Comunicato stampa del WWF Provincia di Chieti

Una mattanza inutile e cruenta

La provincia di Chieti con Delibera di Giunta del 3 aprile 2008 ha approvato il Piano di contenimento numerico delle specie Cornacchia grigia, Gazza e Volpe, da attuarsi all’interno di alcuni Istituti Faunistici provinciali e territori ad essi adiacenti
6 maggio 2008

- La provincia di Chieti con Delibera di Giunta n° 128 del 03 aprile 2008 ha approvato il “Piano di contenimento numerico delle specie Cornacchia grigia, Gazza e Volpe, da attuarsi all’interno di alcuni Istituti Faunistici provinciali e territori ad essi adiacenti”.

La Provincia intende attuare questi abbattimenti mediante le trappole per corvidi (gazze e cornacchie) e i fucili a carabina da utilizzare in notturna, con ausilio di faro, per l’uccisione delle volpi. La giustificazione è data dai presumibili danni all’agricoltura, dalla predazione su uova e piccoli di altre specie e dai danni che i corvidi produco sui pali di sostegno degli elettrodotti.

Dichiara Maria Laura Pierini, responsabile del WWF Sezione Provinciale di Chieti: in questo periodo gli animali selvatici sono in fase riproduttiva e post-riproduttiva con i piccoli ed i cuccioli che moriranno di inedia se i genitori verranno eliminati.

La Giunta Provinciale di Chieti, pur di acconsentire ai cacciatori di girovagare con trappole e fucili nel nostro territorio per tutto l’anno, e non solo durante la stagione venatoria, è capace di approvare questi piani che sono inutili e crudeli per le finalità previste, tutto alla modica cifra di 21.000 euro.

Questo progetto è, infatti, destinato ad un sicuro fallimento con lo sperperamento del solito denaro pubblico. Lo afferma lo stesso INFS - Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica - (unico ed autorevole organismo scientifico nazionale che svolge studi ed elabora pareri per Enti Pubblici): che così afferma testualmente “ … il livello di efficacia espresso dai sistemi di controllo diretto (NdR: trappole e fucili) utilizzati risulta piuttosto scarso e caratterizzato da un rapporto costi/benefici quantomeno criticabile (Rolando 1995). Gli effetti di questi interventi risultano spesso limitati nello spazio (area d’intervento) e nel tempo, poiché le perdite conseguenti alle azioni di contenimento numerico vengono generalmente rimpiazzate in tempi piuttosto rapidi attraverso l’attivazione di meccanismi di occupazione dei territori resisi disponibili da parte di individui immigrati da aree limitrofe”.

La normativa vigente L. 157/92, proprio per arginare le pressioni dei cacciatori che vorrebbero esercitare la caccia sempre e comunque, prevede che il controllo della fauna selvatica avvenga mediante l'utilizzo di metodi ecologici, su parere dell'INFS. Qualora l'Istituto verifichi l'inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento. Non abbiamo notizie di metodi ecologici approntati dalla Provincia di Chieti. Peccato, perché ancora una volta l’INFS afferma che: “l’adozione di misure di ripristino ambientale, volte ad assicurare una buona presenza di ambienti a vegetazione erbacea ed arbustiva fin dall’inizio del periodo riproduttivo, possa rappresentare un utile intervento teso a limitare la predazione dei nidi di Galliformi da parte dei Corvidi.”

L’assessorato alla Caccia della Provincia di Chieti dovrebbe utilizzare il denaro pubblico con maggiore intelligenza come ad esempio finanziando la ricerca scientifica sulla fauna selvatica del nostro territorio anche mediante progetti ad hoc e borse di studio oppure dotando la Polizia Provinciale di quei dispositivi e materiali utili per contrastare il diffusissimo fenomeno del bracconaggio. E’ nota, infatti, la carenza di cui soffrono gli agenti provinciali per la mancanza anche degli strumenti più indispensabili per fare il proprio lavoro.

Un altro aspetto sottovalutato è la sicurezza per la cittadinanza: la Provincia si dovrà assumere la responsabilità di far andare in giro di notte, per tutto l’anno, gente armata di fucile carabina (con gittate anche di oltre 1.500 metri), che sparerà al buio in un territorio antropizzato come il nostro. Se il proiettile, infatti, non centra l’animale o se esso è deviato, ci sarà il rischio anche per chi è a grande distanza da chi spara.

Dichiara Mirko Di Marzio, rappresentante del WWF alla Consulta per la Caccia: l’aspetto ancor più sorprendente di questa vicenda è che la nostra associazione, come tutte le altre che si occupano della tutela dell’ambiente e degli animali, è venuta a conoscenza di questo Piano di abbattimento, solo dopo approvazione della Giunta Provinciale e solo tramite gli organi di stampa. Il progetto non è neppure stato discusso in sede di Consulta della Caccia. Nonostante la vasta normativa sulla trasparenza amministrativa e sulla partecipazione dei cittadini agli atti della pubblica amministrazione, questo l’Assessorato alla Caccia non brilla certo per la sua capacità di coinvolgere i cittadini e le associazioni. Già in altra occasione - Delibera di Giunta sul corso dei Censitori Volontari di fauna che affidava ai soli cacciatori l’esercizio di tale attività – la Provincia non si era distinta per il rispetto della norma su trasparenza e partecipazione. A questo punto chiediamo al Presidente Coletti netta e decisa presa di posizione affinché l’Assessorato competente investa il denaro pubblico in progetti prioritari e coinvolga finalmente nei processi decisionali tutte le componenti interessate.

NOTA: le citazioni dell’ INFS sono tratte dal Documento Tecnico INFS, dal titolo: “Il controllo numerico della gazza mediante la trappola di Larsen”

WWF Sezione Provinciale di Chieti
Pierini MariaLaura
Di Marzio Mirko

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