Il progetto sulla pista ciclabile deve andare avanti
La realizzazione della pista ciclabile della Costa Teatina lungo l’ex tracciato ferroviario, rappresenta un atto concreto di costruzione del “Sistema della Aree Protette della Costa Teatina” individuato nel 2007 dalla Regione Abruzzo con la istituzione di quattro nuove Riserve Naturali (Punta Acquabella, Ripari di Giobbe, Grotta delle Farfalle, Marina da Vasto), in aggiunta alle due già esistenti (Punta Aderci e Lecceta di Torino di Sangro ).
Un sistema lineare di Aree Protette lungo la Costa Teatina che stenta ancora a decollare anche se è diventato patrimonio nelle aspettative delle comunità locali e regionali grazie alle peculiarità paesaggistiche, culturali e storiche che possiede.
Dal 1979 ad oggi sono passati ben 30 anni di proposte, iniziative, convegni, articoli, pubblicazioni, reportage fotografici, provvedimenti legislativi; ma di veramente concreto ben poco è stato fatto ad eccezione del recupero e valorizzazione dei trabocchi grazie alla benemerita legge regionale n. 93 del 1994.
Il tentativo di ostacolare la realizzazione della pista ciclabile ci appare di enorme gravità, in quanto rappresenta l’ossatura portante del “Sistema delle Aree Protette della Costa Teatina”, lo caratterizza in maniera unica ed originale collegando e mettendo in relazione, come i grani di un rosario, le sei Riserve Naturali e le tante altre aree di pregio paesaggistico disseminate lungo tutta la costa.
Un percorso ciclabile a pochi metri dal mare che, per la sua eccezionale ubicazione e lunghezza chilometrica, (solo il tratto Ortona a Casalbordino misura ben 34 Km), è in grado di promuovere il turismo naturalistico e culturale lungo tutta la costa teatina grazie anche alla contestuale attivazione delle Riserve Naturali nell’ambito di una pianificazione del Sistema già individuato dalla Regione Abruzzo.
Secondo questa Associazione, infatti occorre mantenere alto il livello di pianificazione per garantire l’integrità paesaggistica complessiva evitando che la pista ciclabile si trasformi semplicemente in un asse di comunicazione al servizio di villette e residences vista mare.
Abbandonare questa idea progettuale forte e “accontentarsi” di realizzare lungo l’ex tracciato ferroviario spezzoni di strade rivierasche vuol dire dequalificare un ambiente costiero unico in Abruzzo, uniformandolo a quello molto diffuso lungo tutta la costa adriatica e di scarso valore ambientale.
Allora le proposte di “promenade”, alternative alla pista ciclabile, sponsorizzate dai sindaci di Rocca S. Giovanni, di San Vito e Fossacesia, sono veramente delle semplici provocazioni con l’obiettivo di accelerare i tempi della pista ciclabile, oppure no? Noi ci auguriamo di sì .
Il Presidente del WWF Abruzzo
Camilla Crisante
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