente del Consiglio a non votare è un passo indietro per la democrazia, è un danno arrecato alle coscienze, prima ancora che al mare o ai suoi fondali15 aprile 2016 - Associazione PeaceLink - Il 17 aprile, il referendum sulle trivelle
E intanto, davanti a te, il mare
Tra chi dice sì e chi no, c'è chi predica l'astensionismo. Ma qualcuno, forse, dimentica che essere cittadini significa anche partecipare al voto referendarioCristina Sgobio
Sociale.network