inchiesta appalti post-sisma, nei guai l'assessore regionale Venturoni
Non bastava l’ombra della mafia sulla ricostruzione (http://www.antimafiaduemila.com/content/view/20608/84/ ), senza contare quella del malaffare prima del terremoto, delle case e palazzi sbriciolati come zucchero. Non si fa a tempo a riflettere su un fenomeno e a cercare di capirne le modalità, gli ambiti applicativi che subito arriva una nuova bufera a gettare benzina sul fuoco.
Stavolta l’ambito interessato è l’affare post-sisma; l’inchiesta denominata “Ground Zero” coinvolge l’assessore regionale Venturoni, l’ex manager ASL de L’aquila Marzetti, l’ex consigliere Fira D’alesio, Mileti (ex assessore regionale) oltre agli imprenditori aquilani Venturi e Tessitore.
La notizia è apparsa su tutti i Tg regionali e nazionali tra cui riportiamo il link tratto da “IL CENTRO.IT”:
http://ilcentro.gelocal.it/dettaglio/ricostruzione-appalto-asl-pilotato-venturoni-
indagato-per-corruzione/1787569
Con il passare delle ore emergono altre indiscrezioni su l’ennesimo episodio che conferma la regola: cambiando l’ordine politico il risultato è lo stesso, le regole, il sistema è lo stesso, quello di sfruttare le leggi a proprio uso e consumo. PrimaDaNoi.it ha pubblicato alcune conversazioni (http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=23748&page=1) che rendono bene l’idea di quello che si prospetta.
Certo, è meglio precisare, prima di una sentenza definitiva tutti sono innocenti, ma ormai la sensazione è che ogni intercettazione, ogni indagine, sveli tasselli di un sistema ormai collaudato, di chi, passando da incarichi ammin€istrativi, enti politicizzati e non, riesce a influire pesantemente sull’economia, su chi debba lavorare e chi no, sia esso semplice cittadino o impresa appaltatrice……
E’ difficile finire questo breve articolo riflettivo, difficile leggere, sentire sempre la stessa storia, come se si trattasse di un metodo difficile da capire, a tratti si vorrebbe evitare di aprire il giornale o vedere il TG perché fino a quando non si manifesta il proprio disappunto verso un certo modo di fare politica e non, gestire gli appalti e il rispetto delle regole dai parti dei privati, i quali vanno avanti solo se più grandi e più “influenti” verso un ente o un Comune, una Regione o anche la Protezione Civile. Tale disappunto andrebbe manifestato però insieme, al di là di convinzioni politiche, pregiudizi, armati di libera coscienza e di elevata moralità interiore, dimostrare che il popolo non è il solo bacino di voti a cui richiedere voti in cambio di favori, dal lampione vicino casa o il figlio assunto nel comune “amico”. Solo se si manifesta un forte “BASTA”, solo allora forse potremo leggere il giornale, sentire il TG con un minore senso di indignazione e impotenza che a volte scoraggia, con un occhio anche a ciò che sarà il futuro e il futuro dei nostri figli……
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