Scommesse sui galli punite con la galera
14.04.05
Quando gli ispettori della protezione animali e gli agenti della polizia del Sussex, si sono presentati puntuali all’appuntamento, c’è stato un goffo tentativo di fuga ma i partecipanti sono stati tutti arrestati sul posto. Joseph Keet, 54 anni, da North Mundam, contea di Chinchester, Gran Bretagna, è stato giudicato colui che tirava le fila di un gioco bandito da oltre 150 anni.
Il giudice Paul Tain ha ritenuto l’uomo colpevole di essere “il principale giocatore” e di avere messo a disposizione il proprio terreno per divertirsi un po’. Per questo lo ha sbattuto in galera per novanta giorni, gli ha rifilato un’ammenda da venti milioni di vecchie lirette e il divieto di detenere volatili per tutta la vita. “Lei ha mostrato un comportamento barbaro, facendo combattere un animale contro un altro con il solo scopo di gioire di questa crudeltà. Sono convinto che la galera sia la pena giusta per quanto ha fatto”.
Joseph Keet ( nella foto a destra) metteva a disposizione degli amici terreno e fabbricato (in caso di pioggia), mentre ogni partecipante si occupava di trovare i galletti da combattimento. Non c’erano scommesse, non giravano soldi tra gli amici di Joseph. Girava solo la voglia di ammazzare il tempo e la noia, guardando il gallo vincente ammazzare a furia di beccate e speronate il nemico. Più schizzavano sangue, occhi e penne, più Joseph e gli amici ridevano, applaudivano e si lasciavano andare a commenti salaci. Sfortunatamente per loro qualcuno aveva girato diversi filmati e la pellicola è finita nelle mani della polizia, durante la perquisizione effettuata assieme agli ispettori della protezione animali.
Gli agenti hanno sequestrato cinquanta galli, uno dei quali morto e numerosi, con ferite ancora sanguinanti, soprattutto a livello di palpebre.
Mike Butcher, capo ispettore della protezione animali, ha affermato “Sembra impossibile che ancora oggi qualcuno si diverta con un “gioco” bandito da oltre un secolo e mezzo in tutta la nazione. Il combattimento tra galli è uno “sport” sanguinario e brutale che dovrebbe essere confinato ai libri di storia”. Egli ha affermato che le scene viste dal magistrato lo hanno convinto all’estrema sofferenza cui vanno incontro questi animali e della lunga e dolorosa agonia che li attende prima della morte. Tutto ciò ha indotto a comminare una pena esemplare che faccia da monito a chi pensa di rispolverare riti sepolti ormai nella memoria dell’uomo.
Penso perplesso all’Italia. Se finissero dentro tutti quelli che fanno combattere galli e cani ci vorrebbero dieci finanziarie per costruire nuove prigioni. Troppo costoso. Meglio tenerli fuori.
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