Centro Oli ad Ortona

Ortona ad un passo dal sospendere la Costituzione Italiana

Il sindaco Fratino e la sua maggioranza, tra i pochi ancora a sostenere le ragioni del devastante progetto dell'ENI, ha recentemente espresso la volontà di denunciare i cittadini che si sono pronunciati contro la sua volontà.
6 maggio 2008

Art. 1 della Costituzione Italiana:
"La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione"

Art. 21 della Costituzione Italiana:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione."

Art. 1 della Costituzione, riveduta e corretta per gli amministratori di Ortona:
"La sovranità appartiene al sindaco e alla sua giunta, che la esercitano con arbitrio assoluto"

Art. 21 della Costituzione, riveduta e corretta per gli amministratori di Ortona:
"Il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero appartiene al sindaco e alla sua giunta. Ai sudditi può essere concesso, in maniera straordinaria, purché non sia in contrasto con quanto espresso dagli illuminati amministratori"

ENI Non resta che l'ironia, facile ma a denti stretti, di fronte a quanto accade ad Ortona. Il centro abruzzese, così come più volte citato anche su PeaceLink, è il teatro di uno scontro che ormai da diversi mesi contrappone la giunta comunale, spalleggiata dal governatore Del Turco, dall'ENI, dai sindacati e pochi altri, alla cittadinanza, a diverse amministrazioni locali, agli ambientalisti, agli agricoltori, agli scienziati. Nodo del contendere è il devastante progetto di costruire un centro di raffinazione del petrolio, estratto ad Ortona dall'ENI.

Nonostante sia ampiamente dimostrato il disastro, ambientale ed economico, che il Centro Oli comporterà gli amministratori ortonesi stanno tentando, in tutti i modi, di perseguire il loro progetto.

Nelle ultime settimane abbiamo assistito però al paradosso. Alcune settimane fa, sotto gli attacchi di Fratino e dei suoi assessori, era finito un manifesto affisso dal comitato civico 'Natura Verde'. Il manifesto denunciava quel che è ormai di dominio pubblico: il Centro Oli avvelenerà l'aria. Fuoco e fiamme contro i devastatori dell'immagine della città, contro coloro che vogliono far scappare i turisti e distruggere lo sviluppo della città.

Il 30 aprile scorso si è arrivati a sfiorare il paradosso più demenziale. Il consiglio comunale si è riunito per chiedere il ritiro della delibera regionale che blocca la costruzione del Centro Oli e, udite, udite, stabilire di rivalersi legalmente sui comitati civici, la cui azione di protesta sta bloccando la costruzione del Centro Oli.
Come scrivevamo poc'anzi la presenza in aula, civile e pacifica, di moltissimi cittadini ha suggerito ai consiglieri di evitare la clamorosa presa di posizione, con la quale per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana un'amministrazione avrebbe denunciato i propri cittadini. Con l'accusa di aver esercitato le prerogative a loro concesse dalla Costituzione Italiana. Ma forse da Fratino no ...

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