Azione dimostrativa sul Ponte sul Mare e volantinaggio

Bussiciriguarda e la giornata mondiale dell'acqua

A tre anni dalla scoperta delle megadiscariche, nulla è stato fatto, nelle aree esterne alla Solvay, nonostante la presenza di un commissario governativo, con pieni poteri di protezione civile e che è stato dalle stesse associazioni già diffidato ad agire
23 marzo 2010
Comitato Bussiciriguarda (EcoIstituto Abruzzo, Italia Nostra, MareVivo, MILA-Donnambiente)



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The World Water Day (giornata mondiale dell’acqua) è stato istituito dalla Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (United Nations Conference on Environment and Development, UNCED). Essa rappresenta ogni anno, dal 1993, un’occasione per focalizzare l’attenzione su uno specifico aspetto della critica questione dell’acqua dolce, con particolare riguardo alle prospettive di accessibilità e sostenibilità delle risorse di questo bene. Il tema scelto per il 2010 è la qualità dell’acqua : acqua pulita per un mondo salutare (“Clean Water for a Healthy World”).


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Gli esponenti delle Associazioni Ecoistituto Abruzzo, Italia Nostra, Marevivo, Mila Donnambiente hanno celebrato, a Pescara, la giornata distribuendo un volantino (Bussiciriguardapontemare21-3-2010) ul lungomare e nell’area portuale. E’ stata scelta la foce del fiume per ricordare che tutti gli inquinanti, alla fine, si riversano in mare. Con il volantino si è voluto riportare l’attenzione sull’ l’inquinamento delle acque dai siti contaminati di Bussi sul Tirino, mentre un gruppo ha steso uno striscione sul Ponte del Mare. Gli esponenti delle associazioni di protezione ambientale, che da anni hanno dato vita al coordinamento “Bussiciriguarda” e che, insieme, patrocinate dall’avvocato Veronica Dini, del foro di Milano, si sono costituite “parte offesa” nel processo e hanno avanzato istanza di costuituzione di “Parte civile” (che si deciderà nell’udienza del prossimo 12 aprile), denunciano che a tre anni dalla scoperta delle megadiscariche, nulla è stato fatto, nelle aree esterne alla Solvay, nonostante la presenza di un commissario governativo,con pieni poteri di protezione civile e che è stato dalle stesse associazioni già diffidato ad agire. Chiedono che si proceda, come prevede la legge:


  • alla messa in sicurezza dei siti da cui continuano a diffondere veleni nelle acque del fiume, in quelle sotterranee e nei suoli;

  • che la Regione attivi l’istituto Superiore di Sanità per l’effettuazione di una indagine epidemiologica per conoscere finalmente, i riflessi che ha avuto sulla salute delle popoazioni l’inquinamento chimico;

  • l’ “analisi di rischio ambientale e sanitario” per individuare le fonti di rischio per la salute e poter adottare gli opportuni interventi preventivi.

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