Il "campo d'accoglienza" provvisorio: a dicembre si disse no, ora i sindaci intervengano
Nel dicembre scorso l'Assemblea Autoconvocata rivolse un appello al prefetto di Firenze, chiedendo l'intervento della protezione civile per garantire alle centinaia di persone accampate all'Osmannoro una sistemazione dignitosa. La prefettura, per via informale, si rese disponibile, precisando però che toccava ai Comuni, competenti per legge in materia, chiedere il suo intervento. Dopo alcuni sopralluoghi, la presa di posizione dell'assessore regionale Eugenio Baronti (che parlò di "emergenza umanitaria") e la constatazione che il campo era collocato nel Comune di Sesto Fiorentino, la proposta cadde nel vuoto e non fu realizzata.
Ora l'assessore regionale Marco Betti torna a chiedere ai Comuni dell'area fiorentina di individuare un luogo in cui collocare un "campo di accoglienza" provvisorio, a cura della Regione. Lo scenario è cambiato, sia perché buona parte delle famiglie rom, abbandonate e sottoposte a continua pressione da parte delle autorità, hanno lasciato la zona, sia perché si è provveduto nel frattempo a uno sgombero senza minimamente affrontare le conseguenze che avrebbe prodotto.
L'assessore regionale riconosce che c'è un'emergenza e che l'invio delle ruspe nell'area ex Osmatex ha reso ancora più difficili e ormai insostenibili le condizioni di vita delle famiglie lì accampate. A questo punto tocca ai sindaci assumersi una responsabilità diretta e dare seguito, con atti concreti, alle indicazioni contenute nella Costituzione, all'articolo 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
L'immediato intervento d'emergenza può essere un primo passo.
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