Una risposta dei Movimenti ai petrolieri

Non c'è futuro senza una politica energetica alternativa

Petrolieri (e costruttori) hanno lanciato una campagna stampa sulle "ragioni del petrolio" . Le associazioni rispondono con una lettera sulle "ragioni degli abruzzesi" per dire NO al petrolio e SI ad una politica energetica alternativa.
7 agosto 2010
WWF, Legambiente, LAV, Agesci Abruzzo, Associazione Libera, Abruzzo Social Forum, Associazione Mare Libero, Abruzzo Crocevia, Punto pace Pax Cristi Pescara

-

Negli ultimi giorni il sistema Confindustria e le imprese petrolifere operanti in Abruzzo hanno lanciato una campagna stampa per evidenziare i benefici delle estrazioni petrolifere.

Lo fanno perché sono consapevoli che gli abruzzesi, grazie all’opera disinteressata e partecipata di associazioni e comitati, sono fortemente preoccupati dalla deriva petrolifera che sta colpendo il territorio ed il mare antistante la costa. Lo fanno ora, forti delle loro risorse economiche, dopo essersi sottratti per anni ai confronti pubblici.



-Il nostro territorio non sopravviverebbe ad un incidente petrolifero. Il disastro ambientale ed economico provocato dal pozzo della BP, come altri gravi disastri nel settore petrolifero, lo dimostra. Se nel Mare Adriatico si verificasse un incidente di portata anche molto più ridotta di quello del Golfo del Messico sarebbero compromessi l’ecosistema naturale marino-costiero e le stesse attività economiche di tutto l’Abruzzo.



-I dati ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico attestano che ad oggi il 51,07% di territorio abruzzese è interessato da richieste o concessioni di ricerca, estrazione o stoccaggio di idrocarburi. In questa porzione di territorio, 221 comuni sui 305 totali, risiede il 79% dell’intera popolazione abruzzese. Nel mare antistante la nostra costa ci sono 6.241,15 km quadrati ugualmente interessati da attività di ricerca ed estrazioni di idrocarburi. A fronte di tutto questo centinaia di Comuni, le Province e la stessa Regione si sono dichiarati contrari a questo tipo di interventi.

Le industrie petrolifere vogliono imporre le loro scelte agli abruzzesi



-La prospettiva della petrolizzazione non porterà benefici occupazionali. Non ne porterà nessuno, aldilà della propaganda. Sono più di 83.000 le aziende agricole (fonte ISTAT), migliaia sono i posti di lavoro nel turismo e nell'indotto. Questa economia verrà pesantemente danneggiata come è già avvenuto in Basilicata nella Val d'Agri dove la scelta petrolifera si è rivelata una storia sporca, come spesso sporche sono le storie legate allo sfruttamento petrolifero in ogni parte del mondo. Per non parlare dei gravi danni alla salute dei cittadini che queste scelte comportano.



Questo gli Abruzzesi non lo vogliono




-Uscire dal petrolio è necessario. Per raggiungere gli obiettivi dettati dall' emergenza climatica, da una diffusa ingiustizia sociale e da una drammatica crisi economica bisogna cominciare a pensare un nuovo modello di sviluppo basato sulla riduzione dei consumi, sull'efficienza energetica, sulla diffusione delle fonti rinnovabili. É necessario presupporre un vero e proprio capovolgimento dell'attuale schema energetico e delle tecnologie produttive. La crisi energetica che stiamo vivendo non è solo di carattere fisico ma anche politico: essa riguarda il rapporto tra energia e potere. Serve una politica che sappia gestire nell'interesse collettivo le risorse essenziali come l'energia e l'acqua, che sappia imporre un modello energetico-democratico partecipato.





L'ABRUZZO HA BISOGNO DI AFFRONTARE IL FUTURO CON SCELTE CORAGGIOSE. È IMPOSSIBILE FAR COESISTERE LE RAGIONI DEL PETROLIO CON LE SCELTE STRATEGICHE CHE LA NOSTRA REGIONE DA TEMPO HA CONDIVISO, DESTINANDO IMPORTANTI TERRITORI A PARCHI, PUNTANDO SULLO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA E DEI SUOI PRODOTTI, VALORIZZANDO IL TURISMO COSTIERO E MONTANO, DIFFONDENDO NEL MONDO IL MARCHIO DI UN ABRUZZO A GARANZIA DI GENUINITÀ, DI RISPETTO DEL TERRITORIO E DELLE SUE DIVERSITÀ.



 

Articoli correlati

  • Pacifisti a Ghedi, dove l'Italia ospita le bombe nucleari americane
    Pace
    Albert - bollettino pacifista del 29 settembre 2024

    Pacifisti a Ghedi, dove l'Italia ospita le bombe nucleari americane

    L'Italia ha firmato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP). Nell'articolo 2 si impegna a "non ricevere da chicchessia armi nucleari". Ma la realtà della base di Ghedi contraddice questo impegno. Buona notizia: oggi Pax Christi inaugura l'Istituto Cattolico per la Nonviolenza.
    29 settembre 2024 - Redazione PeaceLink
  • Strategie efficaci e nonviolente per la pace
    Pace
    Promuovere nuovi approcci alla sicurezza internazionale

    Strategie efficaci e nonviolente per la pace

    Attraverso questa pubblicazione, desideriamo invitare i responsabili politici tutti, compresi i dirigenti della Chiesa, a unirsi alla nostra missione prendendo in considerazione, adottando, finanziando e implementando politiche che promuovano opzioni nonviolente.
    20 novembre 2021 - Pax Christi International
  • "Agnelli sacrificali": perché così tanti morti da Covid-19?
    Sociale
    Ora su Internet

    "Agnelli sacrificali": perché così tanti morti da Covid-19?

    Esce sul web un audiovisivo che denuncia una delle cause più sottaciute dei troppi morti di Covid-19, chiamando in causa persino la Confindustria lombarda per possibile “istigazione al reato di epidemia colposa.”
    16 novembre 2020 - Redazione Peacelink
  • Incontri della pace
    Taranto Sociale
    Pax Christi e Libera a Taranto

    Incontri della pace

    Il primo si svolge venerdì 17 alle ore 18 al Liceo Pedagogico Vittorino da Feltre
    16 febbraio 2017
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)