Il Parco (purtroppo e strumentalmente fomentata ad arte) fa paura e il cemento è uguale a morte

Un si poderoso e determinato

E' l'unica risposta possibile a chi, anche nei giorni scorsi a ridosso del Consiglio Comunale di Vasto (che ne sarà uno dei Comuni più importanti), continua ad attaccare, e ad insinuare strumentali dubbi, sulla costituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina e su una sua "convenienza" economica.
18 settembre 2010
Alessio Di Florio (PeaceLink Abruzzo e Ass. Antimafie Rita Atria)

Si al Parco della Costa Teatina


Parco Nazionale della Costa Teatina. Basta ormai il nome per scatenare il panico tra amministratori, esponenti politici e operatori economici. Un progetto rappresentato come la fine dell'economia teatina, l'ingessamento di ogni territorio e la nemesi delle attività produttive. Reazioni così forti come non se ne videro neanche quando, ormai diversi anni fa, alcuni "pionieri" denunciarono i rischi della deriva petrolifera della nostra regione. Nei mesi scorsi, lungo tutta il tratto di costa interessato, molti si sono scagliati contro la perimetrazione proposta (si è ancora in attesa di alternative). Alcuni giorni fa a Vasto, a ridosso del consiglio comunale nel quale era prevista una preliminarissima discussione sul Parco, esponenti politici hanno pubblicamente preso posizione contro la realizzazione del Parco chiedendo allarmati se ne sia conveniente la realizzazione. Davanti a queste accuse, strumentali e non supportate dalla realtà dei fatti, una sola è la risposta possibile per la società civile e i cittadini che hanno a cuore le sorti di un territorio sempre più devastato: un si poderoso e determinato, che spazzi via ogni strumentalizzazione e demagogia e restituisca vita al futuro.

Il Parco Nazionale della Costa Teatina è un progetto che cerca di trovare gambe per camminare da 16 anni. E da 16 anni si continua ad impedirne la realizzazione. Non è possibile proseguire in questa situazione ancora per molto. Il degrado dei fiumi, l'assalto della diligenza petrolifera, la selvaggia cementificazione, la minaccia di mostri ambientali sempre peggiori (per un porto turistico che non verrà più realizzato, il progetto di un altro s'intravede all'orizzonte) stanno mettendo sempre più a rischio quanto non è stato già devastato e cementificato del territorio vastese e teatino. Impedire ancora la realizzazione del Parco significa consegnare definitivamente alla distruzione il territorio.

Ed appare sconcertante che le resistenze maggiori, e le insinuazioni sulla "convenienza" del Parco, vengano dal "Partito del cemento" (magari cambia qualche volto, ma sostanzialmente le compagini sono le stesse) che ha lottizzato nei PRG, e consegnato a pochi egoistici "appetiti" privati, la costa e il territorio intero. Dopo che si è permesso di distruggere e devastare, si adombrano oggi rischi per l'economia e lo sviluppo legati al Parco. Lo si ribadirà sempre, senza se e senza ma: non esiste nulla di più falso! Il Parco Nazionale della Costa Teatina è l'ultima possibilità che abbiamo di restituire a città come Vasto un futuro. Si scrive Parco Nazionale della Costa Teatina ma si legge futuro. E per chi questo futuro ha a cuore, il Parco sarà occasione di valorizzazione e difesa, di crescita e di sviluppo vero, per tutti e non solo per pochi. E' quindi il tempo che non si tergiversi più e si decida, una volta per tutte, di sostenere e realizzare il Parco Nazionale della Costa Teatina, frenando la speculazione e la cementificazione, abbandonando posizioni strumentali, tiepide o ostruzionistiche che siano.

Un'ultima considerazione dimostra la strumentalità di certe posizioni. Davanti alla difesa del futuro del territorio, alla lotta contro la speculazione edilizia e la devastazione ambientale, sconcerta come le bandiere della "tolleranza zero", del "rispetto della legge" e della repressione assoluta delle sue violazioni evaporino come neve al sole. In questi casi, improvvisamente, la legge può essere disattesa, frenarne l'applicazione con la speranza che diventi impossibile, addirittura vi si frappone la "convenienza".

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