Il Vastese è già saturo, no alla centrale Snam a Cupello

Questo territorio ha già dato dal punto di vista ambientale. Nessuna contrapposizione tra Cupello e Sulmona: il no è lo stesso
26 settembre 2014
Alessio Di Florio (PeaceLink Abruzzo, Ass. Antimafie Rita Atria, Ass. Culturale Peppino Impastato)

“Spostare la centrale di compressione della Snam a Cupello”. Questa sembra essere la recentissima novità del progetto contestato da diversi anni da comitati, associazioni e cittadini di Sulmona e non solo. E’ una scelta che non si può assolutamente condividere e che riteniamo debba essere immediatamente respinta. Una scelta calata dall’alto da chi pensa di poter decidere sulla testa di migliaia e migliaia di cittadini. Una scelta che parte da un presupposto a sua volta da respingere: la centrale si deve fare, così come tutto il progetto.

 

La mobilitazione ambientalista di questi anni invece afferma esattamente il contrario e respinge totalmente il progetto, temendo per l’ambiente e la sicurezza. Il no è quindi unico e totale, che sia Sulmona, Cupello o altrove. I due territori non possono essere messi di fronte ad una contrapposizione inesistente.  Si è appena conclusa la mobilitazione mondiale contro i cambiamenti climatici. In tutto il mondo (dalle Nazioni Unite all’Amazzonia) si ragione di come uscire dalle attuali dipendenze energetiche. La “politica” abruzzese, nonostante la fermissima opposizione dei suoi cittadini, vuol fare il contrario?

 

Il Vastese soffre una fortissima crisi occupazionale, dovuta non solo alla “crisi economica mondiale” ma anche a scelte precise di imprenditori che per meri interessi di profitto hanno deciso di spostarsi altrove. Non soltanto dall’alto delle istituzioni non riescono a trovare la giusta soluzione a drammi come quello delle operaie ed operai della ex Golden Lady e di tante altre imprese, ma adesso c’è chi vorrebbe calare un progetto che non può essere compatibile con questo territorio.

 

Cupello ospita già uno delle più grandi centrali di stoccaggio di gas d’Italia. Un impianto che è tra i 4 presenti nell’Inventario Nazionale degli Stabilimenti a Rischio di incidente rilevante (della cui gestione ci siamo già occupati recentemente) del vastese. Un territorio dove già incombono tra gli altri il progetto di Ombrina Mare 2 a pochi chilometri e l’ampliamento di Rospo Mare. Oltre un anno e mezzo dopo non si è ancora ufficialmente conosciuta la causa dei “gabbiani sporchi” denunciati dalla Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus o le cause del grave stato di inquinamento del fiume Trigno, mentre il recente spiaggiamento dei capodogli a Punta Penna rappresenta una vera e propria catastrofe ecologica (visto anche il numero dei cetacei coinvolti) che denuncia la fortissima fragilità dell’ambiente, una fragilità che va combattuta tutelando il più possibile questo territorio. Il Vastese è quindi già saturo e non è minimamente accettabile aggiungere altro.

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