Il CIVETA soffre da anni di malagestione

Per il WWF chi ha causato le criticità della discarica non può oggi parlare di fallimento della differenziata e puntare sull'incenerimento come unica soluzione
29 luglio 2011
Alessio Di Florio (Referente Area Vastese WWF Zona Frentana e Costa Teatina; Ines Palena, Presidente WWF Zona Frentana e Costa Teatina)

"La proposta di costruire un inceneritore a Cupello ha scatenato le scorse settimane un vivace dibattito. Insieme all'Arci abbiamo già espresso la nostra contrarietà - afferma la presidente del WWF Zona Frentana e Costa Teatina Ines Palena - ad una tecnologia obsoleta, dannosa per la salute e fortemente inquinante. Innumerevoli pubblicazioni scientifiche ne dimostrano la pericolosità e non esistono ad oggi tecnologie che riescano ad abbattere del tutto i fumi tossici prodotti. Non si può far leva sull'emergenza rifiuti per calare sui cittadini scelte che nel lungo termine li porterebbero a pagare elevati costi economici, ambientali e sanitari. Nel riflettere su come evitare lo stato di emergenza vanno valutati anche altri aspetti, che finora non sono stati considerati, come ad esempio le criticità di un impianto come il CIVETA, che contribuiscono ad ostacolare il corretto smaltimento dei rifiuti. Innanzitutto non è corretto affermare che la raccolta differenziata va superata e che non è più sufficiente. L'Abruzzo è in fortissimo ritardo rispetto agli obiettivi della normativa nazionale (65% entro il 2012, attualmente siamo intorno al 28%), un ritardo ancora maggiore tra i Comuni consorziati al CIVETA (la percentuale attuale è poco sopra il 20%).

A questo si aggiunge la sostanziale carenza di adeguati impianti per il trattamento della frazione organica ed il compostaggio. Un'inadeguatezza dimostrata anche dalla crisi dello scorso mese di maggio, durante la quale il CIVETA ha bloccato per alcune settimane il conferimento extra-consortile (alcuni Comuni coinvolti sono arrivati a minacciare di sospendere la raccolta differenziata!). Nel caso specifico del CIVETA si aggiunge poi una gestione a dir poco discutibile, i cui costi finora sono interamente ricaduti sui cittadini (solo l'anno scorso in alcuni Comuni la TARSU è stata aumentata del 30%), che ora rischiano anche di dover subire la costruzione di un inceneritore"

Marco Famoso definisce "quasi senza regole" la gestione del CIVETA

"In un rapporto del novembre 2009 il commissario regionale Marco Famoso ha definito la gestione del CIVETA 'quasi senza regole' - aggiunge Alessio Di Florio, referente per l'area vastese dell’ Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina - Una definizione che sintetizza la poco efficiente gestione, alla base dell'attuale rischio di esaurimento (in pochi anni) per la seconda volta di una vasca della discarica. Negli anni sono state mandate ben 3 diffide (luglio 2007, dicembre 2008, agosto 2009) dalla Regione al Consorzio CIVETA 'dall’effettuare attività di gestione degli impianti difformemente' da quanto dovuto. Durante l'iter autorizzatorio della seconda vasca si è arrivati addirittura ad un vero e proprio scontro istituzionale tra la Regione e il Consorzio. Il 5 Aprile 2008 il sindaco di Cupello Angelo Pollutri ha consentito con un'ordinanza lo "stoccaggio provvisorio" nella vasca, allora in via di autorizzazione presso la Regione Abruzzo. Nel Giugno dello stesso anno Franco Gerardini (Responsabile del Servizio Gestione Rifiuti della Regione) in una nota scritta fa riferimento ad una "presumibile illegittimità" dell'Ordinanza del Sindaco Pollutri. L'Avv. Valeri certifica e circoscrive in una lettera al SGR l'illeggittimità dell'Ordinanza del Sindaco di Cupello Illegittimità definitivamente confermata il 25 settembre 2008 dal parere legale dell'avv. Valeri acquisito dalla Regione Abruzzo. La gestione dell'apertura della seconda vasca della discarica, di cui questi sono alcuni degli episodi caratterizzanti, è oggetto in questi mesi di un processo in corso presso il Tribunale di Vasto nel quale sono imputati il sindaco Pollutri e il direttore del CIVETA Sammartino".

Sono gli effetti di questa gestione ad aver portato all'attuale situazione del consorzio CIVETA. Chi ne è stato protagonista non può oggi parlare di fallimento della raccolta differenziata e proporre come alternativa l'incenerimento dei rifiuti. L'unica soluzione è una gestione virtuosa e corretta dell'impiantistica e il raggiungimento degli obiettivi di legge, ormai non più prorogabili.

Articoli correlati

  • Contro l’ampliamento della discarica Italcave si mobilitano cittadini e associazioni
    Taranto Sociale
    Nella provincia di Taranto comincia la Valutazione di Impatto Ambientale del quarto lotto

    Contro l’ampliamento della discarica Italcave si mobilitano cittadini e associazioni

    Preoccupa il fatto che l'ampiamento della discarica riguardi anche la tipologia di rifiuti speciali pericolosi. La richiesta di ampliamento di conseguenza farebbe aumentare la quantità di rifiuti in arrivo nel territorio fra Taranto e Statte già martoriato dall’inquinamento ILVA.
    5 maggio 2024 - Redazione PeaceLink
  • Taranto è in uno stato di sporcizia spaventoso
    Taranto Sociale
    È tempo di smettere con l'ipocrisia e di affrontare la realtà

    Taranto è in uno stato di sporcizia spaventoso

    Troppo spesso si lodano le bellezze della città di Taranto per applaudire l'amministrazione comunale. Questi post sembrano distogliere l'attenzione dalla cruda verità che Taranto sta affrontando. Gli elogi alla bellezza della città sembrano essere uno strumento di propaganda politica
    18 novembre 2023 - Alessandro Marescotti
  • Inquinamento e violazioni dei diritti umani in Italia
    Ecologia
    Il Rapporto ONU sull'inquinamento in Italia

    Inquinamento e violazioni dei diritti umani in Italia

    Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite ha visitato l'Italia dal 30 novembre al 13 dicembre 2021. Il Rapporto tocca Porto Marghera, l'inquinamento da PFAS in Veneto, la terra dei Fuochi, l'ILVA di Taranto, Livorno, i pesticidi, i rifiuti e altro ancora.
    14 dicembre 2021 - Redazione PeaceLink
  • Flacone vecchio di 50 anni ritrovato nelle acque del porto di Ancona
    Ecologia
    La lunga vita dei rifiuti di platica

    Flacone vecchio di 50 anni ritrovato nelle acque del porto di Ancona

    «Ritrovare un oggetto come questo può sembrare assurdo, ma va considerata la particolare durabilità della plastica perché un prodotto di questo genere può resistere 400-500 anni in mare».
    7 gennaio 2021 - Maria Pastore
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)