Venti anni di PeaceLink
Dal primo vagito pacifista alle attuali lotte contro la diossina PeaceLink compie 20 anni L'annuncio pubblico della nascita della rete venne dato proprio dal Corriere del Giorno il 28 ottobre 1991. Nacque a Taranto ma si è diffusa in tutt'Italia Il 28 ottobre 1991 nasceva ufficialmente la rete telematica PeaceLink: sono passati esattamente venti anni. Frugando nell'archivio ho trovato uno "storico" articolo del Corriere del Giorno con cui si annunciava: "Singolare iniziativa denominata PeaceLink".
Password a 22 scuole
Vi si legge: "Lunedì 28 ottobre, nell'aula magna dell'Ipsia Archimede in via Lago Trasimeno, si terrà alle 17 un incontro finalizzato ad illustrare il progetto PeaceLink il cui tema è: L'informatica e la telematica per una cultura della pace e della solidarietà". L'articolo spiegava: "Cosa significa PeaceLink? Tradotto letteralmente in italiano può significare 'collegamento di pace', ma anche 'legame di pace'. Ventidue scuole di Taranto e provincia hanno ricevuto una password (parola di accesso) con la quale possono inserirsi nella rete telematica".
Pacifisti in pole position
A venti anni di distanza si avverte più chiaramente la novità di un'intuizione che colse di sorpresa tutti: un'iniziativa pacifista infatti anticipava per la prima volta le stesse forze armate battendole sul tempo. Non tutti percepirono l'assoluta novità dell'evento, anzi nessuna delle scuole che ricevette la password si collegò a PeaceLink! Infatti venti anni fa le scuole erano collegate al Videotel.
Videotel e BBS
Il Videotel costava moltissimo. PeaceLink proponeva collegamenti gratuiti, senza canoni. Eppure le scuole si collegavano al Videotel e ignorarono PeaceLink. Di Internet allora non si conosceva neppure il nome. PeaceLink creò la sua rete telematica utilizzando la tecnologia (quella dei nodi “Bulletin Board System”) ideata da un informatico anarchico americano che l'aveva resa disponibile senza imporre alcun copyright commerciale. Sui BBS di PeaceLink chi dava informazioni e chi le leggeva non doveva pagare pedaggio. Con il Videotel della SIP invece sì. Tre anni dopo il Videotel morì di stenti perché era un vecchiume tecnologico e PeaceLink si ramificò in tutt'Italia, a velocità di connessione di gran lunga superiori rispetto al Videotel.
Servizi segreti in allerta
Fu un periodo straordinario, di ingegnosa innovazione dal basso, in cui sperimentavamo tecnologie e soluzioni software di frontiera. Repubblica o il Corriere della Sera avevano solo il fax e non la posta elettronica. Se telefonavi ad un giornalista e chiedevi la sua email ti rispondeva che non sapeva cos'era e ti chiedeva di mandare tutto per fax. Tutto ciò non ha bisogno di commenti. PeaceLink si trovava a quel punto in netto vantaggio tecnologico sul resto del mondo dell'informazione. Ciò veniva visto con stupore e con un po' di sospetto. PeaceLink mise infatti immediatamente in allerta i servizi di sicurezza italiani, che poco dopo la nascita del network pacifista, realizzarono un'informativa. Nel 1994, tre anni dopo il primo vagito, PeaceLink venne bloccata con un blitz della Guardia di Finanza e il suo computer centrale sequestrato per il sospetto di pirateria. Sospetto rivelatosi infondato. Il processo si concluse con un'assoluzione piena. Ma la vicenda fece toccare con mano il clima di diffidenza in cui veniva accolta un'iniziativa così nuova.
In collegamento con l'Africa
Eppure PeaceLink operava sul versante "africano" della solidarietà, in collaborazione stretta con il missionario comboniano Renato Kizito Sesana Kizito. Uno dopo l'altro da allora cominciarono ad uscire i libri di PeaceLink: "Telematica per la pace", "Oltre Internet", "Apri una finestra sul mondo", "Italian crackdown" e altri ancora. Si avviarono esperienze editoriali in cui diventava elemento trainante un giovane scout di nome Carlo Gubitosa, oggi giornalista. Le esperienze della rete ci portarono in TV di fronte a Carlo Massarini (conduttore di "Mediamente") e in sceneggiatura televisive scritte e riprese dai registi Squizzato e Brunatto per conto della RAI, che si interessò del caso di Gianmarco Coniglio, un bambino tarantino affetto da una rarissima e infausta malattia per la quale si cercarono in rete casi simili al fine di trovare una cura. I proventi televisivi destinati a PeaceLink vennero versati a padre Kizito e ai bambini più poveri di Nairobi, come pure i diritti d'autore dei libri.
Sotto le bombe
Durante la guerra del Kossovo ci fu una vera e propria esplosione dei contatti telematici, anche perché su PeaceLink scrivevano persone sottoposte ai bombardamenti Nato. Nacque cosi' il libro "Cronache da sotto le bombe", una testimonianza drammatica, terribilmente umana. Cokeria, sottomarini e diossina Dopo il 2000 PeaceLink si è arricchita di un attivismo ecologista non previsto all'origine. Sul sito furono pubblicate le foto dei veleni cancerogeni della cokeria. Venne sollevato il problema del transito dei sottomarini a propulsione atomica nei porti a rischio nucleare, fra cui Taranto. Poi sono venute le iniziative clamorose sulla diossina, che tutti a Taranto conoscono. Nel complesso in questi venti anni PeaceLink si è caratterizzata per strategie che intrecciano metodologie di attivismo simili a quelle di Greenpeace e di Amnesty International, con la novità di lanciarle da una piattaforma telematica. Altra caratteristica di PeaceLink è stata quella di una rigorosa autonomia dai partiti politici.
Cinquemila al giorno
Devo dire francamente che venti anni fa non avrei mai immaginato che il mondo si sarebbe evoluto così e che ogni mese le persone più varie su PeaceLink si collegassero 5 mila volte al giorno. Quando si avviò PeaceLink pensai: così non mi telefonano più a casa per chiedere un'informazione. Immaginate se mi avessero telefonato 5 mila volte al giorno per chiedermi qualcosa?
Anno di nascita: 1991
Luogo di nascita: Taranto
Organizzazione: associazione di volontariato nazionale senza fini di lucro
Come diventare volontari di PeaceLink: volontari@peacelink.it
Sito web nazionale: www.peacelink.it
Sito web africano http://africa.peacelink.org
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