Due provvedimenti che danneggiano il nostro territorio
Il WWF boccia la nuova Legge Urbanistica in via di approvazione
3/2/2010 - La proposta di legge non affronta i problemi del territorio, non rispetta la sua identità ambientale né rappresenta la naturale evoluzione normativa in materia di urbanistica e pianificazione.
Il WWF Abruzzo, ieri pomeriggio, è stato ascoltato dalla II commissione consiliare presieduta da Luca Ricciuti in merito al testo in esame “Norme in materia di pianificazione per il governo del territorio”.
Le osservazioni, illustrate dall’Arch. Camilla Crisante Presidente del WWF Abruzzo, sono state sia a carattere generale che di dettaglio.
La proposta di legge, nel suo complesso si presenta estranea alla nostra regione, non affronta i problemi del territorio, non rispetta la sua identità ambientale né rappresenta la naturale evoluzione normativa in materia di urbanistica e pianificazione.
La precedente originaria legge urbanistica, la n. 18 del 1983, all’epoca della sua pubblicazione, fu invece accolta con grande interesse da parte di esperti ed amministratori locali e considerata la migliore nel panorama nazionale. Purtroppo, tutti i pregi della prima legge urbanistica sono scomparsi e la proposta di legge è di difficile lettura, confusa e ripetitiva, con norme così intrecciate da diventare ingarbugliate anche per l’eccessiva introduzione di numerosi nuovi ed inediti istituti e acronimi (UGPA, SU, SI, SU, SUP,ISRAU, VG, Vf, RE, SNU, AV, AR, AW, AC, AAD, QCL).
Il linguaggio utilizzato non sempre è strettamente tecnico e nell’insieme la legge risulta complicata e non solo per la complessità degli argomenti ma anche per un diffuso disordine e sovrapposizione di norme e principi.
Aspetti formali e sostanziali che rendono impossibile qualsiasi forma di valutazione, coinvolgimento e partecipazione costruttiva al futuro del nostro territorio.
Non sono chiare le funzioni attribuite alle Province (disseminate in più articoli) e quelle assegnate ai comuni che comunque appaiano eccessive rispetto alle reali capacità e dimensioni delle nostre strutture tecniche comunali (l’80 % del nostri comuni sono al disotto dei 3.000 abitanti), mancano i poteri sostitutivi, si passa dal sistema gerarchico e della sussidiarietà a quello della concorrenzialità con il ricorso sistematico agli istituti derogatori.
Appare anche fuori dal nostro contesto ambientale (non confrontandosi con l’imponente sistema delle aree protette della nostra Regione Verde d’Europa né con le nuove questioni legate alla sismicità e al dissesto idrogeologico del nostro territorio) e da quello delle grandi questioni ambientali ormai consolidate nella cultura internazionale quali la riduzione delle emissioni in atmosfera; la biodiversità; la tutela del paesaggio agrario; le reti ecologiche; la riduzione del consumo del suolo; la mobilità ecosostenibile; la qualità urbana; lo sviluppo turistico a basso impatto.
Una legge nel suo complesso, quindi, estranea alla nostra storia, al nostro territorio e al nostro tempo, che prevede una deregulation urbanistica a tutto campo, in controtendenza con gli orientamenti che vengono ormai assunti dalle Regioni più attente ed avanzate del nostro paese (Lombardia, Toscana, Veneto, Umbria,…).
In conclusione, il WWF ha invitato la nostra Regione Abruzzo a riflettere sulla necessità di approvare una legge Urbanistica più attenta alle problematiche ambientali e più aderente alle caratteristiche economiche, sociali, culturali e storiche della nostra Regione.
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Concessioni Demaniali: da qui all'eternità!
4/2/2010 - In Abruzzo presentato un Disegno di Legge che estende la durate delle concessioni fino a 20 anni. Il WWF interviene: provvedimento illeggittimo. Le Amministrazioni perderanno la facoltà di pianificare sul loro territorio demaniale.
Il WWF Abruzzo, ieri pomeriggio, è stato ascoltato dalla IV commissione consiliare presieduta da Nicola Argirò in merito al Disegno di Legge in esame che estende la durata delle concessioni demaniali fino a 20 anni.
Loredana Di Paola delegata in audizione spiega la posizione dell'Associazione: "Si comprende come il recepimento della direttiva europea Bolkestein da parte dello Stato Italiano, (che elimina l'automatismo nel rinnovo delle concessioni e alla scadenza impone una gara pubblica), stia creando forte preoccupazione per gli imprenditori del mare che, nell’arco di vari decenni in cui la deregulation ha regnato sovrana su tutto il litorale, hanno molto investito nelle loro attività; ma la proposta di legge così formulata è, a nostro parere, pericolosa sia dal punto di vista urbanistico che della pubblica fruibilità del demanio marittimo .
A tale riguardo la prima forma di regolamentazione del settore si è avuta con la Legge Regionale 141/97 con la quale è stata approntata una regolamentazione urbanistica speciale (indicazione delle superfici massime, dei volumi, previsione di liberi accessi al mare etc..). Ma la sua applicazione, il Piano Demaniale Marittimo, ha visto la luce solo nel 2004, consentendo nel frattempo la prosecuzione dell’occupazione selvaggia del demanio. A seguire Comuni sono stati chiamati a redigere i loro Piani Spiaggia comunali ( tanti non lo hanno ancora fatto).
Ne consegue che ad oggi l’adeguamento dal punto di vista urbanistico è stato irrilevante in quanto le prescrizioni contenute nei Piani Spiaggia comunali possono valere per le realizzazioni già compiute solamente al rinnovo della scadenza del titolo concessorio (come ha stabilito anche il Consiglio di Stato nella sentenza della Sez. VI del 17.12.2007 n. 6468).
In questo contesto, l’approvazione di una norma regionale così come proposta comprometterebbe la realizzazione delle finalità dettate dai Piani, in quanto, una volta assicurato ai concessionari un permesso di durata anche ventennale, le Amministrazioni si priveranno di qualsiasi strumento per assicurarsi l’adeguamento delle strutture alle nuove norme.
Tra l'altro le strutture ultradimensionate rispetto alle stesse previsioni della citata legge regionale, rischierebbero di permanere senza alcun vantaggio per la collettività e per la promozione turistica stessa del territorio.
Trattandosi di una materia complessa e che deve necessariamente tener conto soprattutto degli interessi della collettività ci auguriamo, nel momento in cui verranno stabiliti criteri e modalità dell'estensione, di essere chiamati a partecipare al tavolo di lavoro assieme agli operatori del settore".
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