PeaceLink Abruzzo appoggia la manifestazione del 18 aprile a San Vito Marina

La Regione Abruzzo non si è ancora schiodata

Dopo mesi di pressioni la Regione Abruzzo ha deciso di difendere davanti la Corte Costituzionale la legge approvata (tra critiche e perplessità) nei mesi scorsi. E, mentre nuove minacce sono all'orizzonte, l'assessore Febbo pensa ad attaccare cittadini ed ambientalisti.
10 aprile 2010

Il volantino col programma della manifestazione

Il 23 marzo il Presidente della Regione Gianni Chiodi e l'Assessore Regionale Mauro Febbo hanno annunciato la 'costituzione tardiva' (cioè successiva alla scadenza ordinaria dei termini) innanzi alla Corte costituzionale per il ricorso del governo contro la legge regionale 14/2008. Una legge che, dopo le tante parole e promesse dei mesi precedenti, è stata l'unico atto che l'attuale Giunta Regionale è riuscita a produrre in difesa del territorio abruzzese dalla minaccia petrolifera (sicuramente carente, in quanto non tutela minimamente il mare e lascia scoperte ampie porzioni del territorio regionale).

La costituzione è arrivata dopo mesi di latitanza e di silenzio da parte di Gianni Chiodi e della Regione, tanto da far temere che non intendessero neanche difendere la loro stessa legge. Un atto apparso ai più come doveroso (altrimenti si darebbe il segnale politico di voler abbandonare il futuro della Regione Abruzzo in balìa del fato) ma che Febbo e Chiodi hanno quasi presentato come un atto eroico. Mantenendo il silenzio sulle minacce incombenti di questi mesi (pensiamo al progetto della Forest Oil a Bomba e Ombrina Mare 2 al largo delle coste abruzzesi). L'assessore regionale Febbo, confermando la condotta tenuta nei mesi scorsi sulla vicenda della cava di estrazione di sedimenti che ha minacciato una delle più importanti riserve regionali, non ha mancato l'occasione per attaccare ambientalisti e cittadini, negando quella che è la realtà dei fatti.

E' sembrato di risentire la reazione isterica di Chiodi l'estate scorsa a Cupello in un incontro pubblico che, davanti alle pressanti (e documentate da una cartina) domande della dott.ssa Maria Rita D'Orsogna, non ha saputo far di meglio che insultarla.

Afferma Febbo che il Centro Oli non si farà e non se ne deve più parlare, chi dice il contrario lo dice per strumentalizzazioni politiche. Ma la realtà sappiamo tutti che è diversa. Intanto la si finisca di parlare solo di Centro Oli, la minaccia petrolifera riguarda quasi il 50 % dell'intero territorio (sono dati del Ministero delle Attività Produttive) e gli amministratori nulla hanno detto (e compiuto di conseguenza) per difenderlo. E' dovere dei cittadini chiederlo. Così come lo stesso Centro Oli non si farebbe per munifica decisione dell'ENI. Ma un amministratore pubblico non deve abbandonarsi alle decisioni e alla buona volontà dell'ENI ma ha l'obbligo di decidere, amministrare, compiere atti che abbiamo forza e visione propria.

Queste affermazioni dimostrano quanto ancora molto ci sia da fare e l'importanza della mobilitazione dei cittadini abruzzesi. Il fastidio di alcuni amministratori dimostra che sta dando frutti e sta avendo un peso sempre crescente. Amministratori regionali che continuano a parlare solo di Centro Oli ad Ortona, ignorando tutto il resto del territorio abruzzese e l'immensità della minaccia dimostrano di essere inadeguati a fronteggiarla.

Diventa quindi preziosissima e vitale la manifestazione del 18 aprile a San Vito Marina. PeaceLink Abruzzo sostiene e appoggia questa manifestazione e tutta la mobilitazione di questi anni e del futuro. Il 18 dovremmo essere migliaia, al fianco della dott.ssa Maria Rita D'Orsogna (voce indignata, scientificamente preparata e sempre straordinariamente generosa nel difendere il nostro futuro e quelle delle prossime generazioni), per dimostrare di essere molto più agguerriti e determinati di chi ci amministra (o almeno dovrebbe farlo) e per chiedergli ancora una volta di ascoltare la voce dell'Abruzzo e di non tergiversare più.

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