Civeta, la grave crisi ambientale dei rifiuti nel vastese e tante ombre da dipanare

28 ottobre 2019
Alessio Di Florio (Associazione Antimafie Rita Atria - Movimento Agende Rosse “Paolo Borsellino Giovanni Falcone” Abruzzo - PeaceLink Abruzzo)

incendio al civeta del 20 ottobre 2019 Non si può che tornare su quanto sta accadendo a Valle Cena e sul fronte dei rifiuti nel vastese. Anche se i confini geografici sembrano altamente superati: nell’inchiesta della Procura vengono attenzionati soprattutto i conferimenti di rifiuti da ditte campane, pugliesi e laziali. E fino alla bocciatura - resa nota e commentata solo da Comitato Difesa Comprensorio Vastese, Forum H2O e SOA, e su questo ci sarebbe di che riflettere – era clamorosamente in piedi il progetto di nuova discarica. Proposta dal gestore della terza vasca Civeta (quella sotto sequestro) ma che non avrebbe servito il territorio … Come già scritto e ribadito, in altri territori, situazioni di grave emergenza ambientale hanno portato in piazza migliaia e migliaia di persone, mobilitato in massa la società civile. Qua invece, escluso il Comitato Difesa Comprensorio Vastese (al quale attivisti delle nostre associazioni hanno aderito e sono attivi), quasi nessuna traccia di tutto ciò. In occasione del primo incendio di quest’anno il Comitato denunciò quello che definì “un avvertimento in stile mafioso”.

La lettura dei fatti e i dubbi del famoso inviato televisivo Pinuccio sono emblematici e meritano di essere ripresi. “ Quinto incendio in tre anni che si innesca dalla discarica. Questo tra i cinque, poi, sembra tra quelli più gravi, con lingue di fuoco altissime che durante tutta la notte hanno incenerito diversi metri cubi di 'monnezza', sprigionando fumi che sicuramente non fanno bene alla salute. […]La storia del Civeta inoltre ha altri contorni che si tingono di giallo, a partire dal fatto che il sito è oggetto di un sequestro giudiziario e che l'azienda che lo gestisce, sotto la quale sono avvenuti 3 dei 5 incendi, è controllata dagli stessi personaggi che in Puglia gestiscono discariche che ogni tanto vanno a fuoco, come successo a Deliceto (Fg) a luglio di quest'anno. La domanda che mi pongo è come un impianto che dovrebbe rispettare tutti gli standard di sicurezza possa andare a fuoco”.  Come già ha ampiamente documentato il Comitato in questi mesi: puzza, odori forti, già sono – acclarato in medicina, giurisprudenza e dottrina giuridica – sono fonte di malessere e già da loro bisogna tutelare la salute pubblica. Non c’è bisogno di una nuova Seveso o una nuova Bhopal perché chi di dovere si debba muovere … Tanti interrogativi cadono nel silenzio, sindaci che lanciano crociate per concerti e simili non si esprimono, solo il Comitato e Azione Civile incalzano da mesi su videosorveglianza, monitoraggio dell’aria e altro. Riportarli tutti è impossibile. Ma alcune domande, riprendendo anche quel che scrive Pinuccio sulle discariche pugliesi con lo stesso gestore, dovrebbero dominare su tutto “perché il consorzio si trova in questa situazione?  Perché c’è un gestore privato e perché un personaggio con quel curriculum? Perché e cosa hanno portato aziende di altre regioni (soprattutto campane …), di cui si trovano notizie che non fanno stare troppo tranquilli cercando sul web?”.

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