Arriva dall'America il primo topo da laboratorio virtuale
La notizia
Arriva dall'America il primo topo da laboratorio virtuale; la compagnia bio-farmaceutica Entelos ha infatti sviluppato un modello computerizzato che riunisce tutte le conoscenze accumulate dalla scienza medica relativamente alla fisiologia e alla genetica delle cavie, e ciò allo scopo di fornire agli studiosi un agile strumento di sperimentazione che possa ridurre il numero dei topi utilizzati in laboratorio per effettuare test scientifici.
Stando agli attivisti per i diritti degli animali ogni anno negli istituti di ricerca vengono uccisi circa 18 milioni di animali e tra le specie adoperate a scopo sperimentale il record tocca ai topi e ai ratti. Per ridurre al minimo le "vittime" della ricerca molti gruppi di studiosi hanno iniziato a utilizzare modelli virtuali che, sebbene non possano sostituire la sperimentazione clinica (a cui spetta sempre l'ultima parola), possono però eliminare buona parte dei test pre clinici (necessari ad esempio per valutare la non pericolosità di una certa procedura - piuttosto che la sua efficacia curativa - e così via). In accordo con l'American Diabetes Association, la Entelos ha sviluppato allora questo topo virtuale che consiste in una simulazione computerizzata e riunisce in sé tutti i dati raccolti su tale specie nel corso di molti anni dallamedicina e dalla biologia; l'obiettivo è abbreviare e rendere un po' meno cruente le sperimentazioni animali relative al diabete di tipo 1.
Il commento di Stefano Cagno
Questa è l'ennesima notizia comparsa sui mezzi di comunicazione di massa negli ultimi anni, teoricamente positiva, praticamente ininfluente nel diminuire gli esperimenti sugli animali.
Questo topo virtuale, come diversi altri proposti e brevettati nel recente passato, potrebbe da subito eliminare parecchi esperimenti sugli animali, ma i vivisettori considerano ancora questo tipo di tecnologie un supporto ai loro esperimenti e non un metodo sostitutivo.
Purtroppo oltre a sviluppare, brevettare e utilizzare tali tecnologie, negli anni futuri dovremmo ancora seriamente e duramente impegnarci affinché cambi la mentalità, non solo della gente, ma soprattutto di alcuni ricercatori ancorati a schemi vecchi e obsoleti.
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