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Presidio a Roma davanti al Ministero della Difesa

Contro l'export di armi ai Saud e per la fine del massacro del popolo yemenita

Cosa dovranno ancora fare i Saud e i loro complici prima di ricevere una piccola condanna?” hanno chiesto i manifestanti NoWar lo scorso mercoledì davanti agli uffici della Ministra Pinotti.
15 ottobre 2016
Redazione

                                                                                  (cliccare sull'immagine per la didascalia)

Sosia della Ministra Pinotti che inscena una vendita di bombe e missile al Re dell'Arabia Saudita, davanti il Ministero della Difesa a Roma il 12 ottobre 2016.

Dopo l'ultimo inaudito massacro in Yemen con il bombardamento saudita di una cerimonia funebre a Sana'a (155 morti e centinaia di feriti), Rete NoWar-Roma ha svolto una manifestazione di protesta a Roma mercoledì pomeriggio, 12 ottobre, “contro la criminale guerra dei Saud e contro la decisiva complicità dell'Italia”, come recitava un loro cartellone.

Difatti, il governo italiano continua a mantenere in piedi la vendita di armi a Riad e ai suoi alleati nel Golfo, in spregio alla legge 185/90. E gli altri paesi dell'Unione Europea non sono di meno. “La sudditanza nei confronti del complesso bellico Nato/Golfo è totale,” dice Marinella Correggia, esponente della Rete NoWar-Roma. “In pochi mesi, in ginocchio a Riad si sono recati: il presidente del consiglio Matteo Renzi, l'Alta rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Federica Mogherini, il ministro degli esteri Gentiloni e, agli inizi di ottobre, la ministra della difesa (o meglio della guerra) Pinotti.”

Malgrado le sue guerre (e, secondo osservatori indipendenti, i suoi crimini di guerra), non solo in Yemen, l 'Arabia Saudita ha finora evitato qualsiasi sanzione o accenno a sanzioni. Alla fine di settembre, il Consiglio dei diritti umani a Ginevra (di cui, quest'anno, Riad è membro di turno) ha respinto persino l'ipotesi di creare una commissione internazionale indipendente di inchiesta sulla guerra in Yemen.

Eppure la guerra dei ricchi monarchi contro il paese più povero del Medio oriente ha già prodotto circa 6.000 morti civili, senza contare feriti e amputati, nonché tre milioni di sfollati. Rimangono malnutriti 14 milioni di yemeniti malnutriti e vengono azzerate, dalle bombe saudite, persino le infrastrutture vitali dello Yemen (acqua, energia, ponti…). Per non parlare della cancellazione della sua millenaria storia.

“Cosa dovranno ancora fare i Saud e i loro complici prima di ricevere una piccola condanna?” hanno chiesto i manifestanti NoWar lo scorso mercoledì davanti agli uffici della Ministra Pinotti.

Presidio a Roma davanti al Ministero della Difesa il 12 ottobre 2016.

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