Protezione civile o scorie radioattive?

Deposito unico per le scorie radioattive in Abruzzo?

Nelle scorse settimane la stampa locale ha dato notizie che nel deposito militare di Monte San Cosimosarà collocato un centro di ricerca sul piezonucleare, chiamato anche " nucleare pulito ".
14 giugno 2010
Cittadini della Valle Futura

Simbolo della radioattività
E' proprio cosi oppure dietro una bella facciata si nasconde ben altro?

Secondo gli autori dell'invenzione ( la cui validità è però messa in dubbio da altri scienziati ) la sua prima applicazione consisterebbe nel trattamento, al fine della loro eliminazione, delle scorie radioattive prodotte dalle centrali nucleari dismesse.

Al riguardo occorre tener presente che, in base alle direttive dello Stato Italiano, la società che si occupa della messa in sicurezza delle scorie radioattive, la SOGIN, è incaricata di individuare un unico polo tecnologico che contenga sia un centro di ricerca che il deposito nazionale delle scorie.

La Regione Abruzzo, ai primi del maggio scorso, ha votato una risoluzione con cui si chiede che la SOGIN istituisca in Abruzzo il centro di ricerca sul piezonucleare.

Dunque Monte San Cosimo potrebbe diventare il sito nazionale per la ricerca, il trattamento e lo stoccaggio delle scorie radioattive?
Ci sono troppo elementi che coincidono e porterebbero a quella che è molto di più di una semplice ipotesi.

Se è cosi, altro che "nucleare pulito"!

Per Monte San Cosimo, dunque, la storia si ripete. Già nel 1990 la base militare venne individuata come uno dei 4 siti italiani idonei per" ospitare" rifiuti radioattivi.

Chiediamo che sulla questione venga fatta chiarezza e che si apra un dibattito pubblico. I cittadini hanno il diritto di sapere.

Ai nostri rappresentanti istituzionali e politici chiediamo di intervenire immediatamente, perché è in gioco il futuri del nostro territorio.

Ad essi chiediamo che, con decisione, venga portato avanti il progetto della riconversione di Monte San Cosimo in polo logistico della Protezione civile, cosi come delibrato da 17 comuni della Comunità Montana Peligna e della Provincia dell'Aquila.

La smilitarizzazione dell'area è l'unica strada per evitare che , dall'altro e in gran segreto, poche persone prendano decisioni che incidono sulla sicurezza e sulla salute dell'intera popolazione peligna.

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