Energia elettrica importata in Abruzzo dal Montenegro?

No a piani energetici impattanti

Non è giusto nè morale utilizzare l’energia elettrica derivante dalla distruzione ambientale di un altro Paese
28 luglio 2010
WWF Abruzzo

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La realizzazione della nuova linea da 380 Kw “Villanova-Gissi”, legata all’elettrodotto “Tivat -Villanova”, sta sollevando molte preoccupazioni nella popolazione abruzzese sotto il profilo ambientale. La linea che servirà l’Abruzzo dovrebbe, infatti, essere alimentata anche dall’energia proveniente da quattro dighe che il Governo del Montenegro ha intenzione di realizzare sul fiume Moraca, che alimenta il lago di Scutari, un’area di grandissimo pregio naturalistico.

Per un’Associazione internazionale come il WWF, è doveroso denunciare che il danno maggiore e devastante sull’ambiente potrebbe avvenire non lontano da noi, nel Montenegro, dove il piano energetico nazionale prevede che siano costruite quattro dighe per la produzione di energia idroelettrica sul fiume Moraca. Il WWF segnala che la produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare il grande idroelettrico, non è di per sé sinonimo di tutela ambientale: tali dighe, se costruite con il piano originale (fortunatamente al momento messo in forse), avranno un impatto devastante sul bellissimo fiume Moraca e potrebbero avere un impatto pesante sul lago di Scutari, uno dei più importanti patrimoni naturali dell’intero bacino mediterraneo e uno dei cinque più importanti siti di svernamento per gli uccelli in Europa.

Secondo lanci di agenzia, il cavo servirà inoltre anche per trasportare l’energia di una centrale a carbone che l’ENEL intende realizzare in Montenegro, quindi da una centrale tra le più clima-alteranti.

Il lago di Scutari, il più grande dei Balcani, è una zona umida di importanza mondiale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Una delle caratteristiche principali di questo lago è la variabilità stagionale del livello dell’acqua condizionato in parte da quello del suo principale affluente, il fiume Moraca. È questa variazione nei livelli delle acque del lago che determina la formazione di estesi saliceti, canneti e vaste aree di vegetazione galleggiante dove trovano ospitalità circa 1.900 specie di piante, 54 specie di molluschi di acqua dolce, 16 di anfibi, 28 di rettili, 57 di mammiferi e 281 di uccelli, tra cui il Pellicano Dalmata, simbolo del lago. L’intera zona è formata da fiumi e canyon inseriti nella rete Smeraldo, una selezione di siti nei paesi confinanti con i Paesi dell’Unione Europea ritenuti indispensabili per la protezione della Rete Natura 2000.

La partita in Montenegro sembra tutta ancora da giocare grazie anche alle pressioni fatte dal WWF e dai suoi partner locali. Qualche giorno fa il governo Montenegrino ha, infatti, pubblicamente rinunciato al piano originario, presentato a suo tempo, a causa delle numerose critiche ricevute dalle associazioni e dai cittadini montenegrini sia sul profilo economico che ambientale del progetto. Oggi poiché il piano alternativo potrebbe essere altrettanto impattante il WWF è ancora in allerta e monitorerà attentamente i nuovi progetti.

WWF ha inoltre richiesto ad attori chiave, come le aziende investitrici nel progetto in Montenegro (ad esempio A2A) e Terna che in quanto gestore della rete elettrica realizzerà il progetto dell’elettrodotto Villanova-Tivat, incontri di approfondimento per avere delucidazioni sui piani e per presentare e discutere le proprie osservazioni sui progetti.

Al di là di ogni altra considerazione locale, occorre evitare che il nostro paese importi energia ‘a occhi chiusi’ e dunque occorre verificare fino in fondo cosa si nasconde dietro ai chilowattora che dovrebbero scorrere tra le sponde dell’Adriatico. Non è giusto nè morale utilizzare l’energia elettrica derivante dalla distruzione ambientale di un altro Paese, soprattutto in una condizione di tale ricchezza ambientale quale quella del Montenegro.

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