Ornella De Zordo: la nostra è un'alternativa culturale
La lettera della consigliera comunale di Unaltracittà/Unaltromondo dopo il voto sul regolamento
25 luglio 2008
Ciao,
direttamente dal Consiglio, vi mando i 29 emendamenti che sono stati presentati a doppia firma Unaltracittà e PRC, a cui si sommano i 20 presentati da Anna Nocentini a doppia firma invertita PRC e Unaltracittà che vi giro in una mail immediatamente successiva a questa.
Anticipo qui una mia prima considerazione (penso che Anna e Pape e/o Leonardo lo faranno in seguito) perchè parto per 2 settimane stasera stessa, alla fine del Consiglio.
Gli emendamenti presentati da noi, come è facilmente riscontrabile, ricalcano alla lettera il testo elaborato dal gruppo Mauceri (sempre per brevità).
E' stato importante, secondo me, che la sinistra non si sia limitata a votare contro il regolamento ma abbia anche offerto alternative culturali, prima che giuridiche, a passaggi molto pesanti o ripetitivi o anticostituzionali, del testo finale del Cioni. Che malgrado i ritocchi, resta quello che era: un testo confuso e mal impostato, con presupposti securitari e penalizzante per i soggetti più deboli, difficilmente efficace anche dal punto di vista delle regole e funzionale, lo dico con parole molto semplici, a uno schema politico in cui il PD deve mostrare di non lasciare alla destra il tema della sicurezza. E certo non mi conforta che la destra non abbia votato questo testo: la cosa non lo rende migliore di quello che è.
Spiace dire, per dovere di cronaca, che gli emendamenti, che si votano uno per uno, e dunque anche chi poi voleva votare SI al testo finale avrebbe potuto appoggiare qualche proposta della SUP, ce li siamo votati solo noi.
Ci ha votato contro la destra (ovvio) e il PD (idem) ma anche regolarmente PdCi e Verdi ad eccezione di 1 caso in cui non hanno votato; mentre SD non ha semplicemente mai votato e in un caso ha votato contro.
Restano dunque nel testo infine approvato da tutte le forze che stanno in maggioranza, oltre all'impostazione di fondo basata sui divieti: il passaggio sull'apertura dei borsoni, sui lavavetri e simili, sulla verifica discrezionale di chi sta nelle case popolari, sulla possibilità di "abbattere i ripari di fortuna" (vedi Osmannoro) ecc. ecc. E certo non sarà qualche ordine del giorno pieno di buone intenzioni a cambiare le cose, visto che la cogenza di un ordine del giorno è pari a zero.
Non ripetiamoci ancora una volta una cosa che sappiamo, e cioè che una parte della sinistra sta al governo in questa città. La domanda da farci, secondo me è se vogliamo che la sinistra abbia una sua fisionomia e una sua riconoscibilità, una proposta culturale a cui possano guardare tutte quelle persone che non si riconoscono né nella destra né nel PD.
Una proposta nata da un'analisi del presente e da proposte coerenti e ispirate a principi di equità sociale e di tutela dei diritti delle persone. Da lì, secondo me, dovremmo ripartire se vogliamo avere un futuro; ne vogliamo parlare?
Ornella
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