Storie di Ordinaria Amministrazione
Nascono come cattedrali nel deserto per il compostaggio e il riciclaggio dei rifiuti e diventano centri per la raccolta voti. Al Civeta – Consorzio Intercomunale di Cupello, si è registrata negli anni la contestata assunzione del figlio del vice sindaco – oggi tra i responsabili di un settore importantissimo nella gestione del consorzio - ed è stato allontanato un consigliere d'amministrazione che si batteva per l’etica e contro la “degenerazione nell’amministrazione della cosa pubblica”.
Cupello, piccolo paese a poco meno di un'ora dal confine con il Molise, sulle colline del Vastese, è la sede - sin dalla sua nascita - del Consorzio Intercomunale Del Vastese (CIVETA), che, ospita gli impianti di compostaggio e riciclaggio dei rifiuti.
Negli anni scorsi il CIVETA è stato al centro di una gravissima crisi, che l'ha portato ad un passo dalla chiusura a causa della sua gestione politica e amministrativa.
Una conduzione finita varie volte anche nel mirino della Regione Abruzzo, che per ben tre volte , nel luglio 2007, dicembre 2008, agosto 2009, ha diffidato il CIVETA "dall’effettuare attività di gestione degli impianti difformemente" da quanto previsto e dovuto.
Una grandissima "vacca da mungere"- come lo definì nel 2009 Rifondazione Comunista – il consorzio è caratterizzato da una pianta organica nettamente sopra le sue reali necessità e rispondente solo a esigenze clientelari, caratteristica dominante dalla fine della Seconda Guerra Mondiale nel Vastese. Basti pensare a Remo Gaspari, ex ministro DC deceduto da pochi mesi, abruzzese, autoproclamatosi in varie interviste il "re del clientelismo".
Facciamo qualche passo indietro.
Il ventisei novembre 2005 il direttore generale del CIVETA, l’ingegner Sammartino propone al Consiglio di Amministrazione la richiesta di nuovi inserimenti lavorativi per soddisfare "insopprimibili esigenze". Il consigliere Angelo Bucciarelli, facendo esplicito riferimento a possibili clientelismi, esprime la propria opposizione a possibili consulenze esterne. Il consigliere Sandro Di Scerni dal canto suo, propone di cercare tra il personale già presente le possibili professionalità richieste dalle esigenze evidenziate da Sammartino e, in mancanza, di rivolgersi a professionisti.
Alla fine il Consiglio di Amministrazione sceglie l'istituzione di "itinerari formativi" (ovvero di tirocini).
Il cinque luglio 2006 Sammartino attiva il tirocinio previsto. La persona prescelta è Alessandro Pasquale, figlio del vice-sindaco di Cupello, Giulio Pasquale. Il dodici gennaio 2007 il Consiglio di Amministrazione del CIVETA, come primo atto dell'anno, in nome di "attività improcrastinabili e inderogabili la cui non attuazione potrebbe pregiudicare il funzionamento, l’operatività e la gestione del consorzio"assume Alessandro Pasquale, che ormai ha finito il tirocinio. Un "contratto a tempo determinato"per la durata di sei mesi.
Il sedici luglio, cioè il giorno della scadenza del contratto, il Consiglio di Amministrazione dà mandato al direttore Sammartino di prorogare il contratto fino alla fine dell'anno. Il direttore esegue immediatamente nella giornata.
Il ventiquattro agosto, dopo trentanove giorni, Consiglio di Amministrazione ci ripensa e decide di assumere Alessandro Pasquale con contratto a tempo indeterminato.
Era necessaria tutta questa messa in scena? Ma, non avevano detto che bisognava evitare i clientelismi? Nello stesso periodo un'altra gravissima vicenda coinvolge il Consiglio di Amministrazione del CIVETA.
Nel giugno 2006 il sindaco di Cupello Angelo Pollutri decide di revocare l'incarico di consigliere a Sandro Di Scerni, professionista molto affermato nel campo della gestione dei rifiuti.
Un provvedimento quello del sindaco, su cui forti sono stati i dubbi di legittimità.
Tuttavia, secondo Pollutri le colpe di Sandro Di Scerni sarebbero state il "venir meno del rapporto di fiducia" e l'aver mancato di "tutelare gli interessi dell’ente" con "comportamenti e prese di posizione ostativi". Donatello D'Arcangelo, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, ha rigettato le accuse di Pollutri accusandolo di aver revocato l'incarico perché il consigliere all’interno del consorzio aveva sempre tenuto fede ai principi di eticità della politica, attaccando "l’emergere e il prosperare di tanti gasparini che si credono proprietari dei voti e dei territori che amministrano". Una vicenda “emblematica della degenerazione cui si è giunti nell’amministrazione della cosa pubblica”.
Oggi Alessandro Pasquale è tra i responsabili dell'Ufficio Amministrazione e Personale del Consorzio CIVETA.
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