Emissioni pericolose

Il WWF diffida ASL e Regione Abruzzo dal rinnovare l’Autorizzazione Integrata Ambientale al cementificio sito a Pescara. Alla base della diffida: mancanza di trasparenza e livelli di inquinamento dell'area metropolitana fuorilegge.
15 ottobre 2012

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Il WWF ha inviato oggi una lettera di diffida alla Regione Abruzzo e alla ASL di Pescara in relazione alla vicenda del rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale – A.I.A. del Cementificio di Pescara. Sono due le motivazioni principali alla base della diffida, la mancanza di trasparenza nelle procedure seguite e lo stato d’inquinamento dell’area metropolitana che ha bisogno di un profondo risanamento.

In primo luogo la Convenzione di Aarhus sulla trasparenza e sulla partecipazione dei cittadini dei procedimenti di tipo ambientale, ratificata fin dal 2001 dallo Stato Italiano con la legge 108/2001, impone agli enti di pubblicizzare l’avvio dei procedimenti di autorizzazione affinché tutti i cittadini e i portatori d’interesse (come associazioni, altre società ecc.) possano partecipare ai lavori con osservazioni. In particolare, l’Art.6 comma 2a della Convenzione, dal titolo eloquente “PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO ALLE DECISIONI RELATIVE AD ATTIVITÀ SPECIFICHE” prevede che l’autorità competente proceda ad informare i cittadini sull’avvio del procedimento specificando i termini della procedura, i documenti esistenti, le date relative a riunioni ecc.
La Regione Abruzzo pare aver omesso tutto ciòb e i cittadini, compreso il WWF, la più grande associazione ambientalista, sono rimasti all’oscuro della conferenza dei servizi, con ciò venendo meno i diritti alla partecipazione su un tema così delicato.
Infatti la notizia dell’avvenuta richiesta di A.I.A. da parte della Sacci il 7 marzo scorso e dello svolgimento della relative Conferenza dei Servizi, è stata divulgata solo grazie alla presa di posizione dell’Amministrazione comunale di Pescara.

In secondo luogo, il WWF ritiene che sia del tutto inaccettabile concedere il rinnovo di un’autorizzazione in un contesto di completa illegalità per quanto riguarda la qualità dell’aria a Pescara, a San Giovanni Teatino e a Spoltore, certificata ormai da anni dai dati, peraltro parziali, delle centraline ARTA e dallo stesso Piano della Qualità dell’Aria della Regione Abruzzo.
E’ ovvio che tale situazione è causata in parte consistente dal traffico veicolare ma la componente industriale contribuisce con le proprie emissioni a determinare questa situazione gravissima. Tutto ciò avviene anche se le emissioni provenienti da ogni azienda, prese singolarmente, rimangono nei limiti di legge. Ai fini dell’impatto sulla salute umana è ovvio che bisogna considerare l’effetto cumulo di tutte queste emissioni. I polmoni e le arterie dei cittadini non reagiscono in maniera diversa se una polvere viene dal traffico veicolare o da un’industria.
Lo stesso Decreto 152/2006 “Testo Unico dell’Ambiente” prevede che gli Enti Pubblici, all’atto di concedere o rinnovare autorizzazioni alle emissioni, devono tener conto della qualità dell’ambiente circostante.
Il Piano della Qualità dell’Aria della Regione Abruzzo identifica l’area metropolitana come Zona di Risanamento in cui porre in essere tutte le opportune iniziative per diminuire quanto prima le emissioni.

Dichiara Augusto De Sanctis, del WWF Abruzzo
“L’aria a Pescara e dintorni è inquinatissima, distante anni luce dagli obiettivi di legge. Basti pensare che lo scorso anno in via Sacco si sono registrati ben 67 giorni di superamento dei limiti per le polveri sottili contro un limite europeo di 35 giorni. La centralina ARTA di Spoltore segnala livelli di inquinamento disastrosi tra i più alti d’Italia, con 140 giorni di superamento. E’ una vera e propria emergenza sanitaria e rimaniamo allibiti nell’apprendere che la ASL di Pescara starebbe per concedere il nulla osta al rinnovo dell’autorizzazione. A nulla valgono i documenti allarmanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sui terribili effetti sulla salute delle polveri e degli altri inquinanti? I pochi dati epidemiologici disponibili ci dicono che l’area metropolitana di Pescara ha tassi incidenza per alcune malattie riconducibili anche all’inquinamento molto più alti del resto della Regione. I medici dello stesso ospedale di Pescara da anni richiamano l’attenzione sull’aumento delle malattie respiratorie nei bambini.
Bisogna quindi lavorare su ogni autorizzazione e su ogni comparto per rispettare complessivamente i limiti di legge in città. Qui, però, è in gioco il futuro anche economico di Pescara. La produzione di cemento è in una fortissima crisi strutturale. Il riciclo dei materiali in edilizia dovrà prendere piede anche in Abruzzo togliendo ulteriormente spazio ad impianti di questo genere. Per questo i cementifici si stanno trasformando in veri e propri inceneritori, il vero business per continuare a fare profitti. Non a caso il cementificio di Pescara avrebbe richiesto addirittura l’autorizzazione a bruciare rifiuti pericolosi, il tutto in piena area urbana! Pescara si sta presentando come città turistica, del mare, dello sport e della musica, porta dei tre parchi nazionali abruzzesi. La competitività nel settore turistico si fa anche sulla qualità ambientale. Possiamo ancora permetterci di accogliere i turisti con le ciminiere all’ingresso della città? Quanta economia distruggiamo o non creiamo con queste scelte? Anche da questo punto di vista riteniamo perdente scommettere ancora su un modello di sviluppo in crisi i cui limiti sono sotto gli occhi di tutti”.

Dichiara Loredana Di Paola, della segreteria regionale del WWF Abruzzo “E’ del tutto inaccettabile il clima di scarsa trasparenza che caratterizza i procedimenti ambientali in Abruzzo, più che “porto delle nebbie” qui si immergono le procedure nello smog. I dirigenti regionali pagati dai cittadini ignorano la pubblicità degli atti e il coinvolgimento della popolazione diventa al massimo una concessione che arriva dopo la scoperta più o meno fortuita di un procedimento in corso e le susseguenti proteste. Non vogliono che si disturbi il manovratore, evidentemente. Bene ha fatto il Comune di Pescara a schierarsi e a divulgare la notizia. E’ un fatto importante che aiuterà in questa lotta. Serve però anche una mobilitazione dal basso dei cittadini perché siamo di fronte ad un momento che potrebbe rivelarsi storico per la città. Al contrario di Confindustria, che ha un’idea “retrò grigio-smog” del futuro dell’Abruzzo, vediamo nella qualità ambientale una delle basi per un nuovo modello di società che abbia al centro la qualità della vita del cittadino e non gli interessi di pochi”.

INFO: 3683188739 - 3338391147
 
*L’Art.6 comma 2 della convenzione di Aarhus:
2. Il pubblico interessato è informato nella fase iniziale del processo decisionale in materia ambientale in modo adeguato, tempestivo ed efficace, mediante pubblici avvisi o individualmente. Le informazioni riguardano in particolare: a) l'attività proposta e la richiesta su cui sarà presa una decisione; b) la natura delle eventuali decisioni o il progetto di decisione; c) l'autorità pubblica responsabile dell'adozione della decisione; d) la procedura prevista, ivi compresi (nella misura in cui tali informazioni possano essere fornite): i) la data di inizio della procedura; ii) le possibilità di partecipazione offerte al pubblico; iii) la data e il luogo delle audizioni pubbliche eventualmente previste; iv) l'indicazione dell'autorità pubblica cui è possibile rivolgersi per ottenere le pertinenti informazioni e presso la quale tali informazioni sono state depositate per consentirne l'esame da parte del pubblico; v) l'indicazione dell'autorità pubblica o di qualsiasi altro organo ufficiale cui possono essere rivolti osservazioni e quesiti nonché i termini per la loro presentazione; vi) l'indicazione delle informazioni ambientali disponibili sull'attività proposta; 


*è interessante notare che dopo una lunga ricerca con diverse parole chiave riemergano dal web due documenti su un rinnovo dell’AIA del cementificio a Pescara del 2010 (un avviso e una sintesi non tecnica). Non sono però rintracciabili se la ricerca viene realizzata partendo dall’archivio dei procedimenti del Comitato V.I.A. Inoltre, in due anni non pare essere seguito alcun atto ufficiale riferibile a quei documenti come autorizzazioni ecc. visto che nulla risulta sul BURA della Regione né nell’archivio del V.I.A. (eventuali autorizzazioni per la VIA devono essere pubblicate per legge sul sito WEB della Regione)
Dalle informazioni apprese dalla stampa sembrerebbe che la richiesta di autorizzazione a cui si sta opponendo il Comune di Pescara risalga allo scorso 7 marzo 2012.

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