A qualcuno interessa la salute degli abruzzesi? O solo i loro soldi?
La Banda del Buco, questa potrebbe essere la definizione giusta per il quadro dipinto dal sostituto procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi. Compensi gonfiati all'inverosimile, tangenti per favorire accrediti e finanziamenti, tutto sulle spalle dei contribuenti abruzzesi. Che, negli ultimi anni, si sono ritrovati a pagare le conseguenze di un deficit della sanità a zeri crescenti. Mentre intanto i cittadini sono stati lasciati soli e abbandonati nella tutela della legalità e della salute pubblica.
Gli arresti del Presidente della Regione e di alcuni assessori
Svegliarsi il lunedì mattina e ritrovarsi agli arresti il Presidente della Regione, l'assessore regionale alla Sanità e politici di rango, riferimento per interi territori, è stato uno shock per molti. Ma non ha colto tutti di sorpresa. Sono ormai due anni che si indaga a tutto campo sulla corruzione nella politica abruzzese, a partire dalla sanità, ma non solo. Già nei mesi scorsi diverse inchieste hanno interessato finanziamenti pubblici a cliniche private. Ma le situazioni più gravi restano ancora (almeno fino agli arresti di ieri mattina) quelle della Fira, la finanziaria regionale, e del Comune di Montesilvano. Seguito da Pescara, principale centro cittadino della regione, dove negli ultimi mesi ci sono stati alcuni arresti e molti avvisi di garanzia.
Una situazione giudiziaria sempre più grave
Le indagini di questi anni delineano un tessuto politico-economico devastato da connivenze criminali, corruzione imperante e inefficienze gravi. Come dovrebbe commentare tutto ciò un cittadino che si è trovato a pagare gravosi ticket per debiti che scopre essere dovuti ad un vero e proprio sistema di potere clientelare?
Come ha scritto nel suo blog Loris D'Emilio, storico attivista abruzzese di PeaceLink(che nel suo articolo ricostruisce dettagliatamente il quadro degli arresti e delle accuse), "Cosa dovrebbe pensare oggi un cittadino abruzzese, strozzato più che mai da dazi e gabelle comunali e provinciali mentre politici, dirigenti e funzionari pubblici si comprano le Porche Cheyenne o gli appartamenti a Roma? Cosa dovremmo pensare, noi operatori del privato sociale non facenti parte di noti potentati economici che da mesi non riceviamo gli stipendi dalle nostre organizzazioni perché, seppure in regime di convenzione con la Sanità Regionale, ci sentiamo rispondere sempre la solita litania dai burocrati regionali “non ci sono i soldi… sa, il buco di bilancio …”, mentre girano valigie con dentro mazzette da cinquanta o centomila euro? E cosa dovremmo dire ai nostri assistiti quando non potremo più erogare i servizi non potendo a nostra volta pagare i nostri fornitori, mentre gli amici degli amici, tra una cena a base di capretto e qualche busta di mele, sistemavano parenti e conoscenti con assunzioni facili?"
In un altro articolo sul suo blog Loris D'Emilio realizza una disamina puntuale e dettagliata della situazione degli accreditamenti privati nella sanità pubblica abruzzese. Evidenziando un punto critico di notevole importanza: l'immenso scarto tra gli standard richiesti ai privati e i fondi messi a disposizione. Leggiamo infatti "a una parte quindi la Pubblica Amministrazione regionale chiede, giustamente, standard qualitativi più alti (strutture adeguate, strumentazioni di prim’ordine, personale qualificato e professionalmente preparato) per i servizi erogati, dall’altra la Pubblica Amministrazione Nazionale interrompe le trattative per il rinnovo del contratto di categoria e la stessa Regione annuncia tagli alla sanità per il contenimento della spesa dell’assistenza medica di base..." chiudendo amaramente "Aumento degli stipendi per gli operatori di settore, no. Adeguamento delle rette per le prestazioni erogate, forse. Finanziamenti attraverso le liberalità dei cittadini, rimandate a data da destinarsi.
Con quali fondi il privato sociale potrà fare fronte alle richieste di migliorare gli standard di qualità dei servizi offerti? Non sarà che alla fine a pagare saranno i cittadini, con buona pace degli articoli 3 e 32 della Costituzione ?"
Ma queste situazioni, che toccano i principali responsabili della politica locale(basti pensare che sono indagati gli ultimi due Presidenti della Regione e i due candidati alle elezioni primarie locali del PD), sono solo la punta dell'iceberg di una regione dove la gestione della cosa pubblica si sta rivelando totalmente irrazionale.
Vasto negli ultimi mesi continua ad essere teatro di attentati, probabilmente a scopo intimidatorio. La conta è arrivata al quarto o quinto
Alcune settimane fa un pluripregiudicato ha commesso un omicidio nel parco di Pescara.
Tutto questo continua nel totale silenzio(tranne alcune eccezioni) di media e politici nazionali. L'unica nota positiva di questi giorni è stata la loro attenzione alla vicenda(il presidente del Consiglio è addirittura intervenuto dala Francia!).
Clamorose segnalazioni sono arrivate da alcuni cittadini di Casalbordino la settimana scorsa. L'intera costa teatina(ma non solo!) è stata interessata da un nubifragio che ha causato danni di notevole entità martedì 22 luglio. Nel pieno dell'acquazzone diverse persone, che stavano percorrendo(o abitano) nel tratto stradale che dal lungomare risale verso il centro hanno segnalato che l'aria era diventata totalmente irrespirabile e notato fumi neri confondersi nell'atmosfera. Dopo poche ore la situazione è sembrata tornare alla normalità, ma desta comunque allarmismo. I cittadini hanno notato come nelle scorse settimane la fabbrica di esplosivi(nota in paese come 'la polveriera') ha attivato un secondo camino, accanto a quello già esistente. Fenomeni come quello di martedì scorso non sarebbero infrequenti da allora, a detta di molti. Non abbiamo, allo stato attuale dei fatti, alcuna evidenza certa e non abbiamo potuto verificare. Ma resta sicuramente il dato certo di una totale assenza del monitoraggio della qualità dell'aria e di qualsivoglia analisi da parte dell'ARTA.
MareLibero: lo stile Montesilvano fa scuola
Il maggio scorso, in una lettera aperta al sindaco, l'associazione MareLibero di Pescara ha denunciato che i metodi di gestione tipici del sistema Montesilvano proseguono e fanno scuola anche altrove. Mentre il WWF Abruzzo, insieme all'Abruzzo Social Forum e alla stessa MareLibero, ormai porta avanti denunce quasi periodiche sulla gestione delle acque. Siamo partiti nel 2004 con i pozzi avvelenati di Bussi e ora siamo arrivati ad un assortimento di veleni nelle acque di tutta la regione degne di un film di Dario Argento.
Leggiamo infatti sui blog del WWF Abruzzo "Il 57% delle stazioni di campionamento è risultato nelle classi Pessimo, Scadente e Sufficiente, quando l’Unione Europea stabilisce che entro il 2015 tutte le stazioni devono essere nella categoria Buono" riportando poco dopo le dichiarazioni del presidente regionale Dante Caserta che chiama pesantemente in causa la classe dirigente(o dovremmo dire ex?). "Sono ormai molti anni che denunciamo lo stato di forte criticità dei nostri fiumi, causata principalmente da tre cause: il malfunzionamento della rete dei sistemi di depurazione, grandi e piccoli; la captazione incontrollata delle acque per scopi produttivi (agricoli ed industriali); il degrado delle aree golenali sia da un punto di vista dell’assenza di vegetazione sia dal punto di vista dello scarico illegale. Purtroppo non assistiamo ad una reazione adeguata da parte della pubblica amministrazione. Anzi, il Consiglio Regionale a fine 2007 ha approvato la cosiddetta “Legge Fogna”, che consentirebbe, se applicata, di scaricare i reflui nei fiumi con parametri peggiori. Constatiamo una generale disattenzione verso i dati della situazione ambientale dei corsi d’acqua se non peggio, il prevalere degli interessi di chi non è in grado di gestire correttamente i depuratori rispetto a quelli delle collettività."
Si tira dritto come trattori agricoli.
Il Centro Oli ha purtroppo ottime possibilità di essere realizzato. Distruggerà l'economia agricola e turistica , la salute e il territorio e chi deve tutelarli balbetta. Non riuscendo a mettersi d'accordo, a bilanciare voti che si perderanno e favori alle multinazionali si è arrivati ad una clamorosa decisione: per non bloccare la costruzione del Centro Oli si sono bloccati tutti gli insediamenti sulla costa. Fantastico!
Acque avvelenate: dal 2004 di Bussi tanti veleni sono passati sotto il ponte!
Ma è doveroso tornare sulle acque di Bussi, primo degli scandali idrici di questi anni. Ormai anni fa l'agenzia pubblica preposta alla tutela della salute pubblica, dopo la denuncia del WWF, arrivò a dichiarare di non aver mai rilevata la presenza delle sostanze tossiche in quanto non attrezzata per farlo. Assurdo. Anche se il clamoroso diventa ridicolo quando il WWF denuncia il mescolamento (vietato per legge!) tra le acque inquinate dei pozzi di Bussi e acque provenienti da altre fonti. La risposta è stata che non vi è nessun mescolamento, vengono solo trasportate nello stesso tubo(non stiamo scherzando, ci sono documenti ufficiali che attestano che è tutto vero).
Ma potremo andare avanti. E raccontare della clamorosa siccità di due anni fa, quando i pozzi di Bussi vennero chiusi dal Tar e le autorità politiche invece si batterono, a suon di ricorsi, per tenerli aperti. La chiusura iniziale di tutti e quattro i pozzi venne tranquillamente assorbita dal sistema, mentre la successiva chiusura(dopo che si tentò di riaprirli) di uno solo che invece scatenò la crisi idrica a livelli sahariani. Situazione simile nel lancianese e vastese dove, periodicamente, anche d'inverno, l'acqua nelle case diventa un miraggio. Nel frattempo le stazioni sciistiche sparano neve artificiale tutto il giorno (l'acqua da dove arrivava?)
E' giunto quindi il momento, e speriamo che le clamorose cronache giudiziarie di questi giorni diano lo sprone decisivo, che i cittadini, e tutti coloro che hanno a cuore la salute e la cosa pubblica, si interroghino sulla situazione della Regione Abruzzo. Si interroghino su come sia possibile che un'intera classe politica, a prescindere dal colore politico, venga accusata di corruzione ai livelli più alti(già accadde nel 1992, quando l'intera giunta fu arrestata nella 'notte di San Michele', e tutto fu affossato tra prescrizioni e leggi sopravvenute). Si indaghi su come la salute pubblica possa diventare merce di scambio di affari illeciti. Finalmente si faccia chiarezza sulle infiltrazioni mafiose e camorristiche nella regione.
Ripartire si può. E' ancora possibile dare un futuro all'Abruzzo. Ma bisogna volerlo. Ed avere il coraggio di scelte coraggiose e importanti.
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