Pisa, le famiglie rom sotto pressione
(da Liberazione del 4 novembre 2008)
Una lettera di don Agostino Rota Martir del campo rom di Coltano (Pisa). Pisa è considerata un esempio per alcuni progetti di integrazione abitativa che puntano a smantellare i campi rom esistenti, ma don Agostino segnala che la città non è affatto esente da quelle "pressioni" sulle comunità rom che il ministro Maroni ha rilanciato nei mesi scorsi con la sua campagna di schedatura.
Il nuovo villaggio Rom è lì che cresce lentamente, silenzioso ed indifferente a quanto succede ai Rom in questi giorni. Visto dai Rom che abitano a soli pochi metri, oggi appare come una minaccia incombente su di loro, la causa di tanta paura mai vista finora: due realtà così vicine e legate tra loro, ma mai così distanti ed opposte.
Il villaggio ancora senza vita, freddo mentre la comunità Rom di Coltano vive momenti di disperazione e di paura, perché si sente abbandonata a se stessa, con un futuro insicuro ed incerto.
In un mese ci sono stati ben tre controlli da parte della Questura di Pisa, con decreti di espulsioni, prese di impronte e foto, accompagnamenti ai Centri di identificazione e espulsioni: non un controllo, bensì tre, praticamente uno ogni 10 giorni!
E ogni volta con 5, 7 vittime che si aggiungono alla lista, colpevoli solo di essere Rom e di abitare a Pisa da 10 o 15 anni da irregolari, perché ottenere un Permesso di Soggiorno e mantenerlo è un miraggio, un'impresa a volte impossibile.
Ci tocca vivere nella paura pensando a chi toccherà al prossimo controllo... come pedine manovrate da misteriosi giocatori in una battaglia navale, che sanno di dover essere sacrificate per la "vittoria finale", una vittoria che ora fa paura! Solo a Pisa avvengono questi continui controlli e con sgomberi di accampamenti Rom, in nessuna altra città italiana i Rom sono minacciati con questa intensità, nell'indifferenza totale, nemmeno nei comuni amministrati dalla Lega!
Complimenti sig. Sindaco per il disprezzo che mostra per la vita di questi suoi cittadini! Tutto questo avviene nel massimo silenzio della cittadinanza, come il silenzio del villaggio vicino, vite parallele che sembrano ignorarsi vicendevolmente: corpi estranei l'uno all'altro.
Da questa parte la vita è espulsa per fare spazio al nuovo villaggio, una vita controllata in continuazione, setacciata, minacciata... in silenzio, nessuna notizia sui giornali, nessuna presa di posizione, nessun richiamo, nessuna associazione che osi affacciarsi per vedere o per capire cosa stia succedendo.
Il comune di Pisa finge di non sapere, operatori sordi che alzano le spalle di fronte al grido di rabbia e disperazione dei parenti che hanno avuto genitori, figli espulsi: non spetta loro richiamare l'operato della Questura, il loro compito per ora è quello di aspettare, silenziosamente che tutto finisca per poi assegnare ai pochi fortunati superstiti le cosiddette "case minime" del villaggio (ora si chiamano così), per poi forse, chiamare a raccolta stampa e Tv per raccontare a voce alta il successo del villaggio.
Meglio lasciare estirpare silenziosamente le vite di troppo (esuberi), la colpa si sa, mica è nostra: noi ci stiamo dando da fare per integrare e si sa, a tutto c'è un prezzo da pagare. Mentre le piazze italiane si riempiono di manifestanti, grida alte di protesta contro i tagli alla scuola pubblica, le preoccupazioni per la crisi finanziaria mondiale... contemporaneamente la scure delle espulsioni dei Rom pisani lavora celermente in un silenzio assordante e surreale!
Nessuno sente il bisogno di alzare la voce per far conoscere il proprio sdegno, per dire basta in nome della civiltà e per la difesa dei diritti umani di cui sono portatori anche i Rom, nonostante tutto: tuttavia è preoccupante questo silenzio pisano che grida il decadimento della coscienza civile ed umana. Intanto è ormai prossimo il Convegno: "Pisa città della Pace e per i diritti umani" alla sua terza edizione, ma riuscirà a rompere questa cappa di silenzio complice? Con la paura che ci stringe il cuore osserviamo il villaggio che lentamente avanza... Domani ci sarà un altro controllo della Questura? A chi toccherà piangere?
Don Agostino Rota Martir Campo nomadi di Coltano (Pi)
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