De Zordo: "Prima si punisce, poi si informa"
Regolamento Polizia Municipale, De Zordo: "Inammissibile, prima si punisce e poi si informa"
Inammissibile la procedura adottata dal Comune di Firenze per l'entrata in vigore del nuovo Regolamento di Polizia Municipale, approvato nell'ultima burrascosa seduta di Consiglio comunale il 24 luglio e mai divulgato in città. Apprendiamo che lunedì 11 agosto scatteranno le multe (fino a 500 euro) per chi viola uno dei 46 articoli del testo, ma attenzione, tra commi e sottocommi, sono ben 140 le norme che i cittadini devono conoscere con precisione per non incorrere in multe. E si va dalle regole più ovvie, come imperversare in un locale sotto i fumi dell'alcool (ma c'era bisogno di un Regolamento per sanzionare un atteggiamento già punibile per legge?) a quelle meno ovvie, come "eseguire sulla soglia di abitazioni e fondi lavori che rechino molestia..." (Quali saranno?), o "Scaricare, senza le opportune precauzioni, vetri, ferri ecc..." (Chi decide quali saranno le precauzioni opportune?). E così via fino alle famose biciclette che ora verranno estirpate con ancora maggior solerzia da pali e altri appoggi.
Proprio perché si tratta di un testo sì ridondante e vessatorio, ma anche indefinito, tanto che si presta a una estrema arbitrarietà nella sua applicazione, avrebbe avuto bisogno di essere ben divulgato alla popolazione. Perchè non si è data adeguata informazione sui divieti che entreranno in vigore? Perchè non si è distribuito il testo, tradotto in più lingue come era stato annunciato?
Quale frenesia d'ordine (apparente) ha travolto la giunta fiorentina? Forse la risposta sta nella candida affermazione del comandante Bartolini che, dopo aver promesso pugno di ferro da lunedì con chi sgarra, sostiene con orgoglio che il codice fiorentino vince la gara con i provvedimenti del Governo sulla sicurezza, perchè contiene in sè ben 140 ordinanze di divieto. Complimenti! E il diritto sacrosanto delle persone a essere preventivamente informate delle regole a cui devono sottostare? Crediamo che in questa inversione dei tempi ci siano estremi di illegittimità anche sul piano formale, ma senz'altro c'è nella sostanza una grave lesione dei diritti, oltre a un' idea distorta di come raggiungere quella "convivenza civile" che un titolo penosamente applicato all'ultimo momento al testo del Regolamento vorrebbe evocare."
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